In una valle sperduta nei pressi dei Pirenei, in un villaggio del Libano, nella savana africana, in una via stretta e buia di Parigi, nei campi nella bassa padana, nelle colline umbre, negli spazi sterminati degli Stati Uniti, in paesini della Sicilia, ovunque, nel tempo e nello spazio, la Madonna non ha voluto lasciare mai l'umanità da sola.
I giorni di un innamoramento, la fine del dolce sogno d'amore, l'ingresso in magistratura, la coscienza della propria scelta e del proprio compito, il dolore per l'assassinio di Aldo Moro e per la morte di Papa Paolo VI...Le messe e le soste in chiesa, la preghiera e il pensiero costantemente rivolto a Gesù, per chiedere aiuto, luce, conforto.
Anna Grigor'evna, seconda moglie di Fedor Dostoevskij, racconta nelle sue memorie che durante un viaggio in Europa con il marito nel 1867 fecero una sosta, fortemente voluta, a Dresda
"Cosa sarà che ci fa uscire di strada di notte? Che ci fa dire dei no, non ci sto?" Lo cantavano Lucio Dalla e Francesco De Gregori.
Venerdì Santo, venerdì di Passione. Mai come quest'anno sentiamo profondamente che la Via Crucis non è solo un percorso simbolico ma è diventata, in un certo senso, la nostra strada quotidiana.
Mayrig, "mammina". Un dolce nome, un termine coniato dalla musicale lingua armena, che rievoca il più forte tra i legami terreni. Mamma, mammina. Un nome con cui ci si può rivolgere a Colei che è la nostra Madre celeste.
"Non fare affidamento sulle tue forze, ma poni la tua speranza in Dio: fa' tutto ciò che sta in te, e Dio aiuterà il tuo sforzo.
Il parroco di Brescello nei giorni scorsi ha esposto in piazza il famoso crocifisso ligneo davanti al quale avrebbe pregato il don Camillo di Giovanni Guareschi. Lo ha fatto per rivolgere una preghiera di aiuto e di sostegno contro il coronavirus. E la gente ha cominciato a fermarsi davanti a quel crocifisso e a pregare, a sua volta.
Il Dottore Angelico, san Tommaso d'Aquino, ci viene incontro attraverso le pagine di molta letteratura. È stato ed e' il protagonista di romanzi, saggi, biografie.
Dall'autunno del 1629 al maggio 1630 Milano e buona parte della Lombardia sono flagellate dalla peste. Che viene considerata un pericolo minore, all'inizio, dalle autorità, e che rapidamente si propaga e stermina una gran parte della popolazione.
Dal giugno 1981quattro donne e due uomini - all'epoca ragazzi fra i dieci e i sedici anni - continuano ad affermare di vedere la Madonna, che si presenta a loro con il titolo di Regina della Pace.
Torna il don Camillo nazionale più famoso, dopo quello creato da Giovanni Guareschi.
Chiunque vuole salvare la propria vita, la perderà. Chi la perderà, l'avrà salvata. Il dettato evangelico parla chiaro, eppure gli uomini, e oggi più che mai, si ostinano a ignorarlo, se non addirittura a interpretarlo al contrario.
"Non amo la serietà. Penso sia antireligiosa. O, se preferite l'espressione, è un vezzo di tutte le false religioni. Chi prende tutto seriamente è colui che idolatra ogni cosa: si prostra davanti a oggetti di legno e pietra affondando le sue membra come le radici di un albero o si profonde in inchini come la pietra infossata sul ciglio della strada".
La formula della felicità. L'algoritmo del genio o quello del successo.
"Bene, io accetto questa nuova certezza: vogliono il nostro totale annientamento. Ora lo so. Non darò più fastidio con le mie paure, ma sarò amareggiata se altri non capiranno cos'è in gioco per noi ebrei.
Si entra e, in un primo momento, la sensazione è di trovarsi in una libreria come quelle che ormai sono in via di estinzione. Piccola, raccolta, ordinata, certo nulla a che vedere con le librerie delle grandi catene a cui ormai siamo assuefatti, ma piuttosto capace di resuscitare il ricordo di quei straordinariluoghi in cui si passavano molte felici ore della nostra adolescenza.
In una gelida mattina di gennaio, piena di luce e di azzurro, entriamo nella basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, a Venezia. Questa chiesa è davvero uno scrigno di tesori, la sua bellezza è sempre emozionante e ad ogni visita si rinnova lo stupore di trovarsi in un luogo simile.
Un grande crocifisso tra pareti bianche e le volte profonde del soffitto, i veli neri delle suore che tremano leggermente, ai suoi piedi, mentre una luce tenute colpisce i muri e i capi chini in preghiera. E' una foto, in bianco e nero, di rara intensità e poesia, che documenta, una volta ancora, la vita in un monastero, nella scelta "estrema"; della clausura, ma soprattutto ritraggono la pace e l'intensità di questa vita che sfugge a qualsiasi definizoone. Una foto che, insieme ad altre undici, a sua volta è destinata a scandire la vita di molti altri, perché fa parte di un calendario.
Il corpo deve purificarsi, ma con moderazione. Niente digiuni drastici, nessuna mortificazione estrema. Tutto deve essere fatto in armonia, sapendo che il buono e il bello della vita, quindi anche i cibi e le bevande, sono doni dell'amore divino, dunque non devono essere disprezzati ne' se ne deve abusare.