Al termine dell’Udienza generale interreligiosa di oggi, dedicata dal Papa al 50° della dichiarazione Nostra Aetate del Concilio Vaticano II i rappresentanti delle confessioni non cristiane che hanno presenziato all’incontro con il Papa hanno successivamente raggiunto la Sala Stampa Vaticana per un briefing con i giornalisti.
Ricordando le celebrazioni indette dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica in occasione del cinquantesimo anniversario della dichiarazione Gravissimum educationis sull’educazione cristiana, Papa Francesco - attraverso un apposito chirografo - ha eretto “in persona giuridica pubblica canonica e in persona giuridica civile la Fondazione Gravissimum educationis, con sede nella Città del Vaticano”.
“Con gioia e commozione vi annuncio che Papa Francesco, accogliendo il nostro invito, sarà tra noi a Milano il 7 maggio”. Inizia così la lettera del Cardinale di Milano, Angelo Scola, che annuncia così in maniera ufficiale la presenza di Papa Francesco nella città meneghina. “Il gesto del Santo Padre – scrive Scola - è segno delicato di affetto e di stima per la Chiesa ambrosiana, per la metropoli milanese e per la Lombardia tutta”, e “fin da ora esprimiamo la nostra gratitudine al Papa, che verrà a confermarci nella fede come domanda il suo ministero petrino; ministero d’amore personale ed ecclesiale”.
Udienza particolare per Papa Francesco. Si celebrano i cinquanta anni dalla dichiarazione conciliare “Nostra Aetate,” sul rapporto del cristianesimo con le religioni non cristiane, e i rappresentanti di varie religioni – che celebrano l’anniversario in un convegno internazionale alla Pontificia Università Gregoriana – affollano piazza San Pietro in una giornata di tempo instabile (per questo i malati guardano dall’Aula Paolo VI, dove sono - dice il Papa, prima di benedirli a distanza - "più comodi e tranquilli"). Invece del Vangelo, si legge un passo scelto della dichiarazione conciliare. E, tra i grandi risultati della dichiarazione, Papa Francesco ne individua uno in particolare: la trasformazione del rapporto tra cristiani e ebrei. Perché “da nemici ed estranei, siamo diventati amici e fratelli.” E chiede una ‘alleanza tra le religioni’ nelle opera di carità durante il Giubileo della misericordia, per rispondere ai problemi del mondo a partire dalla preghiera comune.
Con grande emozione è stato accolto, dai detenuti del Carcere di Pordenone, la corona del S. Rosario inviata ad ognuno di loro da Papa Francesco e consegnata da P. Edmondo Caruana, Responsabile Editoriale della L.E.V., in occasione dell'incontro organizzato nell'ambito della rassegna editoriale “La Libreria Editrice Vaticana a Pordenone”. “Per noi è stato un momento molto importante e un grande onore essere ricordati da Papa Francesco” – ha dichiarato il direttore del Carcere circoscrizionale, dott. Alberto Quagliotto. “I detenuti – ha dichiarato il Cappellano del Carcere, don Piergiorgio Rigolo – hanno apprezzato molto il regalo del Santo Padre e sicuramente pregheranno per lui come ha chiesto”.
Telegramma di cordoglio di Papa Francesco per le vittime del terremoto in Afghanistan e in Pakistan. Nel testo – firmato dal Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin – Papa Bergoglio esprime profondo dolore dopo avere appreso “della tragica perdita di vite in Afghanistan e Pakistan in conseguenza del terremoto nella regione”.
Il processo di riforma della Curia Romana va avanti, ma dinanzi ad “alcuni problemi” è necessario “prontamente provvedere”. Lo scrive il Papa in una lettera inviata al Cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin.
Don Corrado Lorefice, Parroco e Arciprete della Parrocchia di San Pietro Apostolo a Modica, è il nuovo Arcivescovo di Palermo. Mons. Matteo Maria Zuppi, finora Vescovo Ausiliare di Roma, è il nuovo Arcivescovo di Bologna.
Su Rom e Sinti “il Papa chiede di voltare pagina”. E questo “si può puntando subito su scolarizzazione e integrazione”. Per Sant’Egidio, tra gli organizzatori dell’incontro mondiale del Popolo gitano a Roma, che ieri è culminato con l’udienza in Aula Paolo VI, “sradicare l’antigitanismo è un dovere delle nostre società”.
Piangiamo un “generoso pastore che nel suo lungo ministero ecclesiale si è dimostrato impavido testimone del Vangelo e strenuo difensore della fede cristiana e dei diritti della persona umana”. Sono le parole del Papa nel telegramma di cordoglio per la morte, avvenuta sabato mattina, del Cardinale slovacco Ján Chryzostom Korec, vescovo emerito di Nitra.
“Papa Francesco a Milano il 7 maggio 2016”. Il titolo svetta nel sito ufficiale della diocesi meneghina, che annuncia anche le parole dell’arcivescovo della Chiesa ambrosiana.
Hanno iniziato ad arrivare alle 8 questa mattina per essere con il Papa. I Gitani di ogni perte del mondo. In Aula esibizioni e canti, preghiere in diverse lingue e di diverse religioni per ricordare i 50 anni della vista di Paolo VI al campo nomadi di Pomezia il 26 settembre 1965.
Dignità umana, nuovi conflitti armati, situazione internazionale con aree del mondo come Africa e Medio Oriente dove si moltiplicano i teatri di guerra. Su tutto questo sono chiamati a riflettere i Cappellani militari che svolgono a Roma il IV corso di aggiornamento sul Diritto internazionale umanitario. E a loro il Papa, che li ha ricevuti in udienza questa mattina, ha ricordato come la guerra “ sfigura i leami tra fratelli” ma sfigura anche coloro che sono testimoni di tali atrocità.
“La situazione nelle vostre terre di origine è gravemente compromessa dall’odio fanatico del terrorismo che continua a provocare una forte emorragia di fedeli che si allontanano dalle terre dei loro padri, ove sono cresciuti ben radicati nel solco della tradizione.”
Il Papa si è recato questa sera verso le 19.30 in forma privata al Policlinico Gemelli per una breve visita al card. Roger Etchegaray che vi si trova ricoverato.
“Il primo a voler camminare insieme con noi, a voler fare “sinodo” con noi, è proprio Lui, il nostro Padre. Il suo “sogno”, da sempre e per sempre, è quello di formare un popolo, di radunarlo, di guidarlo verso la terra della libertà e della pace. E questo popolo è fatto di famiglie: ci sono «la donna incinta e la partoriente»; è un popolo che mentre cammina manda avanti la vita, con la benedizione di Dio.” Papa Francesco ha salutato così i fedeli che si sono radunati in piazza san Pietro per la recita dell’Angelus dopo la celebrazione della messa che ha concluso il Sinodo sulla famiglia.
Ci sono due tentazioni per chi segue Gesù: “di fronte ai continui problemi, meglio andare avanti, senza lasciarci disturbare” e poi c’è il rischio “di cadere in una “fede da tabella”. Possiamo camminare con il popolo di Dio, ma abbiamo già la nostra tabella di marcia”.
Un discorso duro quello di Papa Francesco a conclusione del Sinodo sulla famiglia e la sua vocazione e missione, che parte da una domanda: “che cosa significherà per la Chiesa concludere questo Sinodo dedicato alla famiglia?”
"Il pellegrinaggio di 5000 rom a Roma, provenienti almeno da 20 nazioni del mondo - di cui quasi 2000 rom da 9 regioni e 26 diocesi italiane - e che si concluderà lunedì 26 ottobre con l’udienza del Papa in sala Nervi, costituisce per la Fondazione Migrantes, che ha collaborato con il Pontificio Consiglio dei Migranti e degli Itineranti alla preparazione all’evento, un gesto concreto e un segno nel cammino di preparazione del Giubileo della misericordia." Lo scrive in un comunicato la Migrantes, ufficio dei vescovi italiani per la pastorale dei migranti e itineranti.
"Papa Francesco si unisce alla preghiera e al dolore delle famiglie e consegna le vittime alla misericordia di Dio, affinché le accolga nella sua luce."