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Papa Francesco, convertirsi e non rimanere nelle sabbie mobili della mediocrità

Il presepe e l'albero siano segni di speranza in questo tempo difficile

Papa Francesco  |  | Vatican media Papa Francesco | | Vatican media

“La conversione comporta il dolore per i peccati commessi, il desiderio di liberarsene, il proposito di escluderli per sempre dalla propria vita”.

Papa Francesco lo ha detto questa mattina prima della preghiera dell’ Angelus recitato dalla finestra del Palazzo Apostolico. Pochissimi i fedeli presenti a causa della pioggia battente e complice il “ponte dell’ Immacolata” con le giornate di shopping natalizio.

“ Per escludere il peccato-ha detto il Papa- bisogna rifiutare anche tutto ciò che è legato ad esso: la mentalità mondana, la stima eccessiva delle comodità, del piacere, del benessere, delle ricchezze”.

Il Pontefice ha preso lo spunto dalla figura di Giovanni il Battista che le letture della liturgia di oggi, seconda domenica di Avvento, propongono ai fedeli.

Distacco dal distacco dal peccato e dalla mondanità come primo passo per poi arrivare alla “ricerca di Dio e del suo regno” perché  “l’abbandono delle comodità e della mentalità mondana non è fine a sé stesso, il cristiano non fa il fachiro, ma è finalizzato al conseguimento di qualcosa di più grande, cioè il regno di Dio, la comunione con Dio, l’amicizia con Dio. Ma questo non è facile, perché sono tanti i legami che ci tengono vicini al peccato: l’incostanza, lo scoraggiamento, la malizia, gli ambienti nocivi, i cattivi esempi. A volte è troppo debole la spinta che sentiamo verso il Signore e sembra quasi che Dio taccia; ci sembrano lontane e irreali le sue promesse di consolazione”.

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Il rischio per il Papa è “di rimanere nelle “sabbie mobili” di un’esistenza mediocre”. Serve allora ricordare che “la conversione è una grazia, dunque, da chiedere a Dio con forza. Ci convertiamo veramente nella misura in cui ci apriamo alla bellezza, alla bontà, alla tenerezza di Dio” che è un padre buono e tenero che ci ama tanto.

Dopo la preghiera dell’Angelus il Papa  ha ricordato gli allestimenti nelle case di presepe ed albero, “segni di speranza in questo tempo difficile” ma non fermiamoci al segno ma andare ala significato Gesù e l’amore di Dio non c’è pandemia e crisi che possa spegnere questa luce, stendiamo la mano a chi ha più bisogno così Dio nascerà tra di noi veramente.