Advertisement

L'Esortazione apostolica "Evangelii gaudium" di Papa Francesco

Continua il viaggio nei documenti di 12 anni di pontificato. L' "Evangelii gaudium", il "programma" di Papa Francesco

L'Esortazione apostolica Evangelii gaudium (Copertina) | L'Esortazione apostolica Evangelii gaudium (Copertina) | Credit Lev L'Esortazione apostolica Evangelii gaudium (Copertina) | L'Esortazione apostolica Evangelii gaudium (Copertina) | Credit Lev


Prima Esortazione apostolica di Papa Francesco, l' “Evangelii gaudium”, pubblicata il 26 novembre del 2013 (ma che reca la data del 24 novembre), nel suo primo anno di pontificato,
“destinata ai Vescovi, ai presbiteri e ai dicaconi, alle persone consacrate e ai fedeli laici sull'annuncio del Vangelo nel mondo attuale”. Una sorta di programma, così si potrebbe definire, il testo dell'Esortazione che mette al centro la gioia, il “gaudium” dell'annunciare al mondo il Vangelo. Un documento di oltre 220 pagine, diviso in 5 capitoli e 288 paragrafi. 

 

“La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. In questa Esortazione desidero indirizzarmi ai fedeli cristiani, per invitarli a una nuova tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia e indicare vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni”, con queste parole inizia il documento pontificio. Fa riferimento alla tentazione di cadere in “una tristezza individualista”. E poi c’è il tema della missionarità della Chiesa (tema che è stato assai caro a papa Francesco durante tutti i dodici anni di pontificato): è necessario passare "da una pastorale di semplice conservazione a una pastorale decisamente missionaria", così scrive Papa Francesco. 

 

Il Vangelo prima di tutto: Papa Francesco, infatti, nelle pagine fa riferimento all’importanza di “recuperare la freschezza originale del Vangelo”, trovando “nuove strade” e “metodi creativi”. La missione, prima di tutto: e per fare ciò già annuncia alcune riforme delle strutture ecclesiali per renderle “tutte più missionarie”.  Compito del cristiano è quello di poter comunicare a tutti “la bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto”. Altro tema portante del documento è quello di una Chiesa “aperta”: “La Chiesa è chiamata ad essere sempre la casa aperta del padre. Uno dei segni concreti di questa apertura è avere dappertutto chiese con le porte aperte”. E aggiungeva: “Nemmeno le porte dei Sacramenti si dovrebbero chiudere per una ragione qualsiasi”. Lo sguardo, poi, sulla società: un mondo in cui l’attuale sistema economico “è ingiusto alla radice”.  In questa società, allora, Papa Francesco sottolinea l’importanza della famiglia, “cellula fondamentale della società” che comunque “attraversa una crisi culturale profonda”. 

Advertisement

 

E poi, una delle frasi iconiche del pontificato: “Il Figlio di Dio, nella sua incarnazione, ci ha invitato alla rivoluzione della tenerezza”. Ci sono poi le denunce verso una Chiesa troppo spesso mondana, “che si nasconde dietro apparenze di religiosità”. In questo panorama della Chiesa, Papa Francesco sottolineava poi l’importanza del ruolo dei laici. C’è anche un riferimento al ruolo delle donne: “La Chiesa riconosce l’indispensabile apporto della donna nella società”, ma “c’è ancora bisogno di allargare gli spazi per una presenza femminile più incisiva nella Chiesa”.

 

E se si parla di annuncio, non è possibile dimenticare il “kerygma” della Chiesa: “Sulla bocca del catechista risuoni sempre il primo annuncio: “Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno, per illuminarti, per rafforzare, per liberarti”. Ma uno dei temi-simbolo del pontificato rimane quello di una Chiesa povera per i poveri: “A volte si tratta di ascoltare il grido dei popoli più poveri della terra” . “L'opzione per i poveri è una categoria teologica prima che culturale, sociologica, politica o filosofica”. Essi hanno molto da insegnarci”, così nel documento. 

 

Altro tema, quello dell'aborto: "Non ci si deve attendere che la Chiesa cambi la sua posizione su questa questione. Voglio essere del tutto onesto al riguardo. Questo non è un argomento soggetto a presunte riforme oa 'modernizzazioni'. Non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana". 

More in Storie

 

“L'evangelizzazione implica anche un cammino di dialogo” che apre la Chiesa a collaborare con tutte le realtà politiche, sociali, religiose e culturali. In questo contesto, l'ecumenismo è “una via imprescindibile dell'evangelizzazione”. Di riflesso, si parla del dialogo interreligioso che va condotto “con un'identità chiara e gioiosa”, “condizione necessaria per la pace nel mondo”. L'ultimo capitolo dell'Esortazione apostolica è dedicato agli “evangelizzatori con Spirito”: coloro che  “si esprimono senza paura all'azione dello Spirito Santo” che “infonde la forza per annunciare la novità del Vangelo con audacia (parresia), a voce alta e in ogni tempo e luogo, anche controcorrente”.

 

White Logo