Al via il 30 settembre la VII edizione di LoppianoLab con oltre un migliaio di partecipanti. Esperti e personalità del mondo della cultura, dell’economia e della politica progettano l’Italia di oggi e di domani in sinergia con la società civile.
È una Porta Santa speciale, quella che Papa Francesco ha benedetto durante la Messa nella stadio di Tbilisi. Arrivata direttamente da Rustavi, per tutto l’Anno Santo è rimasta in un giardino, in attesa di una chiesa della Divina Misericordia che doveva essere costruita là. E ora, dopo la benedizione del Papa, si spera che la situazione si sblocchi.
La prima messa in terra georgiana Papa Francesco l’ha celebrata stamane - nella memoria liturgica di Santa Teresa di Lisieux - nello stadio Meskhi di Tbilisi.
Una beata e un santo per mettersi la Patria “sulle spalle”, e realizzare una cultura dell’incontro in cui “vivere con dignità” ed esprimersi “pacificamente” senza essere insultato, condannato, aggredito o scartato.
“In Georgia siamo testimoni di un grave disagio sociale di cui sono vittime i minori abbandonati negli istituti e di un’enorme povertà diffusa fra le famiglie”, a denunciarlo è Giovanni Ramonda, Responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII che domani pomeriggio nel paese caucasico sarà presente all’incontro del Santo Padre Papa Francesco con gli operatori delle opere di carità della Chiesa.
Sono due i grandi poeti nazionali georgiani che il Papa cita nel suo discorso al Patriarca della Georgia, Elia II.
Il Caucaso per Papa Francesco è il ponte tra Europa ed Asia, e così nell’incontro con la Chiesa ortodossa che per la prima volta manda una delegazione a partecipare alla messa del Papa in Georgia, cita gli autori Giovanni Paolo II e i grandi autori della nazione.
Papa Francesco è in Georgia, prima tappa del Viaggio Apostolico nel Caucaso che lo vedrà domenica raggiungere anche l’Azerbaijan. Dopo la cerimonia di benvenuto all’aeroporto di Tbilisi il Pontefice - accolto anche dal Patriarca Ortodosso Ilia II - ha raggiunto il palazzo presidenziale per la visita di cortesia al Presidente Giorgi Margvelashvili. Al termine dell’incontro Papa Francesco si è intrattenuto con i rappresentanti del mondo politico, della società civile e con gli ambasciatori accreditati.
Una regione montuosa di circa 10.000 km quadrati inserito nell’Altopiano del Caucaso Meridionale. Parliamo del Nagorno Karabakh, una zona contesa tra l’Armenia e l’Azerbaijan teatro di una aspra guerra, il cui focolaio - mai spento - si è ultimamente riacceso. E di pace parlerà sicuramente il Papa nella sua visita - domenica - in Azerbaijan, un auspicio espresso da Francesco già il 25 giugno scorso durante il Viaggio Apostolico in Armenia.
Un Paese con un bel dialogo ecumenico ed interreligioso, ma con ancora i segni di un conflitto che non accenna a diminuire. Così don Vladimir Fekete descrive la situazione dell’Azerbaigian. Salesiano, superiore della Mission Sui Iuris del Paese caucasico che il Papa visiterà il prossimo 1 ottobre, don Fekete ospiterà anche il Papa a pranzo nella casa dei salesiani, i missionari più attivi a Baku.
Tra poche ore il Papa sarà in Georgia e, dopo un giorno, in Azerbaijian. Sono le visite che mancavano perché potesse fare una visita completa in Caucaso. Come il suo predecessore Francesco ha dovuto spezzare in due il viaggio a causa della instabilità politica della regione.
Papa Francesco è partito stamane per la Georgia, prima tappa del viaggio apostolico nel Caucaso.
Dopo il tragico attentato nella città bangladese di Dacca, avvenuto tra il 1° e il 2 luglio scorsi, la famiglia di una delle vittime, Simona Monti, uccisa durante la gravidanza, ha contribuito tramite ACS-Italia alla costruzione della chiesa di San Michele ad Harintana, piccola cittadina del Bangladesh meridionale appartenente alla diocesi di Khulna. Due giorni fa, martedì 27 settembre, è stata posta la prima pietra del nuovo luogo di culto.
Due giorni di Simposio per parlare del ruolo delle donne nella Chiesa. La Congregazione per la dottrina della fede lo ha promosso un simposio presso il Centro internazionale di animazione missionaria, situato nel campus della pontificia università Urbaniana.
Si è concluso ieri a Roma il Consiglio Permanente della Cei, presieduto dal Cardinale Angelo Bagnasco che stamane ha incontrato la stampa per fare il punto sui lavori, aperti lunedì dalla prolusione dello stesso porporato.
Grande festa per la nuova sede della famiglia EWTN a Roma. Ieri, sulla terrazza del nuovo ufficio, in Via della Conciliazione, è avvenuta l’inaugurazione dei locali, con la benedizione di mons. Dario Viganò, Prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede. Presente anche mons. Georg Gänswein, Prefetto della Casa Pontificia.
Ai funerali di Shimon Peres, ex Presidente di Israele e Premio Nobel per la pace nel 1994, che si terranno venerdì a Gerusalemme, parteciperanno come delegazione dello Stato Vaticano, in rappresentanza di Papa Francesco, l'Arcivescovo Antonio Franco, insieme all'Arcivescovo Giuseppe Lazzarotto, attuale Nunzio e delegato Apostolico in Israele e monsignor Matteo De Mori, Cancelliere.
Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo. Questo il tema scelto da Papa Francesco per la 51esima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: "Non temere perchè io sono con te". Un invito a raccontare la storia del mondo e le storie degli uomini e delle donne, secondo la logica della “buona notizia” del Vangelo.
“Grazie per il sostegno attento ed efficace a quanto la Chiesa va compiendo per cercare di lenire le sofferenze di milioni di vittime di questi conflitti. In tal senso vorrei sottolineare l’importanza di una rinnovata collaborazione a tutti i livelli tra i diversi soggetti che operano in questo settore”.Papa Francesco apre così i lavori per la quinta riunione sulla crisi umanitaria siriana e irachena promossa dal Pontificio Consiglio “Cor Unum”.
A maggio Papa Francesco ha ricevuto il Premio Carlo Magno, una occasione per mettere al centro della riflessione l’ Europa. A fine agosto il Ratzinger Schulerkreis ha messo al centro del dibattito di nuovo l’ Europa. Intanto si dibatte sulla Brexit e sulle politiche di accoglienza. Ma davvero l’ Europa vive una crisi? E perché?