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La morte del Patriarca Neofit di Bulgaria. Il messaggio di Papa Francesco

Accolse Papa Francesco in Bulgaria. Superò lo scisma del suo sinodo e le resistenze conservatrici. Ha traghettato la Chiesa Ortodossa di Bulgaria nei tempi moderni

Patriarca Neofit, Patriarca Bartolomeo | Il Patriarca Bartolomeo rende omaggio alla salma del Patriarca Neofit, Sofia, 16 marzo 2024 | FB Ecumenical Patriarchate Patriarca Neofit, Patriarca Bartolomeo | Il Patriarca Bartolomeo rende omaggio alla salma del Patriarca Neofit, Sofia, 16 marzo 2024 | FB Ecumenical Patriarchate

In pochi lo ricordano, ma nel 2004 la Chiesa Ortodossa di Bulgaria visse uno scisma interno, con i riformisti che avevano addirittura occupato la sede del Santo Sinodo e la polizia che venne chiamata a sgombrare i protestanti. A mediare, ad aiutare a riportare le cose alla normalità, fu Neofit, che poi divenne il successore del Patriarca Maxim come capo della Chiesa Ortodossa di Bulgaria.

Il Patriarca Neofit è morto il 13 marzo, a 78 anni, dopo una lunga malattia, e lascia un vuoto grande in Bulgaria. Lì, dove l’ortodossia è religione maggioritaria, c’è bisogno di una figura in grado di mediare tra le varie anime ortodosse, conflittuali ma anche chiuse in loro stesse, tanto che la Bulgaria non partecipa ai tavoli ecumenici.

Eppure, Neofit era riuscito a dare alla Chiesa Ortodossa Bulgara una apertura mai vista. Aveva ricevuto il Papa, e normalizzato le critiche delle componenti più conservatrici del Santo Sinodo, che non volevano accogliere quello che consideravano “un eretico”. E alla sua morte è accorso a celebrare la Divina Liturgia il Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli, fatto più unico che raro visto che la Chiesa Ortodossa Bulgara è considerata tradizionalmente vicina alla Russia. E infatti, c’era anche una delegazione del Patriarcato di Mosca.

Papa Francesco, che aveva parlato con grande affetto del Patriarca Neofit di ritorno dal suo viaggio in Bulgaria e Macedonia del Nord, ha inviato un messaggio nel pomeriggio di sabato 16 marzo, dopo la fine dello stesso funerale. Il Papa ha sottolineato di aver appreso “con profonda tristezza della morte di Sua Santità Neofit, che è stato un grande testimone della fede della Chiesa Orodossa Bulgara”.

Così, i funerali di Neofit, lo scorso 16 marzo, hanno messo insieme l’anima costantinopoliana e l’anima russa dell’Ortodossia, che oggi sembrano lontane anni luce, come reso plasticamente evidente dal conflitto in Ucraina.

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In particolare, Papa Francesco ha ricordato che Neofit è stato “un grande testimone della fede della Chiesa Ortodossa Bulgara” e ha dato “un valoroso servizio al Vangelo e al dialogo ed è rimasto, nonostante le numerose sofferenze, un uomo di gioia e umiltà, esemio di una vita consacrata al Signore della sua Chiesa

La Conferenza Episcopale della Chiesa Cattolica in Bulgaria, alla notizia della morte, ha inviato un messaggio firmato dall’arcivescovo Hristo Proykov, esarca apostolico di Sofia e presidente della Conferenza Episcopale, in cui si ricorda che Neofit “con grandissimo zelo serviva la Chiesa e il popolo bulgaro”. Il messaggio ha rimarcato anche “'affetto fraterno sincero di Sua Santità, espresso in diverse occasioni nei confronti della Chiesa cattolica e della comunità cattolica bulgara”.

Il Cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, ha ricordato in un messaggio di condoglianze “la calorosa e fraterna ospitalità” offerta da Neofit a Papa Francesco e al suo seguito durantela viista in Bulgaria.

I funerali si sono tenuti nella cattedrale di Alexander Nevsky di Sofia, e hanno rappresentanto anche un ponte diplomatico. Erano presenti gli attuali 13 membri del Santo Sinodo, rappresentanti della maggior parte delle altre chiese ortodosse e di altre confessioni cristiane, l'ex primo ministro Simeone di Sassonia-Coburgo, l'ambasciatore ucraino Olesya Ilashchuk e l'ambasciatrice russa Eleonora Mitrofanova.

C’era anche il metropolita Epifanio, metropolita di Kyiv e di tutta l’Ucraina primate della Chiesa Ortodossa Ucraina, che è arrivato insieme a Bartolomeo e che è stato presente alla cerimonia ma non ha concelebrato – una questione di sensibilità “diplomatica”, poiché la Chiesa Ortodossa Bulgara è tra quelle che non hanno riconosciuto l’autocefalia della Chiesa Ortodossa Ucraina.

Il Patriarca di Mosca Kirill non c’era, e l’ambasciatore di Mosca a Sofia ha lamentato che questi non era stato invitato. Alcuni hanno speculato che la mancanza di un invito specifico fosse dovuta al fatto che due mesi fa, da Mosca era arrivata una lettera non indirizzata a Neofit, ma al Santo Sinodo, di fatto non riconoscendone formalmente la “patriarchia”. Tuttavia, il Patriarcato di Mosca è stato comunque rappresentato dal Metropolita Nestor dell’Europa occidentale.

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Nell’elogio funebre, il Patriarca Bartolomeo ha sottolineato che il lutto e il dolore del popolo per la morte di Neofit “sono condivisi da tutti i cristiani ortodossi e in effetti “dalla Santa Grande Chiesa di Cristo a Costantinopoli, nostra e vostra comune Madre spirituale e Provvidente! E questo è proprio ciò che viene sottolineato dalla presenza e dalla preghiera congiunta tra voi in questo momento del relatore di questo elogio e del mio entourage”.

Inoltre, Bartolomeo ha fatto riferimento ai suoi legami personali con il defunto Patriarca Neofita di Bulgaria, e ha raccontato di aver conosciuto Bartolomeo personalmente per molti anni, apprezzandone la “modestia, mansuetudine, gentilezza, gentilezza e dolcezza di carattere e comportamento “, ma anche “la sua fedeltà alla sacra fede ortodossa e alla nostra tradizione ancestrale, il suo amore per la Chiesa, il suo rispetto per le sacre e venerabili usanze del Vaso creato da Dio, la Chiesa, il suo affetto per la sua nativa Bulgaria, la sua devozione alla Chiesa Madre di Costantinopoli. Ha goduto di un amore profondo da parte nostra”.

Infine, Bartolomeo ha fatto un riferimento speciale anche all'etica cristiana pacifica del Patriarca Neofit, sottolineata “vividamente” – ha detto il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli - dal Messaggio da lui diffuso durante la recente festa dell'Epifania, in cui ha condannato l'aggressione contro altri popoli e la guerra in corso contro l’Ucraina”.

Papa Francesco apprezzava molto il Patriarca Neofit, tanto da decidere di compiere il gesto ecumenico di donare le reliquie di San Clemente e San Potito in ricordo della sua visita a Sofia.

Nato Simeon Nikolov Dimitrov, Neofit aveva preso il nome quando aveva preso i voti monastici all’età di trenta anni. Era stato eletto a capo della Chiesa ortodossa bulgara il 25 febbraio 2013.

Nato 78 anni fa in una umile famiglia di credenti, Neofit era entrato a 14 anni nel Seminario Teologico di Sofia, per poi continuare a studiare presso l’Accademia Teologica “San Clemente Ohridski”. Era specializzato in canto.

A quaranta anni, è stato nominato secondo vicario del metropolita di Sofia e Patriarca di Bulgara Maxim.

Acuto, gentile, con grande capacità diplomatica, Neofit è stato direttore del coro dei sacerdoti di Sofia, rettore dell’Accademia Teologica e segretario capo del Santo Sinodo.

Nel 1994 è stato eletto metropolita di Dorostol e Cherven e nel 2001 la diocesi è stata divisa, così Neofit è diventato vescovo di Russe. Dopo la morte del patriarca Maxim, il 10 novembre 2012, in uno scrutinio segreto, Neofit ha ricevuto un solo voto per essere vicepresidente della Chiesa ortodossa bulgara. Quattro mesi dopo, il 24 febbraio 2013, è stato eletto patriarca della Chiesa ortodossa bulgara con 90 voti.

Alla notizia della morte, il Patriarca Bartolomeo ha condotto un Trisagion in suffragio dell’anima, mentre il Patriarca di Mosca Kirill ha mandato un messaggio di condoglianze.

Cosa succederà ora? L’elezione del nuovo patriarca è regolata dagli articoli 40-48 degli Statuti della Chiesa Ortodossa di Bulgaria. Un vescovo può essere eletto patriarca se è stato diocesano metropolitano per almeno 5 anni e se ha almeno 50 anni.

La Chiesa  Ortodossa Bulgara conta attualmente 15 diocesi , ma sono solo nove i metropoliti diocesani che soddisfano i requisiti per l’elezione: il metropolita degli Stati Uniti Yosi; Grigorii di Veliko Turnovo;  Ignazio di Pleven; Gavriil di Lovech; Nikolai di Plovdiv; Yoan di Varna; Naum di Russe; Grigorii di Vratsa; e Daniil di Vidin.  

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L’elezione avviene a scrutinio segreto ed è necessaria la maggioranza di due terzi. La prima votazione porta ad una selezione di tre metropoliti diocesani, e sarà un Consiglio Ecclesiastico Elettorale Patriarcale a scegliere chi dei tre sarà il patriarca.

Questo Consiglio consiste di rappresentanti dalle diocesi, monasteri e scuole teologiche di secondo livello.

Neofit aveva rappresentato la Chiesa Ortodossa di Bulgaria al funerale di Giovanni Paolo II nel 2005, e nel 2002 era stato uno dei tre vescovi che avevano mostrato al Papa polacco la cattedrale di Sant’Alexander Nevski a Sofia nel 2002. Nel 2009, accompagnò il presidente di Bulgaria in udienza da Papa Francesco.

Come detto, Neofit aveva fatto mediatore nello “scisma ortodosso” nel 2004. Il 21 e 22 luglio di quell’anno, la polizia pose in essere una operazione su larga scala in tutta la Bulgaria contro i sacerdoti cosiddetti riformisti.

Fu un momento drammatico, che vive anche lo scoppio di risse tra membri del Santo Sinodo e membri del cosiddetto “Sinodo alternativo”, che lamentavano le grandi proprietà della Chiesa.