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Papa Francesco: "Bisogna globalizzare la solidarietà"

Nell'udienza alla Croce Rossa Italiana il Papa ricorda che viviamo "in un tempo in cui crescono, come zizzania, il razzismo e il disprezzo"

Papa Francesco |  | Daniel Ibanez CNA Papa Francesco | | Daniel Ibanez CNA

“Di fronte alle devastazioni – anche oggi, non dimentichiamo - e alle sofferenze causate dalla guerra, ci fu un sussulto di umanità che si tradusse in gesti e opere concrete di assistenza e di cura, senza distinzioni di nazionalità, ceto sociale, religione od opinioni politiche. Questa corrente di amore non si è mai fermata: oggi, come ieri, la vostra è una presenza efficace e preziosa, specialmente in tutti quei contesti in cui il fragore delle armi soffoca il grido dei popoli, il loro anelito di pace e il loro desiderio di futuro”. Lo ha detto il Papa, stamane, incontrando nell’Aula Paolo VI i volontari della Croce Rossa Italiana in occasione del 160° anniversario della fondazione. 

Il Papa ha ringraziato i volontari per il loro servizio “nei contesti bellici e per l’aiuto che ogni giorno prestate a chi è nel bisogno in molteplici situazioni di emergenza. Il vostro impegno, ispirato ai principi di umanità, imparzialità, neutralità, indipendenza, volontariato, unità e universalità, è anche segno visibile che la fraternità è possibile”.  

“Se si mette al centro la persona – ha sottolineato - si può dialogare, lavorare insieme per il bene comune, andando oltre le divisioni, abbattendo i muri dell’inimicizia, superando le logiche dell’interesse e del potere che accecano e rendono l’altro un nemico”.  

Per il credente – ha ribadito Francesco - ogni persona è sacra. Ogni creatura umana è amata da Dio e, per questo, portatrice di diritti inalienabili. Animate da questa convinzione, tante persone di buona volontà si incontrano, riconoscendo il valore supremo della vita e, quindi, la necessità di difendere soprattutto i più vulnerabili, specialmente i bambini. I bambini arrivati dalla guerra in Ucraina hanno dimenticato la capacità di sorridere”. 

“Nel ringraziarvi – ha proseguito - per il vostro servizio insostituibile nelle aree di conflitto e nelle zone colpite da disastri ambientali, nell’ambito della formazione e della salute, così come per quello che fate a favore dei migranti, degli ultimi e dei più vulnerabili, voglio incoraggiarvi a proseguire in questa grande opera di carità che abbraccia l’Italia e il mondo. Possa la Croce Rossa restare sempre simbolo eloquente di un amore per i fratelli che non ha confini, né geografici, né culturali, sociali, economici o religiosi”. 

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“Nessun contesto – ha detto ancora il Papa - può dirsi libero dalla sofferenza, dalle ferite del corpo e dell’anima, sia nelle piccole comunità sia negli angoli più dimenticati della Terra. Bisogna globalizzare la solidarietà, operando a livello nazionale e internazionale, Servono norme che garantiscano i diritti umani in ogni luogo, prassi che alimentino la cultura dell’incontro e persone capaci di guardare al mondo con una prospettiva ampia”. 

“Ovunque e per chiunque – ha concluso Papa Francesco - perché la nostra è la società dell’io più che del noi, del piccolo gruppo più che di tutti. La parola chiunque ci ricorda che ogni persona ha la sua dignità e merita la nostra attenzione: non possiamo voltarci dall’altra parte o scartarla per le sue condizioni, la sua disabilità, la sua provenienza o il suo status sociale. Per questo vi esorto a continuare a stare accanto ai fratelli e alle sorelle che hanno bisogno, con competenza, generosità e dedizione, soprattutto in un tempo in cui crescono, come zizzania, il razzismo e il disprezzo”.