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Papa Francesco: "Gesù non è un leader solitario"

Il Papa ricorda che "la Chiesa è una rete tessuta dalla comunione eucaristica, dove l’unione non si fonda sui like, ma sulla verità, sull’amen"

Papa Francesco - Daniel Ibanez CNA |  | Papa Francesco - Daniel Ibanez CNA Papa Francesco - Daniel Ibanez CNA | | Papa Francesco - Daniel Ibanez CNA

“Il tema che avete scelto quest’anno, #soci@lmente liberi, richiama alcune questioni di grande attualità soprattutto per la cultura digitale che influenza i rapporti tra le persone e, di riflesso, la società. Il simbolo @ riportato nella parola socialmente, anticamente indicava l’unità di misura e, successivamente, ha assunto il valore contabile, per giungere all’utilizzo comune nella posta elettronica per il significato presso. Dalla storia arriva, dunque, un’indicazione per vivere oggi la libertà nei social media. Lo segnala quel presso che indica vicinanza, prossimità, contatto, espressione intima di libertà, da serbare nel proprio cuore”. Lo afferma il Papa nel messaggio inviato ai partecipanti alla XIII edizione del Festival della Dottrina Sociale della Chiesa, che si svolge a Verona fino al 26 novembre.

“La rete che vogliamo – spiega Francesco - non è fatta per intrappolare, ma per liberare, per custodire una comunione di persone libere. La Chiesa stessa è una rete tessuta dalla comunione eucaristica, dove l’unione non si fonda sui like, ma sulla verità, sull’amen, con cui ognuno aderisce al Corpo di Cristo, accogliendo gli altri”.

“L’amen – ribadisce il Pontefice - è una sorta di provocazione ad andare oltre l’appiattamento culturale per dare pienezza al linguaggio, nel rispetto di ogni persona. Nessuno sia promotore di una comunicazione dello scarto attraverso la diffusione di messaggi di odio e la distorsione della realtà in rete! La comunicazione raggiunge la pienezza nella donazione totale di sé all’altra persona. ln questo rapporto di reciprocità si sviluppa la trama della libertà”.

L’insegnamento di Gesù – prosegue il Papa – ci dice che “il primo nutrimento risiede nella verità di cui Egli è narratore nella storia, di cui si è fatto parabola vivente”. Gesù è ascoltato perché “la folla percepisce l’autorevolezza senza pari del Maestro di Nazaret. Questa gli derivava senza dubbio da quello che dice: spesso si tratta di insegnamenti difficili da assimilare, perché molto esigenti. Ma, ancor più, la sua autorevolezza gli deriva dal suo coinvolgimento personale e dal suo essere volto e parola del Padre nei tornanti dell’esistenza umana: egli ha compassione della gente, ha gli stessi sentimenti delle persone che ha di fronte, non li guarda dall’alto in basso, fa suoi i loro problemi, si prende cura di loro”.

La comunicazione di Gesù “è vera perché ispirata dall’amore per quanti lo ascoltano. Gesù si interessa  di tutta la persona, cioè della persona nella sua integrità, Gesù non è un leader solitario, chiede la collaborazione dei discepoli. Anche loro devono entrare nella sua logica del coinvolgimento personale. Non c’è dono evangelico che non includa anche un po’ del donatore stesso. Questa è la libertà a cui il discepolo è chiamato: quella di chi si coinvolge con intelligenza e amore per far crescere l’altro”.

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