Città del Vaticano , lunedì, 30. giugno, 2025 15:00 (ACI Stampa).
Un messaggio scritto in spagnolo, quello che papa Leone XIV ha inviato ai partecipanti alla 44esima Sessione della Conferenza FAO. Nel documento - reso noto dalla Sala Stampa Vaticana - ci sono soprattutto riferimenti alla condizione tragica di molti bambini e madri: la fame, in maniera scandalosa, è usata come arma di guerra.
“La Chiesa incoraggia ogni iniziativa volta a porre fine allo scandalo della fame nel mondo, condividendo i sentimenti del suo Signore, Gesù, il quale, come narrano i Vangeli, vedendo una grande folla avvicinarsi a lui per ascoltare la sua parola, si preoccupò soprattutto di sfamarla”, con queste parole inizia il Messaggio.
Sono parole che fanno riflettere quelle di papa Leone XIV che sottolinea che “nonostante alcuni passi importanti compiuti”, ancora il problema della fame del mondo avvinghia molte persone tanto che - denuncia il pontefice - diviene così “sempre più improbabile il raggiungimento dell'obiettivo "Fame Zero" dell'Agenda 2030. Ciò significa che siamo ben lontani dall'adempiere al mandato che ha dato vita a questa istituzione intergovernativa nel 1945. Ci sono persone che soffrono crudelmente e desiderano ardentemente che i loro molteplici bisogni siano soddisfatti. Sappiamo bene che non possono risolverli da sole. La tragedia costante della fame e della malnutrizione diffuse, che persiste oggi in molti Paesi, è ancora più triste e vergognosa se ci rendiamo conto che, sebbene la Terra sia in grado di produrre cibo a sufficienza per tutti gli esseri umani, e nonostante gli impegni internazionali per la sicurezza alimentare, è deplorevole che così tanti poveri del mondo continuino a non avere il pane quotidiano”.
Parla di "polarizzazione delle relazioni internazionali" che avvengono a causa di crisi e di conflitti. In questo panorama, allora, avviene che le “risorse finanziarie e tecnologie innovative vengono distolte dall’obiettivo di sradicare la povertà e la fame nel mondo per essere invece utilizzate per la produzione e il commercio di armi”. Sottolinea, inoltre, quanto sia importante mai come oggi divenire “artigiani di pace, lavorando per il bene comune, per ciò che giova a tutti e non solo a pochi, che sono sempre uguali. Per garantire la pace e lo sviluppo, intesi come miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni che soffrono la fame, la guerra e la povertà, sono necessarie azioni concrete, basate su approcci seri e lungimiranti".



