Città del Vaticano , mercoledì, 30. aprile, 2025 16:00 (ACI Stampa).
Prima Esortazione apostolica di Papa Francesco, l' “Evangelii gaudium”, pubblicata il 26 novembre del 2013 (ma che reca la data del 24 novembre), nel suo primo anno di pontificato, “destinata ai Vescovi, ai presbiteri e ai dicaconi, alle persone consacrate e ai fedeli laici sull'annuncio del Vangelo nel mondo attuale”. Una sorta di programma, così si potrebbe definire, il testo dell'Esortazione che mette al centro la gioia, il “gaudium” dell'annunciare al mondo il Vangelo. Un documento di oltre 220 pagine, diviso in 5 capitoli e 288 paragrafi.
“La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. In questa Esortazione desidero indirizzarmi ai fedeli cristiani, per invitarli a una nuova tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia e indicare vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni”, con queste parole inizia il documento pontificio. Fa riferimento alla tentazione di cadere in “una tristezza individualista”. E poi c’è il tema della missionarità della Chiesa (tema che è stato assai caro a papa Francesco durante tutti i dodici anni di pontificato): è necessario passare "da una pastorale di semplice conservazione a una pastorale decisamente missionaria", così scrive Papa Francesco.
Il Vangelo prima di tutto: Papa Francesco, infatti, nelle pagine fa riferimento all’importanza di “recuperare la freschezza originale del Vangelo”, trovando “nuove strade” e “metodi creativi”. La missione, prima di tutto: e per fare ciò già annuncia alcune riforme delle strutture ecclesiali per renderle “tutte più missionarie”. Compito del cristiano è quello di poter comunicare a tutti “la bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto”. Altro tema portante del documento è quello di una Chiesa “aperta”: “La Chiesa è chiamata ad essere sempre la casa aperta del padre. Uno dei segni concreti di questa apertura è avere dappertutto chiese con le porte aperte”. E aggiungeva: “Nemmeno le porte dei Sacramenti si dovrebbero chiudere per una ragione qualsiasi”. Lo sguardo, poi, sulla società: un mondo in cui l’attuale sistema economico “è ingiusto alla radice”. In questa società, allora, Papa Francesco sottolinea l’importanza della famiglia, “cellula fondamentale della società” che comunque “attraversa una crisi culturale profonda”.





