Diminuisce però il patrimonio netto. Ora ammonta a 2.597 milioni di euro, ovvero 145 milioni di euro in meno rispetto al 2023. E questo è dovuto soprattutto ai nuovi principi di valutazione degli immobili, che ha visto al ribasso alcune stime.
Ma è parte del percorso. Sostiene l’arcivescovo Piccinotti nell’introduzione alla sintesi che “l’A.P.S.A. è chiamata ad incrementare sempre più il flusso di reddito annuale derivante dalla gestione del patrimonio immobiliare. Ciò impone una corretta identificazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare, cogliendo le opportunità che il mercato offre, continuando nel processo di dismissione degli immobili ritenuti non adatti o non strategici per la produzione, e gestione, del reddito da destinare alla copertura del fabbisogno della Curia Romana”.
Capitolo immobili. L’APSA gestisce 4234 unità immobiliari in Italia. Nel rapporto 2023 si parlava 4249 unità immobiliari, e dunque si deve dedurre che alcune di queste unità siano state dismesse. Il 92 per cento degli immobili è in provincia di Roma, il 2 per cento è nelle province di Viterbo, Rieti e Frosinone, il 2 per cento a Padova, il 2 per cento ad Assisi e il restante 2 per cento fuori del Lazio. Le ultime percentuali si riferiscono ovviamente alla Basilica Pontificia di Sant’Antonio di Padova, a quella di Assisi e agli immobili collegati con il Santuario di Padre Pio l’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, che erano gestiti dalla Segreteria di Stato e che ora passano sotto il controllo di APSA.
Per quanto riguarda gli immobili, 2.866 di proprietà della stessa Amministrazione (1.367 ad uso residenziale, 395 ad uso commerciale); 1.368 di altri enti. L’’APSA versa in forma diretta e indiretta imposte relative agli immobili sul territorio italiano. Nel 2024 sono stati versati 6 milioni per l’IMU e 3,19 milioni per l’IRES.
La maggiore concentrazione degli immobili a Roma sono è vicino al Vaticano. Il 64 per cento delle superfici è in centro, il 19 per cento nei quartieri limitrofi, il 17 per cento nei quartieri periferici. Le unità immobiliari gestite all’estero sono circa 1200, e includono immobili a Londra, Parigi, Ginevra e Losanna. Proprio a Parigi c’è stata, negli scorsi anni, una operazione di acquisto e riqualificazione di un edificio che ricordava in tutto e per tutto quella che la Segreteria di Stato voleva fare a Londra per l’immobile di Sloane Avenue. I risultati sono stati diversi, ma è da notare che quel tipo di investimento sia un investimento “classico” delle finanze vaticane.
Nel bilancio APSA, viene anche sottolineato che l’amministrazione non solo dà un contributo alla Santa Sede, ma fornisce tutta una serie di servizi, per lo più a titolo gratuito, riguardante gli acquisti, l’analisi e la negoziazione dei titoli, la contabilità e la gestione degli investimenti, la riscossione e pagamenti, e anche quelli della Peregrinatio ad Petri Sedem, il “tour operator” del Vaticano. E lo fa con una squadra di 31 persone, nelle quali si includono anche il presidente, il segretario e il sottosegretario, mentre il board è composto da nove membri, otto cardinali e il governatore dello Stato di Città del Vaticano, Suor Raffaella Petrini.
Nel bilancio, c’è anche un’ampia disamina della situazione economica internazionale. “Nel 2024 – si legge - l’economia globale ha presentato andamenti divergenti tra le principali sezioni geografiche. Gli Stati Uniti continuano a rilevare una crescita sostenuta dai consumi (+3,1% il PIL nel terzo trimestre), mentre la Cina, quasi inaspettatamente, si è trovata ad affrontare un rallentamento, dovuto alla crisi del settore immobiliare, che pesa sulla domanda interna. In Europa, la crescita non si è rivelata in linea con le aspettative, probabilmente per fenomeni legati a uno sviluppo industriale lento e a alcuni fenomeni di stagnazione del settore dei servizi”.
Ci sono nuovi criteri nel settore mobiliare, ovvero degli investimenti, con lo smobilizzo della riserva dei titolo AFS (available for sale, cioè i titoli non destinati a negoziazione a breve termine o negoziazione fino alla scadenza) in favore di un portafogli SMA, ovvero “Separately managed accounts”.
Questo ha portato a un profitto di 38,1 milioni di euro, che consiste di 35,8 milioni di profitti di attività finanziaria e di utili dovuti alla variazione delle valutazioni titoli per 2,3 milioni.
Per quanto riguarda invece la gestione immobiliare, la sintesi del bilancio sottolinea che “nel corso del 2024 è giunto a compimento il bilancio inquilini con il recupero della rendicontazione pregressa e l’allineamento alla gestione corrente (previsto per l’estate 2025)”, e inoltre sono state “prese in carico del patrimonio del Dicastero per le Chiese Orientali, attività varie per rendere esecutivo l’accordo con il Vicariato per la donazione degli Edifici di culto (Chiese, case canoniche e locali di ministero pastorale con utilizzo prevalente parrocchiale e non inseriti in edifici più complessi che rimangono all’A.P.S.A.)”.
La sintesi parla anche di una strategia per ridurre gli sfitti, che ha portato a creare “pacchetti di unità” destinata “ad operatori economici o istituzionali che ne prendano in carico la regolarizzazione, la ristrutturazione e il pagamento del canone”, mentre “è in fase di sviluppo il progetto per soluzione delle problematiche di legittimità urbanistico-edilizia catastale che limitano le attività negoziali nelle locazioni e nelle compravendite sia relativamente alle sanatorie sia rispetto ai condoni”, e si stanno riqualificando le parti comuni dei beni e mettendo in luce un discorso sulla manutenzione. Cambieranno anche i contratti di locazione.
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