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Francia, primi passi per il diritto all'aborto nella Costituzione. Il no dei vescovi

Il presidente Macron ha annunciato la sua volontà di inserire il diritto all’aborto nella Costituzione. Dura presa di posizione dei vescovi di Francia: “Non è progresso”

Plenaria vescovi francesi | I vescovi francesi riuniti nella plenaria a Lourdes il 7 novembre 2023 | Chiesa Cattolica in Francia Plenaria vescovi francesi | I vescovi francesi riuniti nella plenaria a Lourdes il 7 novembre 2023 | Chiesa Cattolica in Francia

Il diritto all’aborto sarà irreversibile”. A fine ottobre, il presidente francese Emmanuel Macron ha spiegato così la sua intenzione di avviare le procedure per inserire il diritto all’aborto nella costituzione francese. Dopo la legge sull’eutanasia, ancora da dipanare e la cui presentazione fu rinviata perché non accadesse durante il viaggio del Papa in Francia, il presidente francese impartisce un altro duro colpo alla cultura della vita. E i vescovi francesi non stanno a guardare.

Riuniti in plenaria a Lourdes lo scorso 7 novembre, i vescovi di Francia hanno espresso la loro preoccupazione e riaffermato che “ogni vita è un dono per questo mondo, un dono fragile e prezioso, infinitamente degno, da accogliere e servire dal suo inizio fino alla sua fine naturale”.

Nella nota diffusa dalla Conferenza Episcopale Francese si legge che “nel 2022, in Francia ci sono state 723.000 nascite e più di 234.000 aborti. Si tratta di un triste primato per l'Unione europea, un dato che non diminuisce ma anzi aumenta”. 

Si tratta di una “drammatica realtà” che “va oltre la semplice questione dei diritti delle donne. Non è progresso. La nostra società dovrebbe vedere questo soprattutto come un segno del suo fallimento nell’educazione, nell’accompagnamento e nel sostegno sociale, economico e umano di coloro che ne hanno bisogno. Dovrebbe essere preoccupato per il suo futuro, notando il prevedibile calo della sua popolazione”.

I vescovi ricordano che il comandamento “Non Uccidere” è iscritto nelle coscienze non solo dei credenti, ma di tutti gli esseri umani, e questo significa che “ogni essere umano è affidato alla cura di tutti gli altri”. Per questo, aggiungono “non dobbiamo indebolire la forza di tale punto di riferimento. Siamo, in un certo senso, tutti responsabili di questi bambini non ancora nati. Pertanto, il vero progresso sta nella mobilitazione di tutti, credenti e non credenti, affinché l’accoglienza della vita sia meglio aiutata e sostenuta”. 

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Secondo i vescovi, “la vera urgenza è aiutare almeno le coppie o le donne che, oggi, non hanno realmente scelta e sentono di non poter tenere il proprio figlio a causa dei vincoli sociali, economici e familiari che gravano su di loro, e troppo spesso sulle sole donne”.

La Conferenza Episcopale Francese sottolinea inoltre che “i diritti delle donne devono essere ulteriormente promossi e garantiti. Una reale parità retributiva, la tutela contro la violenza, nella vita sociale e nella privacy delle famiglie, il sostegno sociale al loro ruolo nell’educazione dei figli, soprattutto per le donne sole, sono progressi altamente auspicabili per le nostre società”. 

Includere l’aborto tra questi diritti fondamentali “significherebbe danneggiare il loro intero equilibrio”.

I vescovi scrivono anche che “insieme agli altri credenti, uomini e donne di buona volontà, i cattolici si sentono chiamati a servire questi diritti e questa dignità dei più deboli. Pregano per le coppie e le donne che affrontano il dramma dell'aborto”, e ribadiscono gratitudine a quanti si impegnano a “far avanzare la cultura della vita”.