Chi lo abbia scolpito di certo non si sa, ma è altrettanto certo che quello sguardo di Cristo morente sulla croce attira lo sguardo dei fedeli da 5 secoli.
Non solo la grande storia dei martiri greco cattolici beatificati da Papa Francesco, ma anche le storie più piccole e significative. Come quella di un bambino ortodosso in stampelle che ha viaggiato per 400 chilometri per incontrare il Papa a Blaj. Il vescovo Claudiu Pop, ausiliare della Arcieparchia greco cattolica di Fagaras e Alba Iulia, fa con una certa emozione un bilancio della visita di Papa Francesco a Blaj, e ne svela i simboli. A partire dal trono su cui sedeva Papa Francesco
75 anni fa i soldati della V Armata Americana agli ordini del Generale Clark entravano a Roma e la liberavano dall’occupazione tedesca. Era il 4 giugno 1944 e i nazisti lasciavano la Capitale dinanzi all’avanzata Alleata in arrivo da sud dopo lo sfondamento delle linee a Cassino.
Una corrispondenza epistolare ( ai tempi odierni fatta di email ) di amore e per amore. Un dialogo sincero e delicato tra Padre Ricardo e una giovane sposa, Daniela, che ha come obiettivo quello di dimostrare che il matrimonio, non rappresenta nient’altro che l’immagine della relazione trinitaria, perché l’uomo e la donna “possono amarsi con la grazia dello Spirito Santo per l’eternità”.
Ricordare la vicenda umana di questo santo - Pellegrino da Forlì - è tenere vivo non solo il suo ricordo ma la sua protezione verso tutti coloro che sono colpiti da un tumore o da qualche altra malattia.
Dopo la Resurrezione il posto di Cristo non è più presso gli apostoli sulla terra, ma nell’eternità di Dio. E’ per questa ragione che l’evangelista san Luca conclude il suo vangelo con l’episodio dell’Ascensione di Gesù al cielo e le ultime parole di Gesù ai discepoli. Ad essi, e per mezzo di essi alla Chiesa, il Signore affida la missione di educare e di stimolare le persone a desiderare l’amicizia con il Signore per fare progredire e avviare l’umanità verso il Regno di Dio.
Tra le questioni più sentite dalla popolazione ungherese in Romani che il Papa incontra oggi c’è la questione della restituzione dei beni ecclesiastici.
È una Romania che vive ancora le ferite del passato, ma che è sicuramente più aperta d quella che visitò San Giovanni Paolo II. E Papa Francesco la visiterà in maniera estesa, sottolinea l’arcivescovo Miguel Maury Buendia, che è nunzio apostolico in Romania dal 2015.
Una nazione divisa, a causa dell’emigrazione e a causa della perdita del senso religioso, che allontana le persone dalla coscienza personale e dalla coscienza di Dio. È questo il ritratto della Romania fatto dal vescovo Mihai Fratila, che guida i greco-cattolici di Bucarest e che è nel comitato organizzatore del viaggio di Papa Francesco.
All’ingresso della città c’è una lupa, a simboleggiare le origini latine, come in molte città rumene. Ma Blaj è qualcosa di più: Blaj ha fatto del suo legame con Roma una ragione di essere, e questa ragione di essere ne ha fatto il cuore religioso dei cattolici romeni di rito bizantino. Blaj è “la piccola Roma”.
Pio X fu una figura “gigantesca e mite” di Sommo Pontefice. Così Papa Pio XII definì il suo predecessore nel discorso in occasione della sua canonizzazione, il 29 maggio 1954 - esattamente 65 anni fa.
Sarà una rosa d’argento, con il gambo e lo stemma placcati in oro a 24 carati, quella che Papa Francesco porterà davanti alla statua della Vergine nel santuario di Sumuleu Ciuc, in ungherese Cziksomlyo, dove celebrerà Messa l’1 giugno. E sarà questa l’unica “rosa d’oro” mai portata da un Papa nei Carpazi, una onorificenza particolare per il santuario più venerato dal popolo ungherese.
L'idea di fondo di San Michele Garicoits, quando fondò i betharramiti era quella di stabilire un contatto o un ponte fra la Chiesa e la società. Tale programma nasceva dalla constatazione delle difficoltà che attraversava la Francia, dopo la Rivoluzione francese.
Il cuore cattolico della Romania è una diocesi che conta quasi 4 milioni e 700 mila abitanti, di cui il 5,6 per cento sono cattolici. Non è un numero piccolo, in Romania. Ma la zona ha una tradizione cattolica che affonda le radici nel territorio di quella che un tempo era la Valacchia Minore, e ora si chiama Moldova, che ha visto la prima diocesi fondata già nel 1227. Papa Francesco sarà lì per un breve appuntamento, l’1 giugno. Ma sarà un appuntamento molto significativo.
Non sarà ancora terminata la grande cattedrale nazionale ortodossa della Redenzione del popolo di Bucarest, 120 metri di altezza che si stagliano appena dietro il Parlamento, anche quello un monumento di rara enormità che ancora le pretese di grandezza del regime di Ceausescu. Ma sarà lì che Papa Francesco andrà con il Patriarca ortodosso Daniel, dopo l’incontro nella sede del Patriarcato, per pregare il Padre Nostro insieme, chiudendo in qualche modo un cerchio.
“Voi che vi siete liberati dall'incubo della dittatura comunista, non lasciatevi ingannare dai sogni fallaci e pericolosi del consumismo.
Lo Spirito Santo è ritornato al centro della Chiesa con il Concilio Vaticano II e di conseguenza San Paolo VI auspicava la rinascita di un culto nuovo dello Spirito.
Il "discorso della Luna", "Se mi sbaglio mi corrigerete", "Non abbiate paura!", "Sono un umile lavoratore nella vigna del Signore", "Buonasera!", "E mi raccomando: pregate per me!". Frasi, saluti, parole, pronunciati da quattro Pontefici molto diversi tra loro, nell'arco temporale di quasi 60 anni, eppure sono frasi rimaste impresse nella memoria collettiva, che quasi immediatamente identificano chi le ha pronunciate, rappresentano il suo stile, il suo modo di proporsi e, in estrema sintesi, si potrebbe anche dire che nascondono l'impronta del pontificato di ciascuno di loro.
Esiste una Europa cristiana? O meglio, come si trovano le radici cristiane nella Unione Europea? In un periodi in cui da Bruxelles e Strasburgo arrivano segnali contraddittori, in cui i principi su cui si erano basati i padri fondatori sembrano essere dimenticati, basta guardare alla bandiera europea per comprendere che quelle dodici stelle hanno a che fare con Maria, la Madonna.
Era il 2007 quando Benedetto XVI stabiliva il 24 maggio come Giornata Mondiale di Preghiera per i Cattolici Cinesi. È il giorno della Madonna di Sheshan, l’immagine della Vergine più venerata in Cina. Dodici anni dopo, c’è un accordo provvisorio tra Santa Sede e Cina sulla nomina dei vescovi. Ma c’è anche un movimento di sinizzazione delle religioni voluto dal presidente Xi Jinping. Ci sono ancora persecuzioni, abbattimenti di croci e di chiese. Ancora c’è bisogno di pregare.