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Tutela dei minori, Papa Francesco firma un nuovo motu proprio

Papa Francesco  |  | Daniel Ibanez CNA Papa Francesco | | Daniel Ibanez CNA

Con un motu proprio pubblicato questa mattina Papa Francesco ha stabilito nuove norme per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili all’interno dello Stato della Città del Vaticano.

Il Papa dispone dunque che nella Curia Romana e nello Stato della Città del Vaticano “sia mantenuta una comunità rispettosa e consapevole dei diritti e dei bisogni dei minori e delle persone vulnerabili, nonché attenta a prevenire ogni forma di violenza o abuso fisico o psichico, di abbandono, di negligenza, di maltrattamento o di sfruttamento che possano avvenire sia nelle relazioni interpersonali che in strutture o luoghi di condivisione”. Nel contempo “maturi in tutti la consapevolezza del dovere di segnalare gli abusi alle Autorità competenti e di cooperare con esse nelle attività di prevenzione e contrasto e sia efficacemente perseguito a norma di legge ogni abuso o maltrattamento contro minori o contro persone vulnerabili”.

Alle vittime di sfruttamento, di abuso sessuale o di maltrattamento e ai loro familiari deve inoltre essere “riconosciuto il diritto ad essere accolti, ascoltati e accompagnati” insieme ad una congrua “cura pastorale, nonché un adeguato supporto spirituale, medico, psicologico e legale”.

Agli imputati invece deve essere “garantito il diritto a un processo equo e imparziale, nel rispetto della presunzione di innocenza, nonché dei principi di legalità e di proporzionalità fra il reato e la pena”.

Il condannato “per aver abusato di un minore o di una persona vulnerabile venga rimosso dai suoi incarichi e, al contempo, gli sia offerto un supporto adeguato per la riabilitazione psicologica e spirituale, anche ai fini del reinserimento sociale”.

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Francesco dispone infine che venga “fatto tutto il possibile per riabilitare la buona fama di chi sia stato accusato ingiustamente e sia offerta una formazione adeguata per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili”.

Il Papa precisa poi che “fatto salvo il sigillo sacramentale” i membri, gli officiali e i dipendenti dei vari organismi della Curia Romana e delle Istituzioni ad essa collegate; i legati pontifici ed il personale di ruolo diplomatico della Santa Sede; le persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione, nonché coloro che esercitano, anche di fatto, la gestione e il controllo, degli enti direttamente dipendenti dalla Santa Sede ed iscritti nel registro delle persone giuridiche canoniche tenuto presso il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano ed ogni altra persona titolare di un mandato amministrativo o giudiziario nella Santa Sede, a titolo permanente o temporaneo, remunerato o gratuito, qualunque sia il suo livello gerarchico “sono obbligati a presentare, senza ritardo, denuncia al promotore di giustizia presso il tribunale dello Stato della Città del Vaticano ogniqualvolta, nell’esercizio  delle loro funzioni, abbiano notizia o fondati motivi per ritenere che un minore o una persona vulnerabile sia vittima” di abusi “qualora commessi anche alternativamente: nel territorio dello Stato; in pregiudizio di cittadini o di residenti nello Stato; in occasione dell’esercizio delle loro funzioni, dai pubblici ufficiali dello Stato”.

Alle vittime di abuso “è offerta assistenza spirituale, medica e sociale, compresa l’assistenza terapeutica e psicologica di urgenza, nonché informazioni utili di natura legale, tramite il Servizio di accompagnamento gestito dalla Direzione di Sanità e Igiene del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano”. Nello stesso tempo “l’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica organizza programmi di formazione per il personale della Curia Romana e delle Istituzioni collegate con la Santa Sede circa i rischi in materia di sfruttamento, di abuso sessuale e di maltrattamento dei minori e delle persone vulnerabili, nonché sui mezzi per identificare e prevenire tali offese e sull’obbligo di denuncia”.

Per le persone chiamate a lavorare nella Curia Romana, infine, “deve essere accertata l’idoneità del candidato ad interagire con i minori e con le persone vulnerabili”.

Di particolare importanza l’allungamento della prescrizione che sale a “venti anni e decorre, in caso di offesa ad un minore, dal compimento del suo diciottesimo anno di età”. Inoltre il Papa equipara il termine “minore” all’espressione “persona vulnerabile”.

Contestualmente al motu proprio, Papa Francesco ha anche firmato la legge sulla protezione dei minori e delle persone vulnerabili dello Stato della Città del Vaticano con decorrenza 1 giugno 2019 e le linee guida valide per il Vicariato della Città della Vaticano, che dovranno essere osservate ad experimentum per un periodo di tre anni.

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