E’ salesiano George Pallipparambil vescovo della diocesi indiana di Miao, e in 40 anni ha portato il Vangelo dove prima c’era l’animismo e la vita tribale.
I Vescovi della Romania, giunti a Roma per incontrare Papa Francesco in visita ad limina, hanno presentato al Pontefice un documentario particolare: “Sette testimoni per la Piccola Roma”. Il cortometraggio racconta la storia della Chiesa greco-cattolica della Romania. Una chiesa unita con Roma nel 1700, messa fuori legge nel 1948 per oltre 40 anni, ma risorta dalla testimonianza dei martiri e dalla fede del suo popolo.
Il 9 novembre 1732 un uomo sale verso Scala, un piccolo paesino dell'entroterra salernitano ed il personaggio in questione è Sant'Alfonso Maria de Liguori (1696-1787).
Il terreno del convento francescano situato sul fiume Giordano è stato ripulito dalle mine: lo ha verificato il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, il 31 ottobre 2018 durante una visita sul sito, su invito dell'associazione Halo Trust, che lavora dal 2011 allo sminamento dell’area. “Sminare un campo è sempre una cosa buona perché vuol dire trasformare un campo di battaglia in un campo di pace”, sottolinea il Custode di Terra Santa.
La vita di santità esige una perfetta aderenza della condotta ai dettami evangelici. La scelta dello stato, però, fa in modo che si può essere sacerdoti, religiosi, mariti, mogli oppure rimanere nel mondo come laici. Giovan Battista Jossa (1767-1828) fu uno di questi: un laico terziario agostiniano.
È “Il rischio della libertà” il tema del prossimo Festival di Dottrina Sociale che si terrà a Verona dal 22 al 25 novembre. Un tema che si presta a più interpretazioni: si parla del rischio del cammino verso la libertà, ma anche della libertà completamente negata a causa delle persecuzioni. E cosa dire, in fondo, di quel mal interpretato senso di libertà che porta a considerare ogni uomo un oggetto?
Vito Curzio nacque nel 1707 ad Acquaviva, in provincia di Bari, da onesti e pii genitori. Ma la sua esistenza fino all'incontro con Sant'Alfonso non fu certo zelante e pia. Infatti, fino all'età di ventisei anni fu un ragazzo irascibile ed irruento ed i suoi biografi raccontano che era più avvezzo a maneggiar pistoloni che a fare una vita raccolta. Non c'era freno che lo teneva e spesso incontrava i suoi pari in famosi duelli. Superbo e forte trascinava la sua vita all'insegna della grandezza e della virilità.
Domenica scorsa abbiamo lasciato Gesù a Gerico. Ora si trova Gerusalemme e un maestro della legge si avvicina a Gesù per porgli una questione: “Qual è il primo di tutti i comandamenti’”. La domanda si comprende se si tiene in considerazione che gli studiosi della Sacra Scrittura del tempo avevano individuato nell’Antico Testamento ben 613 comandamenti, di cui 365 erano divieti e 248 precetti positivi, distinguendo tra precetti grandi e piccoli, difficili e facili. Nasceva dunque la necessità di conoscere quali tra questi comandamenti dovesse avere la priorità.
Il corpo di san Leopoldo Mandic, padre Leopoldo, come da oltre un secolo i suoi numerosi devoti sparsi nel mondo hanno imparato a chiamarlo confindenzialmente, resterà per sempre esposto nella teca di cristallo, dove si trova da qualche tempo, nel convento di Padova.
Quella di Sant’Angelo d’Acri è stata anche una fede costellata di dubbi, tanto che è uscito due volte dal convento. Ma “la sublimità dell’amore del Signore ha vinto le sue resistenze”, e gli ha fatto capire che la sua missione sarebbe stata fruttuosa “non perché fondata sulla sapienza umana o sulla bravura e talento, ma soltanto sulla forza che emana il crocifisso”.
Il Vangelo oggi ci porta nell’oasi di Gerico collocata a 250 metri sotto il livello del mare e nella quale ci sono i resti della città più antica al mondo. Gesù si trova in questa località è una tappa obbligata per giungere a Gerusalemme. Qui il Signore compie l’ultimo miracolo prima di essere arrestato, condannato e ucciso in croce.
Uno sacerdote, arrivato nella comunità, l’altro catechista prodotto della comunità. Uno missionario, l’altro primo beato nativo del Guatemala. Entrambi assassinati, in odio alla fede, in odio all’opera di promozione umana che portavano santi. Eppure – sottolinea il Cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, nell’omelia della Messa di Beatificazione – il sangue di Padre Tullio Maruzzo e Luis Obdulio è, come dice la profezia di Tertulliano, seme di nuova vita.
“Signore, perché hai fatto risorgere il mio popolo?” Era questa la domanda che l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, si poneva mentre meditava i misteri di Pasqua. E proprio in quel periodo nasceva in don Paolo Asolan, preside del Pontificio Istituto Pastorale Redemptor Hominis della Pontificia Università Lateranense, l’idea di scrivere un libro intervista con lui.
Roma, Parrocchia di Santa Teresa di Avila, estate del 1966, un giovane sacerdote è appena uscito dalla porta della sagrestia e si sta recando nel confessionale, per assistere alle confessioni: è padre Sergio Sorgon O.C.D.
Una preoccupazione pastorale, ma legata anche alla necessità di dare un indirizzo chiaro sui temi di dottrina, con l’esatta percezione che “la regolazione delle nascite non era un tema che riguardava solo le coppie cristiane”, ma era piuttosto un tema universale: il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, descrive in questo modo le preoccupazioni di Paolo VI nel dare forma all’enciclica Humanae Vitae, presentando il libro “La nascita di una enciclica” del professor Gilfredo Marengo lo scorso 18 ottobre.
Uno degli uomini che ha lavorato, con tenacia, per offrire una risposta alle necessità della società del proprio tempo è stato Giorgio La Pira (1904-1977).
Nell’ottobre di due anni fa il terremoto rese inagibile il monastero, intitolato a santa Chiara, ma non minò la forza d’animo e la speranza di una ‘rinascita’.
Historia magistra vitae. Tale affermazione, attribuita a Marco Tullio Cicerone, è senza dubbio molto conosciuta e di conseguenza anche chi di questa straordinaria disciplina si è occupato per un'intera vita come padre Giuseppe Cagni (1922-2014).
Il Vangelo di questa domenica ci presenta due apostoli, Giacomo e Giovanni, i quali domandano a Gesù di avere posti di onore nel suo regno. Si tratta di una richiesta che esprime un desiderio naturale frutto dell’ambizione umana, considerato che i discepoli non avevano ancora compreso l’originalità e la novità di Cristo.
Mieczysław Mokrzycki è oggi arcivescovo di Leopoli, in Ucraina. Ma dal 1996 al 2005 è stato secondo segretario personale di San Giovanni Paolo II, conosciuto da tutti come don Mietek, a fianco all’attuale Cardinale Stanislao Dziwisz che prendeva sempre più mansioni all’interno della Prefettura della Casa Pontificia. Era lì, a fianco a San Giovanni Paolo II, anche nei suoi ultimi momenti. E, a 40 anni dall’elezione, racconta ad ACI Stampa anche come la sua esperienza con il Papa polacco lo aiuti a guidare la sua comunità in Ucraina.