‘Siamo tutti fratelli’ è il motto della visita che Papa Francesco farà in Azerbaigian nell’ambito del viaggio che, dal 30 settembre al 2 ottobre, lo porterà anche in Georgia a completamento di un itinerario nella regione caucasica che ha già visto il pontefice pellegrino in Armenia lo scorso giugno.
“Il mondo ha bisogno di perdono. Troppe persone vivono rinchiuse nel rancore e covano odio, perché incapaci di perdono, rovinando la vita propria e altrui piuttosto che trovare la gioia della serenità e della pace”. Sono queste le parole che Papa Francesco ha pronunciato in visita ad Assisi per celebrare l’ottavo centenario del “Perdono di Assisi”. Anche i bolognesi hanno avuto “la loro” Porziuncola, in legno e riprodotta a grandezza naturale, durante i giorni di Festival Francescano, dal 23 al 25 settembre. L’evento, organizzato dal Movimento Francescano dell’Emilia-Romagna, ha avuto come slogan “per forza o perdono” per attualizzare i molteplici significati del Giubileo straordinario della Misericordia.
A leggere gli articoli di giornale o a scorrere le notizie, si può pensare che la persecuzione anti-cristiana avviene solo ad opera di fondamentalismi islamici, e viene perpetuata attraverso azioni spettacolari e violente come quelle della setta di Boko Haram o del Daesh, l’autoproclamato Stato Islamico. Ma non è così. E c’è un libro, “Perseguiteranno anche voi” (La Bussola Quotidiana), scritto da Marta Petrosillo, portavoce di Aiuto alla Chiesa che Soffre Italia, che lo spiega.
La preghiera dell’Angelus di questa domenica, dedicata al Giubileo dei Catechisti, si apre con il ricordo di Papa Francesco della proclamazione del Beato Engelmar Unzeitig, sacerdote della Congregazione dei Missionari di Mariannhill. “Ucciso in odio alla fede – dice il Papa - nel campo di sterminio di Dachau, egli all’odio contrappose l’amore, alla ferocia rispose con la mitezza. Il suo esempio ci aiuti ad essere testimoni di carità e di speranza anche in mezzo alle tribolazioni”.
“In questo Giubileo dei catechisti, ci è chiesto di non stancarci di mettere al primo posto l’annuncio principale della fede: il Signore è risorto. Non ci sono contenuti più importanti, nulla è più solido e attuale. Ogni contenuto della fede diventa bello se resta collegato a questo centro, se è attraversato dall’annuncio pasquale”. Cosi Papa Francesco apre la sua omelia nella Messa per il Giubileo dei catechisti.
Un filare di alberi resiste alla bufera, un albero da solo no, per questo il compito del catechista va svolto in comunità.
Un incontro dove si sono simbolicamente avvicinate due città, separate da quasi 3000km, ma unite da sfide simili: Calais e Lampedusa. L’appuntamento tra le due città, note per il loro protagonismo nella storia migratoria recente, è diventato una occasione per ricordare che l'attuale crisi migratoria non è un affare di pochi, ma riguarda tutti e l'Unione Europea in prima persona. E’ accaduto dal 21 al 23 settembre 2016, dove si sono radunati nell'isola di Lampedusa Mons. Jean Paul Jaeger, Vescovo della diocesi di Arras (diocesi francese, dove si trova Calais), il Cardinale Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento e il Vescovo Mons. Guerino Di Tora della Fondazione Migrantes della Cei.
Le loro storie non sono conosciute al grande pubblico. Eppure, la grande storia dell’evangelizzazione delle americhe passa anche da quattro santi americani, sconosciuti ai più, che si sono dimostrati con la loro vita veri e propri testimoni di misericordia. Li ha celebrati la Pontificia Commissione dell’America Latina, insieme con l’arcidiocesi di Denver, in un simposio tutto dedicato a queste quattro figure.
E’ passato un mese da quella tragica notte del 24 agosto quando una scossa di magnitudo 6 ha colpito il centro Italia. Da allora la terra non ha mai smesso di tremare.
“Desidero condividere il vostro dolore, un dolore che si fa ancora più forte quando penso ai bambini, persino a intere famiglie, la cui vita è stata strappata all’improvviso e in modo così drammatico. A ciascuno di voi assicuro la mia compassione, la mia vicinanza e la mia preghiera”. Papa Francesco accoglie con queste parole i familiari delle vittime dell’attentato di Nizza avvenuto il 14 luglio scorso. L’Udienza si è svolta in Aula Paolo VI.
“Voi siete un segno concreto di come si esprime la misericordia del Padre”. Così Papa Francesco appella le Suore Ospedaliere della Misericordia, ricevute in Udienza nella mattinata.
Una “santa alleanza” per l’integrazione. Così potrebbe chiamarsi quella sancita tra salesiani e gesuiti impegnati a Genova - nello specifico all'Opera Don Bosco di Sampierdarena - per aiutare i giovani, e non solo giovani, immigrati ad inserirsi nel tessuto sociale italiano.
Una disamina della situazione internazionale, la richiesta di centrare tutte le politiche dell’agenda 2030 sulla dignità dell’essere umano, e la consapevolezza che non c’è pace senza sviluppo umano integrale: il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, conclude la sua settimana alle Nazioni Unite delineando l’agenda della Santa Sede e chiedendo con forza l’impegno portato avanti dai governi.
Che i miracoli siano importanti per la Chiesa cattolica è certo. Su come si possano accertare c’è una lunga storia di regole, tentativi e norme.
Lotta la corruzione, la Santa Sede aderisce alla Convenzione ONU. Lo scorso 19 settembre, la delegazione della Santa Sede alle Nazioni Unite ha presentato lo strumento di adesione alla convenzione, che risale al 2003. Allo strumento di adesione, la Santa Sede ha accluso due riserve e tre dichiarazioni interpretative. La Convenzione entrerà in vigore per la Santa Sede e per lo Stato di Città del Vaticano il 19 ottobre.
E’ alla luce della riflessione avviata negli ultimi anni assieme a diversi organismi ecclesiali sulla risposta della Chiesa all’intenso flusso migratorio verso l’Europa, e cercando di integrarla alla riflessione della Chiesa nell’Anno della Misericordia, che si apriranno lunedì 26 settembre a Madrid i lavori dell’incontro annuale dei responsabili della pastorale per i migranti in Europa.
Via libera della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa al documento su “Sinodalità e Primato nel Primo Millennio. Verso una comune comprensione nel servizio all’unità della Chiesa”.
“E’ una grande gioia essere qui per il primo centenario di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, è un evento di grazia: Padre Pio è stato un riflesso visibile della misericordia di Dio”. Lo ha detto il Cardinale Angelo Bagnasco, presiedendo la messa a San Giovanni Rotondo in occasione della memoria liturgica di San Pio da Pietrelcina.
Si chiama “Progetto Europa”, ed è uno dei tanti progetti dei salesiani di Genova. Ma questo progetto – che si aggiunge alla scuola, all’oratorio, alle attività sportive – ha un sapore tutto particolare. Perché nasce nella prima opera che Don Bosco ha voluto fuori dal Piemonte. Perché racconta una storia di migrazioni e viaggi, raccontando così la storia di una città. E perché è una delle opere di misericordia che i partecipanti al Congresso Eucaristico di Genova hanno visitato.
Come combattere la radicalizzazione della religione? Con un maggiore impegno a fianco delle organizzazioni religiose. Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, nei suoi discorsi alle Nazioni Unite continua a reiterare quella che è diventata una linea decisa della Santa Sede. Ovvero che le religioni sono la soluzione, e non la fonte, del problema del radicalismo.