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Papa Francesco, “Il Vangelo è atteso anche oggi”

Il Papa conclude il ciclo di catechesi sulla passione per l’evangelizzazione andando ad analizzare quattro pilastri presi dall’Evangelii Gaudium. Il primo è la gioia

Papa Francesco, udienza generale | Papa Francesco durante l'udienza generale del 15 novembre 2023 | Vatican Media / YouTube Papa Francesco, udienza generale | Papa Francesco durante l'udienza generale del 15 novembre 2023 | Vatican Media / YouTube

La prima esortazione apostolica di Papa Francesco si chiama Evangelii Gaudium, la gioia del Vangelo. E, a dieci anni della pubblicazione, concludendo con una coda di quattro appuntamenti il ciclo di catechesi del mercoledì sul tema “La passione per l’evangelizzazione: lo zelo apostolico del credente”, Papa Francesco non poteva che mettere la gioia al primo posto tra le quattro caratteristiche dell’evangelizzatore mutuate proprio dalla sua esortazione, di cui quest’anno di celebra il decimo anniversario. E afferma: “Il Vangelo non è una ideologia, il Vangelo è un annuncio, un annuncio di gioia, le ideologie sono fredde tutte, il Vangelo ha il calore della gioia, le ideologie non sanno sorridere, il Vangelo è un sorriso, ti fa sorridere perché ti tocca l’anima con la Buona Notizia”

Udienza generale del mercoledì, in un novembre che sa ancora di un autunno caldo, sebbene le nuvole compaiano all’orizzonte. Il Papa la tiene in piazza, davanti a qualche migliaio di fedeli, e annuncia il primo di quattro appuntamenti dedicati a quattro punti riguardanti lo zelo apostolico, esplorato in queste settimane ripercorrendo la storia di santi e beati missionari.

Si parte, come detto, dalla gioia, la cui ragione non viene da un “bell’avvenimento”, ma da “una Persona”.  

Insomma, non si tratta di decidere se annunciare o meno Gesù, ma come farlo, e la risposta a questa domanda è “la gioia”, “unico modo per farlo”, tanto che – afferma, come già fatto più volte, il Papa – “un cristiano scontento, triste, insoddisfatto o, peggio ancora, risentito e rancoroso non è credibile”.

Papa Francesco chiede di “vigilare sui nostri sentimenti”, specialmente laddove “la Chiesa non gode più di certi riconoscimenti sociali”, cosa che porta con sé il rischio di “assumere “atteggiamenti di sconforto e rivalsa”, e questo “non va bene” perché “nell’evangelizzazione opera la gratuità che viene da una pienezza, non la pressione che viene da una mancanza”.

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Papa Francesco sottolinea che “il testimone credibile e autorevole si riconosce dall’animo lieto e mite”, ma anche “dal tratto sereno e gentile che deriva dall’aver incontrato Gesù, dalla passione sincera con cui offre a tutti quello che senza meriti ha ricevuto”.

Il Papa spiega che la nascita di Gesù è “il principio della gioia”, mentre il “compimento della gioia è la Pasqua”, e lo si nota nel racconto dei discepoli di Emmaus, che si trova nel Vangelo di Luca, descritto da Papa Francesco come “il Vangelo della gioia”.

Papa Francesco spiega che la storia di Emmaus mostra “come, accompagnati da Gesù, si può sempre passare dallo sconforto alla gioia pasquale”. Storia esemplare, per noi che sperimentiamo “gli umori cupi e il senso di sconfitta” dei due discepoli che si allontanano da Gerusalemme in tempo “gravido di preoccupazioni” e caratterizzato da “una crisi di fede” in alcuni luoghi.

Anche noi, insomma, potremmo sentirci “tristi e scoraggiati”, e “prigionieri di attese deluse”, ma Emmaus “ci rivela invece che proprio lì, dove tutto sembra finito, con Gesù risorto rinasce la gioia”. 

Da Emmaus si impara anche che i discepoli “sono i primi a dover essere evangelizzati”, e significa che oggi “i primi a dover essere evangelizzati siamo noi cristiani”, perché “immersi nel clima veloce e confuso di oggi, pure noi, infatti, potremmo trovarci a vivere la fede con un sottile senso di rinuncia, persuasi che per il Vangelo non ci sia più ascolto e che non valga più la pena impegnarsi per annunciarlo”.

Il Papa invita a resistere alla tentazione di “lasciare che gli altri vadano per la loro strada” e ricorda che “quando il cuore è stanco e l’orizzonte è buio, è l’ora dell’incontro con Gesù, con la sua sfolgorante bellezza, così luminosa ed entusiasmante”, che ci fa desiderare di annunciarlo e ci porta di nuovo “nella vita quotidiana con lo slancio di chi ha trovato un tesoro”.

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Il Vangelo – conclude Papa Francesco – “è atteso anche oggi: l’uomo di ogni tempo ne ha bisogno, anche la civiltà dell’incredulità programmata e della secolarità istituzionalizzata; anzi, soprattutto la società che lascia deserti gli spazi del senso religioso. Questo è il momento favorevole all’annuncio di Gesù”.

E ricorda che "se non si percepisce quella gioia, forse non si è trovato il Vangelo". Infine, il Papa  si rivolge direttamente a Gesù: "Tu Gesù, sei la fonte della gioia!".