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Il Papa: "La misura di una civiltà si vede da come vengono trattati i più vulnerabili"

Udienza alla Delegazione del Gruppo DIALOP (Transversal Dialogue Project)

Papa Francesco durante un'udienza generale |  | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco durante un'udienza generale | | Vatican Media / ACI Group

Papa Francesco ha ricevuto in Udienza questa mattina la Delegazione del Gruppo DIALOP (Transversal Dialogue Project), da molti anni impegnati per la promozione del bene comune attraverso il dialogo tra socialisti/marxisti e cristiani.

"Uno scrittore latinoamericano ha detto che gli uomini hanno due occhi, ma uno di carne e un altro di vetro. Col primo vedono ciò che guardano, con l’altro ciò che sognano. Non perdere la capacità di sognare! Oggi, in un mondo diviso da guerre e polarizzazioni, corriamo il rischio di perdere la capacità di sognare. Ma noi argentini diciamo: no te arrugues, un’espressione che significa “non tirarti indietro”. E questo è l’invito che faccio anche a voi: non tiratevi indietro, non arrendetevi, non smettete di sognare un mondo migliore", dice il Papa nell'udienza.

"Quante volte, lungo i secoli, sono stati proprio dei grandi sogni di libertà e di uguaglianza, di dignità e di fraternità, uno specchio del sogno di Dio, a produrre svolte e progressi. In quest’ottica, vorrei raccomandarvi tre atteggiamenti che ritengo validi per il vostro impegno: il coraggio di rompere gli schemi, l’attenzione ai deboli e la promozione della legalità", commenta il Pontefice.

Avere il coraggio di rompere gli schemi per aprirsi, nel dialogo, a vie nuove. "In un tempo segnato a vari livelli da conflitti e spaccature, non perdiamo di vista ciò che ancora si può fare per invertire la rotta. Contro gli approcci rigidi che separano, coltiviamo con cuore aperto il confronto e l’ascolto, non escludendo nessuno, a livello politico, sociale e religioso, perché il contributo di ciascuno possa, nella sua concreta peculiarità, essere accolto positivamente nei processi di cambiamento cui è legato il nostro futuro", dice subito il Papa.

L’attenzione ai deboli. "La misura di una civiltà si vede da come vengono trattati i più vulnerabili – non dimentichiamo che le grandi dittature, pensiamo al nazismo, scartavano i vulnerabili, li uccidevano, li scartavano –: poveri, disoccupati, senza tetto, immigrati, sfruttati e tutti coloro che la cultura dello scarto trasforma in rifiuti. E questa è una delle cose più brutte. Una politica veramente al servizio dell’uomo non può lasciarsi dettar legge dalla finanza e dai meccanismi di mercato", commenta Francesco.

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Infine la legalità. "Quanto abbiamo detto finora implica l’impegno a contrastare la piaga della corruzione, degli abusi di potere e dell’illegalità. Solo nell’onestà, infatti, si possono instaurare relazioni sane e si può cooperare con fiducia ed efficacia alla costruzione di un avvenire migliore", conclude Papa Francesco.