"Mentre il diritto internazionale viene calpestato, in uno scenario di guerra terribile, tutti i credenti in Cristo e gli uomini di buona volontà sono chiamati a sforzarsi per costruire la pace".

Lo scrive il Presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, Gintaras Grušas nella drammatica ricorrenza di un anno "dall’aggressione della Federazione Russa che ha provocato la guerra ancora in corso in Ucraina". L'arcivescovo lituano scrive che "per tutto il tempo di Quaresima, a turno in ogni nazione verrà celebrata la santa Messa per invocare la pace in Ucraina e pregare per i morti a causa della guerra" e che i vescovo europei "sono vicini a quanti soffrono per questi atti di violenza, si sono stretti in una rete di solidarietà per sostenere il popolo ucraino".

La Chiesa è vicina alla gente e  chiede la pace e riprendendo le parole di Ecclesia in Europa di Giovanni Paolo II ricorda che “l’Europa, con tutti i suoi abitanti, deve impegnarsi instancabilmente a costruire la pace dentro i suoi confini e nel mondo intero”. E ricordava, inoltre, che “le differenze nazionali devono essere mantenute e coltivate come fondamento della solidarietà europea” e “che la stessa identità nazionale non si realizza se non nell’apertura verso gli altri popoli e attraverso la solidarietà con essi” (n.112)".

Un richiamo alla pace quindi per tutte le parti coinvolte: "Dall’inizio della guerra, le Chiese che sono in Europa invocano la pace per l’Ucraina che si traduca in un’immediata fine delle ostilità e nell’impegno concreto a ripristinare la giustizia e avviare, così, un vero cammino di riconciliazione". Una pace ottenuta con l'impegno di tutti. E il messaggio si conclude con l’incontro sulla cura pastorale in favore dei profughi ucraini in Europa e l'unione "all’appello che Papa Francesco ha rivolto all’inizio della Quaresima perchè “quanti hanno autorità sulle nazioni si impegnino, concretamente, per la fine del conflitto, per raggiungere il cessate il fuoco e avviare negoziati di pace”. Quella “costruita sulle macerie – ha ribadito il Papa - non sarà mai una vera vittoria”".