“Confortatevi a vicenda. Parlare di questo: ma io vi domando: noi parliamo di questo, che il Signore verrà, che noi incontreremo Lui? O parliamo di tante cose, anche di teologie, di cose di Chiesa, di preti, di suore, di monsignori, tutto questo? E il nostro conforto è questa speranza? ‘Confortatevi a vicenda’: confortatevi in comunità. Nelle nostre comunità, nelle nostre parrocchie, si parla di questo, che siamo in attesa del Signore che viene? O si chiacchiera di questo, di quello, di quella, per passare un po’ il tempo e non annoiarsi troppo?”.
“Non si può fare comunità senza vicinanza”. E bisogna sporcarsi le mani. Lo ha detto Papa Francesco nell’omelia durante la messa mattutina a Santa Marta. “Non si può fare pace senza vicinanza – ha detto ancora -. Non si può fare il bene senza avvicinarsi. Gesù ben poteva dirgli: ‘Sii guarito!’. No: si avvicinò e lo toccò. Di più! Nel momento che Gesù toccò l’impuro divenne impuro. E questo è il mistero di Gesù: prende su di sé le nostre sporcizie, le nostre cose impure. Paolo lo dice bene: ‘Essendo uguale a Dio, non stimò un bene irrinunciabile questa divinità; annientò se stesso’. E poi, Paolo va oltre: ‘Si fece peccato’. Gesù si è fatto peccato. Gesù si è escluso, ha preso su di sé l’impurità per avvicinarsi a noi”.
Attenzione ai falsi profeti, Gesù mette in guardia “dai falsi profeti” e invita a distinguere “dove sono i veri profeti e dove sono gli pesudoprofeti, dove sono i veri predicatori del Vangelo e dove sono quelli che predicano un Vangelo che non è Vangelo”. Lo ha detto il Papa stamane nel corso della messa quotidiana a Santa Marta.
Accumulare ricchezza genera guerre e perdita di dignità. Il Papa di questo ha parlato nella omelia pronunciata a Santa Marta questa mattina, “Le ricchezze ha detto il Papa hanno la tendenza a crescere, a muoversi, a prendere il posto nella vita e nel cuore dell’uomo” e il rischio è la corruzione. Certo, riconosce Francesco, “alla radice” dell’accumulo “c’è la voglia di sicurezza”.
“Chi si crede forte, chi si crede capace di cavarsela da solo almeno è ingenuo e alla fine rimane un uomo sconfitto da tante, tante debolezze che porta in sé”. Papa Francesco a Santa Marta questa mattina parla dell’essere “deboli”, come effetto che “tutti noi portiamo dopo la ferita del peccato originale”.
“Ma questo sacerdote parla troppo di povertà, questo vescovo parla di povertà, questo cristiano, questa suora parlano di povertà… Ma sono un po’ comunisti, no? La povertà è proprio al centro del Vangelo. Se noi togliessimo la povertà dal Vangelo, non si capirebbe niente del messaggio di Gesù”. Lo ha detto stamane Papa Francesco nel corso della Messa mattutina a Santa Marta.
“Passioni” e “rumori mondani” devono rimanere lontano dal cuore dell’ uomo che deve esser solo attento ad accogliere la grazia di Dio. Nella messa della mattina a Santa Marta il Papa ha detto che il cristiano deve avere il cuore sgombro dal “rumore del diavolo”.
Compito dei discepoli è annunciare la Buona Novella. Lo ha ricordato il Papa, stamane, nel corso della Messa a Santa Marta. “Se un discepolo rimane fermo e non esce – ha ammonito Francesco - e non dà quello che ha ricevuto nel Battesimo agli altri, non è un vero discepolo di Gesù: gli manca la missionarietà, gli manca uscire da se stesso per portare qualcosa di bene agli altri”.
Parla chiaramente della necessità della identità cristiana Papa Francesco, anche, come ha detto più volte, per poter entrare in dialogo con chi non è cristiano. Questa mattina nella omelia della messa a Santa Marta il Papa ha messo in guardia da chi vuole trasformare il cristianesimo in una “bella idea” e chi ha invece sempre bisogno “di novità dell’identità”. Quindi, ha ribadito che un altro rischio per la testimonianza cristiana è la mondanità di chi “allarga la coscienza” così tanto da farci entrare dentro tutto. “Per arrivare a questa identità cristiana”, Dio “ci ha fatto fare un lungo cammino di storia” fino a quando inviò suo Figlio.
I fallimenti sono la via della redenzione. Lo ha dimostrato Gesù nell’apparente “fallimento” della Croce; che invece si è rivelata la “vittoria dell’amore di Dio”, la manifestazione dell’“amore di Dio col suo popolo”: “Ci farà bene fare memoria, memoria di questa storia di amore che sembra fallita, ma alla fine vince. E’ la storia di fare memoria nella storia della nostra vita, di quel seme di amore che Dio ha seminato in noi e come è andata, e fare lo stesso che ha fatto Gesù a nome nostro: si umiliò”.
La pianta di fico che non dà frutto "rappresenta la persona che non fa niente per aiutare, che vive sempre per se stessa, affinché non le manchi niente. Gesù condanna la sterilità spirituale, l’egoismo spirituale. Io vivo per me, che a me non mi manchi niente e che gli altri si arrangino!”. Così questa mattina il Papa nell'omelia pronunciata nel corso della Messa quotidiana a Santa Marta
Il rapporto con Gesùnon può essere chiuso, egoistico. Lo ha ribadito questa mattima il Papa nel corso della Messa quotidiana a Santa Marta.
Parte dal dialogo tra Gesù e Pietro, con l’apostolo che chiede al Maestro cosa avranno in cambio i discepoli nel seguirlo, dato che il Signore aveva detto al giovane ricco di vendere tutti i suoi beni e darli ai poveri. Ma – sottolinea Papa Francesco nell’omelia del giorno pronunciata nella cappella della Domus Sanctae Marthae, la cui sintesi è fornita da Radio Vaticana – un cristiano “non può avere il cielo alla terra,” non si può attaccare ai beni.
Un nuovo monito contro la corruzione è stato lanciato stamane dal Papa, nel corso dell'omelia pronunciato nella messa quotidiana a Santa Marta.
L'anelito dell'ut unum sint è stato al centro dell'omelia che Papa Francesco ha pronunciato questa mattina nel corso della messa a Santa Marta.
Bisogna pensare al momento del nostro congedo, “anche l’ultimo”. Così il Papa stamane nella messa quotidiana a Santa Marta.
“La paura è un atteggiamento che ci fa male. Ci indebolisce, ci rimpiccolisce. Anche ci paralizza, la paura ti porta a un egocentrismo egoistico e ti paralizza. Un cristiano pauroso è una persona che non ha capito quale sia il messaggio di Gesù”. Lo ha detto il Papa stamane nel corso della messa mattutina a Santa Marta.
Il lamento del Papa per i cristiani perseguitati si alza dalla Cappella della Domus Sanctae Marthae, nella consueta omelia che il Papa nella messa quotidiana. Si parte dall’annuncio ai discepoli dello Spirito Santo, dallo scandalo della Croce, per giungere al compimento della profezia di Gesù, l’ora in cui – racconta il Papa – “chiunque vi ucciderà, crederà di rendere culto a Dio”. “Un cristiano che non prende sul serio questa dimensione ‘martiriale’ della vita non ha capito ancora la strada che Gesù ci ha insegnato,” commenta Papa Francesco.
Commentando le tensioni all'interno delle prime comunità cristiane il Papa - stamane nella Messa quotidiana celebrata a Santa Marta - ha ribadito che i problemi all'interno della Chiesa vanno affrontati e risolti attraverso il dialogo ed il confronto.
L'amore vero "è più nei fatti che nelle parole, non è un amore di telenovela, una fantasia: il vero amore è concreto, è nelle opere, è un amore costante. Non è un semplice entusiasmo. Anche, tante volte è un amore doloroso". Lo ha ricordato il Papa stamane celebrando la Messa quotidiana nella cappella della Casa Santa Marta.