Da un po’ si tempo non se ne sente più parlare nei circoli così detti “impegnati”: La antropologia biblica.
Papa Francesco incontra oggi in Vaticano 33 profughi da Lesbo richiedenti asilo politico, tra cui 14 minori. Un evento importante che termina con l'apposizione di una croce, nell’accesso al Palazzo Apostolico dal Cortile del Belvedere, in ricordo dei migranti e dei rifugiati.
"In un mondo tristemente segnato da conflitti civili, regionali e internazionali, divisioni sociali e disuguaglianze, è essenziale intraprendere un dialogo costruttivo e creativo basato sull’onestà e sulla verità, con l’obiettivo di promuovere una maggiore solidarietà fraterna tra gli individui e all’interno della comunità globale. Da parte sua, la Chiesa cattolica si impegna a collaborare con ogni partner responsabile nel promuovere il bene di ogni persona e di tutti i popoli. È mia fervida speranza che la vostra missione contribuisca anche alla costruzione di un mondo più giusto e pacifico in cui la vita umana, la dignità e i diritti siano rispettati e valorizzati". Lo ha detto Papa Francesco, stamane, ricevendo gli ambasciatori di Seychelles, Mali, Andorra, Kenya, Lettonia e Niger in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.
Il 6 giugno 1980, il Patriarca Ilia della Chiesa Ortodossa Georgiana visitò per la prima volta il Vaticano. L’occasione fu salutata da San Giovanni Paolo II come “un giorno gioioso nella lunga storia delle nostre Chiese”, sottolineando che “come eredi di Pietro e Andrea ci incontriamo come fratelli in Cristo”. Il quarantennale di questa storica visita sarà celebrato il prossimo anno in Vaticano, e Papa Francesco ha scritto personalmente al Patriarca Ilia per dare conto di alcune delle manifestazioni.
Non è un caso che Papa Francesco abbia deciso che fosse Karaganda la sede della nuova amministrazione per i cattolici di rito bizantino del Kazakistan e dell’Asia Centrale. Perché quella città è nota per essere stato uno dei più grandi “lager a cielo aperto” dell’Unione Sovietica. E lì finirono anche molti greco cattolici ucraini, ricordati ad ottobre 2017 dall’arcivescovo maggiore Shevchuk in una lettera pastorale.
E' interamente concentrata sull'importanza del presepe l'Udienza Generale odierna di Papa Francesco, in Aula Paolo VI. L'ultima, prima della pausa delle festività natalizie. Il presepe, "Vangelo domestico", che ricorda al mondo che "Dio non è rimasto invisibile in cielo, ma è venuto sulla Terra, si è fatto uomo".
Ha compiuto 75 anni lo scorso 9 dicembre, e Papa Francesco ha subito accettato la sua rinuncia all’incarico di nunzio apostolico in Francia. L’arcivescovo Luigi Ventura, coinvolto in un caso di molestie, va così in pensione. Lo scorso luglio, la Santa Sede aveva rinunciato anche all’immunità diplomatica.
Papa Francesco abolisce il segreto pontificio sulle cause di abusi su minori, modifica le norme sui delitti più gravi alzando ai 18 anni il limite al di sotto del quale l’abuso è considerato tra i delitti più gravi, include la possibilità anche per i laici di fungere da avvocato o procuratore. Resta fermo, in un mondo in cui è sempre più sotto attacco, il segreto della confessione.
“La vecchiaia, in modo particolare, è un tempo di grazia, nel quale il Signore ci rinnova la sua chiamata: ci chiama a custodire e trasmettere la fede, ci chiama a pregare, specialmente a intercedere;
La vecchiaia va considerata e vissuta come “la stagione del dono e la stagione del dialogo”, perché solo così si può contrastare “lo stereotipo tradizionale” dell’anziano “malato, invalido, dipendente, isolato, assediato da paure, con una identità debole per la perdita di un ruolo sociale”. Lo ha detto Papa Francesco, incontrando i membri dell’Associazione Nazionale Lavoratori Anziani.
“Vi dico il mio grazie per la vostra visita, per gli auguri e soprattutto per le preghiere. E li ricambio di cuore con l’auspicio che il Salvatore renda piena la gioia che oggi vedo sui vostri volti”. Così Papa Francesco - stamane - ha salutato la delegazione dell’Azione Cattolica Ragazzi incontrata per gli auguri natalizi.
La “missione speciale” che Papa Francesco affida ai circa 6 mila fedeli filippini che partecipano alla Messa nella Basilica di San Pietro è che la loro fede “sia lievito nelle comunità parrocchiali alle quali appartenete oggi”, sottolineando che con la celebrazione “ci vogliamo impegnare a manifestare l’amore e la tenerezza di Dio verso tutti, specialmente verso gli ultimi. Siamo chiamati ad essere fermento in una società che spesso non riesce più a gustare la bellezza di Dio e a sperimentare la grazia della sua presenza”.
Gesù che nasce non è un “personaggio da fiaba”, ma è piuttosto “Dio che ci interpella”, e che ci porta ad un cammino di conversione che prevede “un morire a noi stessi e al peccato che c’è in noi” e a convertirci, a partire proprio dalla conversione “dell’idea che noi abbiamo di Dio”, perché “non basta credere in Dio: è necessaria ogni giorno la nostra fede”.
È l'invito a rifiutare di “guardare all’altro come meramente un nemico da distruggere” quello che Papa Francesco invia, tramite il suo segretario di Stato, alla Quarta Conferenza di Revisione della Concenzione sulle Mine anti-uomo. E si tratta di un messaggio che entra sempre nel tema della deterrenza, una logica che per Papa Francesco va evitata sempre, sia che si parli di nucleare, sia che si parli di qualunque altro tipo di armi.
Che il tema del fine vita sia difficile e spinoso non è un novità. Ed è altrettanto certa la posizione della Chiesa cattolica sul no ad ogni forma di suicidio assistito o eutanasia.
“Quando Gesù accoglieva “alcune donne” tra i suoi discepoli, anche in stretta collaborazione con i Dodici, non lo faceva per un femminismo ante litteram, ma perché il Padre gli faceva incontrare queste sorelle, a volte bisognose di essere guarite, esattamente come gli uomini”.
"Sì, verrò”. Papa Francesco ha risposto così al primo ministro montenegrino Dusko Markovic, il quale, al termine di una udienza di 35 minuti con due interpreti, ha ribadito l’invito a Papa Francesco a visitare la nazione. Ovviamente, la risposta del Papa va inquadrata nella consueta cortesia diplomatica. Restano, comunque, le possibilità di un viaggio di Papa Francesco nel Paese, a testimoniare il particolare interesse di Papa Francesco e della diplomazia pontificia riguardo i Balcani.
Miguel Angel Fiorito, maestro del dialogo che sapeva stare in silenzio, paziente, non geloso del suo lavoro, straordinario nell’aiutare al discernimento, studioso impareggiabile di Sant’Ignazio e dei suoi esercizi spirituali: così Papa Francesco tratteggia la figura del “maestro Fiorito”, persona di riferimento per lui, di cui ha presentato la raccolta di scritti oggi, un volume di cui ha firmato anche la prefazione.
“Il Magnificat non è un incitamento a rovesciare, anche con la violenza, i potenti dai troni. È un ammonimento rivolto soprattutto ai ricchi e ai potenti circa il tremendo pericolo che corrono, come nella parabola del ricco epulone”. Così Padre Raniero Cantalamessa, Predicatore della Casa Pontificia, in occasione della II Predica di Avvento tenuta stamane alla presenza del Papa.
“Il tempo che precede il Natale ci chiama tutti a domandarci: io, che cosa attendo nella mia vita?, qual è il desiderio grande del mio cuore? E anche voi, con le vostre canzoni, fate emergere o riemergere nell’animo di tanta gente questa sana tensione così umana. In fondo, è Dio che ha messo questo desiderio, questa sete nel nostro cuore. E Lui ci viene incontro su questa strada”. Lo ha detto il Papa incontrando i promotori, gli organizzatori e gli artisti del Concerto di Natale in Vaticano, che avrà luogo domani nell’Aula Paolo VI. Il ricavato sarà devoluto a favore della Fondazione Pontificia Scholas Occurrentes e della Fondazione salesiana Missioni Don Bosco Valdocco Onlus.