Papa Francesco prega per il vescovo italiano, Padre Christian Carlassare, ferito nei giorni scorsi in Sud Sudan. È stato il direttore della sala stampa vaticana, Matteo Bruni, ad informare della preghiera speciale di Papa Francesco per il 43enne missionario, il vescovo italiano più giovane al mondo.
Il vescovo italiano della diocesi di Rembek, in Sud Sudan, Christian Carlassare, è stato aggredito ieri sera e rimasto ferito da alcuni colpi di armi da fuoco. Sta ricevendo le prime cure in una struttura sanitaria della diocesi sud-sudanese. Le sue condizioni sono stabili. A confermare la notizia sono state diverse fonti che hanno raccontato la triste vicenda all'agenzia ACI Africa.
È sacerdote e missionario in una delle aree più difficili del mondo, il Sud-Sudan, ed è ora il più giovane vescovo di tutta la Chiesa romana. Il nuovo vescovo della diocesi di Rembek in Sud Sudan si chiama Christian Carlassare. Lui ha descritto la sua nomina episcopale di lunedì 8 marzo come un'immagine del "Dio delle sorprese".
In un messaggio di auguri per Natale inviato ai leader politici del Sud Sudan e firmato insieme al Primate Anglicano Justin Welby e al Moderatore della Chiesa Scozzese Martin Fiar, il Papa ha ricordato gli impegni assunti in Vaticano nel 2019 per l'attuazione degli accordi di pace.
In una situazione politica ancora di stallo, e con la volontà ferma di fare un viaggio nel Paese il prossimo anno, Papa Francesco ha inviato ai leader del Sud Sudan un messaggio di auguri natalizio firmato insieme all’arcivescovo Justin Welby, primate della Chiesa anglicana, e al reverendo John Chalmers, già moderatore della Chiesa Presbiteriana di Scozia, per chiedere “un rinnovato impegno nel cammino di riconciliazione e di fraternità” perché finalmente possano compiere quel viaggio ecumenico nel Paese che Papa Francesco vorrebbe fare già nel 2020.
Nel pomeriggio di oggi, 13 novembre 2019, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza Sua Grazia Justin Welby, Arcivescovo di Canterbury, accompagnato da Sua Grazia Ian Ernest, Arcivescovo Direttore del Centro Anglicano di Roma e Rappresentante della Comunione Anglicana presso la Santa Sede.
Il ritiro spirituale dei leader del Sud Sudan in Vaticano si è concluso con l’implorazione di Papa Francesco affinché si mantenga la pace in Sud Sudan. Si lavora, adesso, per un viaggio di Papa Francesco nella regione.
Papa Francesco si inginocchia e bacia i piedi ai tre leader del Sud Sudan. Chiede loro di tenere i litigi in ufficio e "le mani unite davanti al popolo", e li prega di rimanere nella pace. Il Papa conclude così i due giorni di ritiro spirituale in Santa Marta. Non un incontro diplomatico, ma piuttosto un incontro di preghiera, con il presidente del Sud Sudan Salva Kiir, il leader dell’opposizione Rick Machar, e i membri delle Chiese cristiane.
“Papa Francesco ha approvato la proposta presentata dall’Arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, di organizzare un ritiro spirituale che avrà luogo in Vaticano, presso la Domus Sanctae Marthae, il 10 e l’11 aprile corrente, con la partecipazione delle massime Autorità civili ed ecclesiastiche del Sud Sudan”. È il Direttore ad Interim della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti, a comunicare la notizia.
La visita dell’arcivescovo Paul Richard Gallagher in Sud Sudan precede un incontro ecumenico del leader del Paese africano in Vaticano, cui dovrebbe partecipare anche Papa Francesco. E testimonia il grande sforzo della Santa Sede per portare riconciliazione e giustizia nel Paese, con il sogno di un viaggio di Papa Francesco, reiterato recentemente al presidente Salva Kiir in visita in Vaticano.
Sebbene sia stata aperta una nunziatura in Sud Sudan, non è ancora tempo per un nunzio solo per il Paese. Come tradizione, infatti, “ambasciatore del Papa” a Giuba è stato nominato il nuovo nunzio in Kenya. Porterà avanti un compito delicato, e sarà chiamato anche eventualmente ad aiutare Papa Francesco a visitare il Paese, come desidererebbe.
Per la prima volta, Papa Francesco aggiunge ai documenti in dono ai capi di Stato che gli vanno a fare visita la Dichiarazione sulla Fratellanza Umana, firmata negli Emirati Arabi Uniti con il Grande Imam di al Azhar al Tayib. Lo fa incontrando il presidente del Sud Sudan Salva Kiir Mayardit, al quale rinnova l’auspicio di poter compiere un viaggio nel Paese, desiderato ormai da tempo dal Papa.
Il conflitto civile in corso, un desiderato viaggio che ancora non è avvenuto, e il rafforzamento della presenza della Santa Sede con lo stabilimento di una nunziatura residenziale: la visita ad limina dei vescovi del Sud Sudan a Papa Francesco, avvenuta questa mattina, si colloca in questo scenario.
L’apertura di una nunziatura in Sud Sudan è stata annunciata con gioia dai vescovi del Paese, e rappresenta un passo avanti nei rapporti diplomatici con la Santa Sede che sono stati stabiliti a partire dal 2013. La notizia arriva al culmine di una settimana che è stata importante per la diplomazia vaticana soprattutto per gli incontri non annunciati nei bollettini ufficiali: quello di Papa Francesco con lo sceicco Abdullah Bin Zayed al Nahyan degli Emirati Arabi Uniti, e quello del Cardinale Pietro Parolin con il presidente del Senato del Kazakhstan Kassym-Jomart Takyev.
In un incontro con Consiglio Ecumenico delle Chiese del Sud Sudan, Papa Francesco ha espresso nuovamente il suo desiderio di andare in Sud Sudan.
“Invito tutti i fedeli ad una speciale Giornata di preghiera e digiuno per la pace il 23 febbraio prossimo, venerdì della Prima Settimana di Quaresima. La offriremo in particolare per le popolazioni della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan”.
La pace, la lotta alla povertà, la mancanza di educazione e di opportunità lavorative per i giovani, i matrimoni forzati: sono solo alcune delle sfide principali per costruire la pace in Sud Sudan. Se n’è parlato alla Tavola Rotonda “Costruire la pace insieme”, un progetto nato per mantenere viva l’attenzione sul travagliato paese dell’Africa centrale. ACI Stampa ha affrontato l’argomento con John Ashworth, missionario in Sudan e in Sud Sudan, consigliere della Conferenza Episcopale, del Consiglio delle Chiese del Sud Sudan e di altre organizzazioni ecclesiastiche.
“Noi cristiani crediamo e sappiamo che la pace è possibile perché Cristo è risorto. Lui ci dona lo Spirito Santo che abbiamo invocato”. Così Papa Francesco invitava tutti i fedeli a pregare durante la celebrazione di preghiera per la pace in Sud Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo lo scorso novembre a San Pietro. E su questo “speciale invito” del Pontefice nasce la Tavola Rotonda “Costruire la pace insieme” per il Sud Sudan e la Repubblica Democratica del Congo, che si è tenuta ieri alla Pontificia Università Urbaniana.
Il colore e i suoni dell’ Africa a San Pietro per pregare per la pace in Sud Sudan e in Congo. Una veglia con Papa Francesco che tanto avrebbe voluto essere in quelle regioni, una preghiera per la conversione dei cuori: “Nel Sud Sudan avevo già deciso di compiere una visita, ma non è stato possibile- ha detto- Sappiamo però che la preghiera è più importante, perché è più potente: la preghiera opera con la forza di Dio, al quale nulla è impossibile”.
L’appuntamento è per il 23 novembre prossimo alle 17.30 per una Veglia di preghiera nella Basilica San Pietro, per la pace in Sud Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo