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Letture, Baldovino il re che rinunciò al trono per non avallare l'aborto

Una biografia di Baldovino di Sassonia Coburgo Gotha, re del Belgio dal 1951 al 1993

Una dettaglio della copertina del libro |  | Edizioni Ares Una dettaglio della copertina del libro | | Edizioni Ares

Un uomo che non ha mai rinunciato alle proprie idee e convinzioni, una vita intensa, straordinaria, ma anche di profondi dolori. Elementi che non possono non far nascere il desiderio di raccontarli, sia l’uomo che la sua esistenza. Per questo Baldovino di Sassonia Coburgo Gotha, re del Belgio dal 1951 al 1993, è stato un autentico protagonista  dell'Europa del Novecento e più volte è stato protagonista di biografie e saggi. Ora ne è uscito uno nuovo,  grazie alle Edizioni Ares. Si tratta di “Baldovino. Il re del gran rifiuto”, di Fulvio Fulvi.

Nel libro si ripercorrono le stagioni importanti della vita del monarca: il racconto dell'infanzia infelice, con la perdita della madre in un incidente stradale, la prigionia e la deportazione con la famiglia durante il nazismo, gli anni del collegio svizzero. Salito al trono poco più che ventenne, il nuovo re deve affrontare la grave crisi in cui versa la sua nazione dopo la Seconda guerra mondiale e tenta  di rimediare agli esiti terribili del colonialismo nel Congo, voluto dallo zio Leopoldo II.

In seguito si batte incessantemente per l'ingresso del Belgio nell'Ue e nell'Alleanza Atlantica. Figura indelebile della vita di Baldovino è quella della regina Fabiola. Compagna inseparabile di vita e di fede e sua prima confidente, ricoprirà un ruolo di primo piano anche nello snodo più drammatico del regno, quando, nel 1990, il Re decide di sospendere il suo incarico piuttosto che firmare la legge favorevole all'aborto votata dal governo. È questo il  gesto, definito "gran rifiuto", di Baldovino, lodato da Papa Francesco durante la sua visita pastorale a Bruxelles del 28 settembre del 2024, in cui ha anche sollecitato l'apertura del processo per la beatificazione.

Non era la prima volta che un Pontefice ha onorato pubblicamente questa figura per la verità poco frequentata  dalla  storiografia ufficiale. Durante la sua seconda visita in Belgio Giovanni Paolo II aveva solennemente ringraziato  Dio "per il Re Baldovino difensore dei diritti di Dio e dell’uomo" in occasione della recita del Regina Coeli del 4 giugno 1995 papa Wojtyla, nella stessa occasione, pregò la Vergine Maria ringraziando “per il Re Baldovino, per la sua fede incrollabile e per l’esempio di vita che ha lasciato ai suoi concittadini e a tutta l’Europa. Ti ringraziamo per la forza che ha dimostrato nella difesa dei diritti di Dio e dei diritti dell’uomo, e in particolare del diritto alla vita del nascituro. Ho avuto la gioia di conoscere la profondità dello spirito di Re Baldovino, la sua eccezionale e ardente pietà cristocentrica e insieme mariana. Come non ringraziare lo Spirito Santo per ciò che ha compiuto nell’anima del Re defunto? Che grande esempio ci ha lasciato! Che grande esempio ha lasciato ai suoi concittadini!”. Il 31 luglio 2003, nel decimo anniversario della scomparsa del sovrano, lo stesso Pontefice è voluto ritornare sulla figura di Baldovino rievocandone in un messaggio alla nazione l’alta figura "umana, morale e spirituale".

Nel libro di Fulvi il ritratto di Baldovino, e del suo tempo, emerge  in modo vivido e con piglio quasi romanzesco, in modo da far appassionare il lettore, oltre che far emergere tutta l’ammirazione per una personalità tanto forte quanto poco appariscente, estranea alle “mode” e alla necessità di seguire le logiche dei tempi e della popolarità. La coerenza paga di più, facendo i conti con il tempo e la storia.

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Baldovino, diventato re a soli 20 anni dopo l’abdicazione del padre, Leopoldo III, visse un’infanzia difficile, segnata dall’occupazione nazista e dalla   figura del padre, contraddistinta da controversie e ostacoli. Fabiola, dal canto suo, si è trasformata subito in  una presenza rassicurante nella vita del giovane monarca, offrendo non solo amore, ma anche supporto morale e stabilità.

Rimangono nella memoria alcune pagine in particolare. O meglio, alcuni giorni. Come quel 15 dicembre 1960, quanto il Belgio è in festa per le nozze di re Baldovino e l’aristocratica spagnola Fabiola de Mora y Aragon, nella cattedrale dei Santi Michele e Gudula a Bruxelles. La grande fede religiosa è stato il punto in comune tra i due coniugi che li ha accompagnati per tutta la vita. Questo legame è sempre stato  un simbolo di integrità morale  che li  ha resi una delle coppie reali più amate. E del resto, basterebbe ricordare che la proposta di matrimonio era avvenuta a Lourdes, come ha anche ricordato nel suo libro dedicato proprio al legame speciale che ha unito la coppia, il cardinale Léon-Joseph Suenens, arcivescovo di Malines-Bruxelles,  che aveva stretto con re Baldovino una profonda amicizia fin dai primi anni ’60 e che mantenne fino alla sua morte.

La vita matrimoniale di Baldovino e Fabiola è stata caratterizzata da una sobrietà e una riservatezza che rispecchiavano i loro valori morali. La mancanza di figli, a causa di cinque aborti spontanei, è stata una delle prove più dolorose che hanno dovuto affrontare, ma che, in compenso, ha rafforzato ulteriormente il loro legame e la loro dedizione alla monarchia. “Dio ci ha dato una vita più piena di quanto avremmo potuto immaginare”, ha dichiarato la stessa  Fabiola,  riflettendo sulla mancanza di figli.

Uno degli episodi più significativi del regno di Baldovino è stato, come si diceva, il rifiuto  di firmare una legge che legalizzava l’aborto nel 1990. Questa decisione, in base alle sue profonde convinzioni religiose, avrebbe causato  una crisi politica. Fondamentale, in tal senso, l'incontro segreto dei sovrani  con un frate al santuario di Loreto. Per evitare uno scontro istituzionale, il Parlamento belga ha deciso di applicare una legge per la quale il re fu temporaneamente dichiarato incapace di esercitare le sue funzioni per meno di quarantotto ore, permettendo al governo di approvare la legge senza il suo consenso.

Baldovino ha osato dichiarare che la sua fede cattolica non gli avrebbe permesso di autorizzare una legge in contraddizione con i suoi principi morali. Una posizione più unica che rara, che oggi più che mai creerebbe scandalo e opposizione.

Fulvio Fulvi, Baldovino. Il re del gran rifiuto, Edizioni Ares, pp.144, euro 16

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