"Rimettere la persona al centro della città: è questa la via da seguire sempre: la persona". Papa Francesco lo ripete ai rappresentanti delle popolazioni del centro-Italia colpite dal sisma del 2016-2017 ricevuti questa mattina . Il terremoto è un’esperienza devastante, dice il Papa ma "avete saputo cogliere l’opportunità per un nuovo inizio, specialmente con il programma di rigenerazione socio-economica Next Appennino".

Ma la sfida più ampia quella ambientale è quella della persona appunto e dello spopolamento dei piccoli centri. Serve offrire "la possibilità di vivere in ambienti ricchi di tutto ciò che i padri hanno lasciato, accresciuto e impreziosito da una gestione sapiente per la comunità". E ancora ritorna sul tema della natalità a modo suo Papa Francesco:"In Italia non si fanno figli, ed è grave. Abbiamo una età media di 46 anni. Sembra che le famiglie preferiscano avere dei cagnolini o dei gatti e non dei figli: è la “cultura veterinaria”. Stiamo attenti a questo. È questa l’eredità che lasciamo?".

C'è poi la cura del Creato: la nostra missione dice il Papa è ad avere "comportamenti volti a non deturpare il paesaggio con costruzioni eccessivamente invasive e antiestetiche, a non inquinare l’ambiente".  Quindi, spiega Francesco "accanto all’impegno per la natalità, quello per la sicurezza idrogeologica rappresenta un bisogno vitale, reso ancora più necessario dall’accelerazione dei cambiamenti climatici".

E a questo proposito dice: "è importante da una parte applicare tutti gli accorgimenti necessari per fermare la deriva in corso e dall’altra, preso atto dei cambiamenti già avvenuti, provvedere a farvi fronte, a livello sia globale sia locale". Serve "uno sguardo aperto, attento agli altri e a chi verrà dopo di noi; non bisogna lasciarsi scoraggiare dalle critiche o dai malcontenti". E conclude: "la via della ricostruzione post-sismica è lunga e certamente non facile, e io apprezzo tanto il fatto che lo spirito con cui voi la affrontate è buono, che l’animo è determinato e che le idee sono chiare".