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Papa Francesco: "Richiamare la dignità umana dal concepimento alla morte naturale"

Il Papa ribadisce la posizione della Chiesa parlando alla plenaria della Congregazione per la Dottrina della Fede

L'udienza del Papa alla Congregazione per la Dottrina della Fede (gen. 2020) |  | Vatican Media L'udienza del Papa alla Congregazione per la Dottrina della Fede (gen. 2020) | | Vatican Media

Dignità, discernimento e fede. Sono le parole che Papa Francesco ha proposto oggi come linee guida della sua riflessione offerta ai partecipanti della Plenaria della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Per l’umanità – ha osservato il Papa – “la strada principale resta quella del riconoscimento della dignità di ogni persona umana. Nella nostra epoca cresce la tentazione di considerare l’altro come estraneo o nemico, negandogli una reale dignità. Perciò, specialmente in questo tempo, siamo chiamati a richiamare che la dignità di ogni essere umano ha un carattere intrinseco e vale dal momento del suo concepimento fino alla sua morte naturale. Proprio l’affermazione di una tale dignità è il presupposto irrinunciabile per la tutela di un’esistenza personale e sociale, e anche la condizione necessaria perché la fraternità e l’amicizia sociale possano realizzarsi tra tutti i popoli della terra. La Chiesa ha sempre proclamato e promosso il valore intangibile della dignità umana. L’uomo è infatti il capolavoro della creazione: è voluto e amato da Dio come partner dei suoi disegni eterni, e per la sua salvezza Gesù ha dato la vita fino a morire sulla croce”.

Oggi – ha proseguito il Pontefice – “ai credenti è chiesta l’arte del discernimento. L’esercizio del discernimento trova un ambito di necessaria applicazione nella lotta contro gli abusi di ogni tipo. La Chiesa, con l’aiuto di Dio, sta portando avanti con ferma decisione l’impegno di rendere giustizia alle vittime degli abusi operati dai suoi membri, applicando con particolare attenzione e rigore la legislazione canonica prevista. In questa luce ho recentemente proceduto all’aggiornamento delle Norme sui delitti riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede, con il desiderio di rendere più incisiva l’azione giudiziaria. Questa, da sola, non può bastare per arginare il fenomeno, ma costituisce un passo necessario per ristabilire la giustizia, riparare lo scandalo, emendare il reo”.

Il tema del discernimento è stato anche affrontato in chiave sinodale. “Un percorso sinodale senza discernimento – ha ribadito Francesco parlando a braccio - non è un percorso sinodale. Ci vuole nel percorso sinodale discernere continuamente le opinioni, i punti di vista, le riflessioni, ma non si può andare nel percorso sinodale senza discernere. Questo discernimento è quello che farà dal sinodo un vero sinodo per quale il personaggio il più importante è lo Spirito Santo e non un parlamento con scambio di opinioni che può fare nei media. Per questo sottolineo: è importante il discernimento sul percorso sinodale”.

Senza la fede – che è l’ultima parola proposta dal Papa - la presenza dei credenti nel mondo si ridurrebbe a quella di un’agenzia umanitaria. La fede dev’essere il cuore della vita e dell’azione di ogni battezzato. E non una fede generica o vaga ma genuina, schietta. Non accontentiamoci di una fede tiepida e abitudinaria. Collaboriamo con lo Spirito Santo e tra di noi perché il fuoco che Gesù è venuto a portare nel mondo possa continuare ad ardere e a infiammare il cuore di tutti”.

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L’udienza di oggi si è svolta pochi giorni l’addio alla Congregazione del Segretario, Monsignor Giacomo Morandi, nominato nuovo Vescovo di Reggio Emilia – Guastalla. Ed è presumibilmente uno degli ultimi appuntamenti del Cardinale Ladaria Ferrer come Prefetto: il mandato dell'ormai 78enne porporato spagnolo è infatti in scadenza a luglio.