Roma , venerdì, 18. aprile, 2025 18:00 (ACI Stampa).
Uomo dei dolori, disprezzato, reietto, percosso, conosce bene il patire, “come uno davanti al quale ci si copre la faccia”. Lo rivela così, il profeta Isaia, l’Agnello immolato per gli uomini, caricato di tutte le nostre sofferenze, dei nostri dolori. Un Volto i cuoi contorni sono impressi dallo strazio delle carni, che rimane come un urlo sospeso, anche dopo il silenzio della morte.
“La Sindone è, senza dubbio, uno dei segni più misteriosi della cristianità, che interroga l’uomo di oggi come ha fatto con quello di ieri. Non solo per la sua presunta origine e per le numerose teorie scientifiche che ne accompagnano la storia, ma per la sua capacità di diventare, in ogni tempo e per ogni persona, un luogo di incontro tra il visibile e l’Invisibile, tra la storia e la fede”.
Lo scrive il cardinale Baldassare Reina, vicario generale del Papa per la Diocesi di Roma, nella prefazione del nuovo libro di Emanuela Marinelli e Domenico Repice dedicato alla Sindone. Sì, il segno di un mistero, di una Presenza che scavalca la morte e introduce alla speranza, anche quando tutto sembra inghiottito dalle tenebre. Un messaggio per ogni uomo e in ogni tempo, che racchiude anche una lunga, affascinante storia. Emanuela Marinelli, ancora una volta insieme a Repice, da lunghissimo tempo racconta, tassello dopo tassello, questa lunghissima storia, che ne contiene infinite altre.
Eppure questo telo, lenzuolo o come altro viene definito, spesso è stato (ed è ancora) oggetto di confronti, scontri – anche feroci – dibattiti. La studiosa romana Emanuela Marinelli ha dedicato la maggior parte della vita proprio allo studio della Sindone, con una passione che travalica i confini dello studio e dell’approfondimento scientifico. Ha pubblicato ventitré libri, tenuto più di cinquemila conferenze ed è docente ospite di uno specifico corso nella laurea magistrale in Scienze Religiose all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. Contemplare la Sindone”, con il sacerdote Domenico Repice per Edizioni Ares. È il ventitreesimo, ma includendo anche le traduzioni in totale ha firmato quarantasette titoli.
Marinelli ha illustrato i dati scientifici e le riflessioni teologiche che rendono unica questa reliquia: “Nessuno è mai riuscito a spiegare come si sia formata quell’immagine. È come se un lampo di luce l’avesse impressa. È il volto di un uomo crocifisso, ma soprattutto è il volto della speranza”.