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Papa Francesco: "Quando la mondanità entra nel cuore del prete si rovina tutto"

La gioia del Vangelo, l’appartenenza al popolo, la generatività del servizio

Papa Francesco durante l'udienza |  | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco durante l'udienza | | Vatican Media / ACI Group

"Voglio esprimervi la mia gratitudine per quanto fate nelle vostre diocesi e nei vostri Paesi, per il servizio che portate avanti e che anche il sondaggio condotto in vista di questo Convegno ha messo in luce".Papa Francesco ha ricevuto oggi in Udienza i partecipanti al Convegno Internazionale sulla formazione permanente dei sacerdoti sul tema: “Ravviva il dono di Dio che è in te. La bellezza di essere discepoli oggi. Una formazione unica, integrale, comunitaria e missionaria", che ha luogo a Roma dal 6 al 10 febbraio 2024.

"In questi giorni avete la grazia di condividere le buone pratiche, di confrontarvi sulle sfide e sui problemi e di scrutare gli orizzonti futuri della formazione sacerdotale in questo cambiamento d’epoca, guardando sempre avanti, sempre pronti a gettare nuovamente le reti sulla Parola del Signore - dice Papa Francesco - Si tratta di camminare alla ricerca di strumenti e linguaggi che aiutino la formazione sacerdotale, non pensando di avere in mano tutte le risposte – io ho paura di coloro che hanno in mano tutte le risposte, ne ho paura –, ma confidando di poterle trovare strada facendo".

Il Papa offre poi tre strade "per il cammino": la gioia del Vangelo, l’appartenenza al popolo, la generatività del servizio.
La gioia del Vangelo. "Al centro della vita cristiana c’è il dono dell’amicizia con il Signore, che ci libera dalla tristezza dell’individualismo e dal rischio di una vita senza significato, senza amore e senza speranza. La gioia del Vangelo, la buona notizia che ci accompagna è proprio questa: siamo amati da Dio con tenerezza e misericordia", spiega il Pontefice.

Il Papa mette in guardia. "E quando noi troviamo sacerdoti che non hanno quella capacità di servizio, forse egoisti, sacerdoti che hanno preso un po’ la via imprenditoriale, allora hanno perso questa capacità di sentirsi discepoli, si sentono padroni".

Per il Papa "quando la mondanità entra nel cuore del prete si rovina tutto".

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"C’è bisogno di sacerdoti pienamente umani, che giochino con i bambini e che accarezzino i vecchi, capaci di buone relazioni, maturi nell’affrontare le sfide del ministero, perché la consolazione del Vangelo giunga al popolo di Dio attraverso la loro umanità trasformata dallo Spirito di Gesù", aggiunge Papa Francesco.

L’appartenenza al popolo di Dio. "Discepoli missionari si può essere solo insieme. Possiamo vivere bene il ministero sacerdotale solo immersi nel popolo sacerdotale, dal quale anche noi proveniamo. Questa appartenenza al popolo – non sentirci mai separati dal cammino del santo popolo fedele di Dio – ci custodisce, ci sostiene nelle fatiche, ci accompagna nelle ansie pastorali e ci preserva dal rischio di staccarci dalla realtà e di sentirci onnipotenti. Stiamo attenti, perché questa è anche la radice di ogni forma di abuso", commenta il Papa con il secondo punto.

"Il prete sempre insieme con il popolo a cui appartiene, ma anche insieme al vescovo e al presbiterio. Non trascuriamo mai la fraternità sacerdotale!", raccomanda Papa Francesco.

"Infine, una terza via è quella della generatività del servizio. Servire è il distintivo dei ministri di Cristo - commenta il Pontefice - formare i sacerdoti significa servirli, servire la loro vita, incoraggiare il loro percorso, aiutarli nel discernimento, accompagnarli nelle difficoltà e sostenerli nelle sfide pastorali", commenta il Pontefice.

"Il prete che viene formato così, a sua volta si mette a servizio del popolo di Dio, è vicino alla gente e, come Gesù ha fatto sulla croce, si fa carico di tutti. Guardiamo a questa cattedra, fratelli e sorelle: la Croce", sottolinea il Papa.

"Siate misericordiosi, per favore. Perdonare sempre, perché il perdono ha questa grazia della carezza, dell’accogliere. Il perdono sempre è generativo dentro. Questo mi raccomando:perdonate sempre", conclude Papa Francesco.

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