Essere agostiniano oggi cosa significa? In che modo ci si pone di fronte alle sfide del mondo? Quali sono le grandi sfide, quali le grandi risposte?
Significa vivere il carisma degli agostiniani proprio in questo tempo, in questa epoca specifica, con le sue sfide e possibilità. Sant'Agostino fu un uomo del suo tempo, molto coinvolto nella realtà, non sempre facile, del Basso Impero Romano, in mezzo anche alle tensioni e alle divisioni della Chiesa africana. Perciò è molto opportuno conoscere il contesto in cui visse sant'Agostino. Nella sua storia il nostro Ordine ha sempre sviluppato una forte dimensione evangelizzatrice. Gli agostiniani, fin dall'inizio, si recarono nelle città per impegnarsi nel lavoro pastorale e portarono avanti un grande impegno missionario. Perciò, come ho già detto, non si tratta di separarsi dal mondo, ma di conoscerlo, amarlo e servirlo, di coinvolgersi nella sua realtà per portargli la gioia del Vangelo.
Occorre saper leggere i segni dei nostri tempi ma sempre da Cristo, cioè con lo sguardo misericordioso di Dio. Viviamo in un’epoca concreta e, allo stesso tempo, piena di varietà e di forti contrasti. Ecco perché la risposta non scaturisce da uno spiritualismo evanescente, ma dall'amore incarnato in ogni situazione, nell’oggi della storia. Non bastano ricette prefabbricate, è necessario conoscere il contesto sentendosi parte del nostro mondo. Come direbbe sant’Agostino, il cristiano è Cristo, cioè la definitiva risposta di Dio ai bisogni dell’umanità.
In cosa rivede la spiritualità agostiniana in questo Papa? E cosa la spiritualità agostiniana può portare al pontificato?
Tre sono gli atteggiamenti fondamentali nel Papa di chiaro stile agostiniano: umiltà, ricerca della verità e senso della fraternità cristiana. La prima lo porta alla disponibilità, a partire dalla assoluta fiducia nel Signore; la seconda lo spinge alla conoscenza esperienziale di Cristo e all'ascolto della voce dello Spirito; la terza lo inserisce nel Popolo di Dio per camminare insieme e servirlo.
Per quanto riguarda alle grandi opzioni, non possiamo prevedere come si svilupperà il futuro. Dirò soltanto che, a mio avviso e considerando la spiritualità agostiniana, il pontificato sarà orientato dall'ordo amoris. Avrà una forte componente religiosa e un chiaro inserimento nel mondo di oggi; dalla sicurezza dottrinale, si batterà per la pace e la giustizia, con una vigorosa dimensione sociale; sarà stabile, sereno, solido, e allo stesso tempo dinamico e con una chiara prospettiva ecumenica e missionaria. In ogni caso il centro sarà sempre l’amore (caritas).
Colpisce che Leone XIV ha mostrato una chiara attenzione ai segni e ai gesti, anche in cose apparentemente "normali", come il fatto che abbia deciso di portare la mozzetta nella sua prima apparizione dalla loggia delle benedizioni. Quanto sono importanti i segni per gli agostiniani?
I segni esterni sono un modo non solo per esprimere decoro, ma per mostrare la propria identità, ad esempio l'uso dell'abito nel caso degli agostiniani. Lo stesso si può dire dei paramenti liturgici. Ma i segni esteriori non possono staccarsi dalla realtà interiore che rappresentano, altrimenti il segno diventa vuoto e privo di significato. Rimaniamo allora nella vana esteriorità, correndo il rischio di cadere nel “rubricismo”, nel rispetto puntiglioso della norma in quanto tale, o addirittura di lasciarci intrappolare dalla vanità. Per sant'Agostino le forme esterne sono manifestazione di una realtà più profonda. Sebbene siano importanti, hanno un carattere secondario, strumentale e transitorio rispetto all'essenza divina e alla verità interiore. Dobbiamo considerare sempre la realtà che significano.
Perciò ci ricorda che sia la forma esterna sia il rito devono essere rinvigoriti internamente dallo spirito.
Per quanto riguarda l'uso della mozzetta da parte di Papa Leone XIV, mi sembra che questa sia una questione molto secondaria. Le norme liturgiche stabiliscono qual è l'abito corale del Papa: talare bianca con pellegrina, fascia e zucchetto bianchi, rocchetto di lino e mozzetta rossa. Papa Francesco, liberamente ed esercitando la propria autorità, scelse di non indossare mai il corale, solo l’abito piano. È un'eccezione. Ma neanche ha voluto abolire o cambiare la norma, semplicemente non l’ha seguita per motivi personali. Papa Prevost è tornato a quanto stabilito. Tutto qui.
Ci dobbiamo aspettare un pontificato di sorprese o un pontificato di straordinaria regolarità e disciplina?
Credo che non si debbano presentare come realtà opposte o alternative, ma piuttosto complementari. Robert Prevost ha una personalità riflessiva, serena, ordinata, calma. È matematico e canonista. È sempre stato un gran lavoratore, disciplinato e di grande equilibrio interiore. Allo stesso tempo è determinato, generoso, coraggioso, coinvolto. Nemmeno dimentichiamo che è un uomo di preghiera e di profonda vita interiore, saldamente fondato su Cristo risorto. È anche importante ricordare che è figlio del Concilio Vaticano II e che è stato formato nell’ecclesiologia conciliare. Per il resto non esita a difendere ciò che ritiene giusto e si è sempre schierato al fianco dei deboli e degli esclusi. E si è caratterizzato per essere missionario come scelta personale in tutte le circostanze della vita.
Iscriviti alla nostra newsletter quotidiana
Ricevi ogni giorno le notizie sulla Chiesa nel mondo via email.
Nell'ambito di questo servizio gratuito, potrete ricevere occasionalmente delle nostre offerte da parte di EWTN News ed EWTN. Non commercializzeremo ne affitteremo le vostre informazioni a terzi e potrete disiscrivervi in qualsiasi momento.
Questa ricca personalità si rifletterà evidentemente nel pontificato. Dai suoi testi possiamo estrarre alcune chiavi riguardanti l'attività pastorale: il cristiano partecipa alla stessa missione di Cristo, deve ascoltare lo Spirito ed esprimere l'amore alla Chiesa, a partire da un profondo senso di comunione. Prevost non è mai stato un dissidente, ma un uomo che vive la libertà dei figli di Dio. La sua personalità non lo porta al confronto, ma piuttosto al dialogo, a costruire ponti e creare legami. Un’altra importante realtà è che non si è mai lasciato limitare o condizionare dai gruppi di pressione, dalle “cordate”, ma ha preso le decisioni necessarie in libertà, dopo aver ascoltato, pregato e riflettuto, come esigenza del suo stesso ministero.
Con un uomo del genere, probabilmente le sorprese saranno molte. Ma non li cercherà per la novità in sé, per sorprendere e impressionare, ma saranno piuttosto una conseguenza della sua fede, vocazione e servizio che scaturiscono dal Vangelo. Ecco perché sono sicuro che sarà un Papa eccezionale.
Quanto il carisma agostiniano ha formato Papa Leone XIV?
Il legame di Robert Francis Prevost con gli agostiniani risale a molto tempo fa. Nel 1969, all'età di quattordici anni, entrò nel St. Augustine Seminary High School, Holland (Michigan); ha poi studiato alla Villanova University, Philadelphia (Pennsylvania), l'unica università cattolica agostiniana negli Stati Uniti, dove si è laureato in matematica nel 1977. Nel settembre dello stesso anno è entrato nel noviziato dell'Ordine di Sant'Agostino, a Saint Louis, ed ha emesso la prima professione il 2 settembre 1978, affiliandosi alla provincia agostiniana di Nostra Signora del Buon Consiglio di Chicago. Il 29 agosto 1981 ha emesso i voti solenni. Così fin da giovanissimo è stato in contatto con gli agostiniani e ha conosciuto la figura di sant'Agostino. Progressivamente conobbe anche l'Ordine, nel quale prestò servizio come formatore, priore provinciale e priore generale.
Da buon figlio di sant'Agostino, Prevost favorì sempre gli studi sulla figura e il pensiero del Vescovo d’Ippona, con l’urgenza di farlo conoscere. Ma, come ho già indicato, il suo agostinismo non rimane nella astrattezza o nel mero gioco teorico ma viene assunto e interiorizzato per illuminare sia l’esistenza che l'attività pastorale. Sant'Agostino è un fedele compagno di viaggio nel cammino della vita, che Papa Leone non dovrà mai percorrere da solo, ma sempre insieme a tanti fratelli.
Leone XIV ha parlato subito di sinodalità. Quanto la sinodalità è importante per il carisma agostiniano? E come sarà secondo lei sviluppata?