Roma , venerdì, 8. agosto, 2025 16:00 (ACI Stampa).
Il Parco della Pace è una distesa verde punteggiata da grandi alberi ombrosi, su cui passeggiano turisti e cittadini, che in generale ignorano la storia del luogo in cui si trovano, un luogo che un tempo era un quartiere popoloso, pieno di negozi, scuole, teatri. E ancor più ignorano che questi prati, alberi, orizzonti di luce estiva conservano le dolorose memorie di un tempo ancora più lontano, sprofondato nei secoli, in cui si è consumato il martirio di vittime innocenti, colpevoli solo di non voler abiurare la loro fede.
Così, ancora una volta, il tragico anniversario che ricorre il 6 agosto, in memoria di quel giorno del 1945, quando Hiroshima in Giappone viene al suolo dalla bomba atomica, seguita il 9 agosto dall’uguale, terribile sorte di Nagasaki, lega e intreccia questo ricordo di sangue, dolore, cieca violenza, alla forza della fede, al sacrificio del martiri, alla santità di esistenze votate al bene.
Una riflessione quasi obbligata per noi che viviamo in un mondo attraversato da guerre, in cui ogni giorno cadono vittime civili e lo spauracchio nucleare è agitato da più parti. Leggere alcune opere può aiutare sicuramente a riflettere e anche approfondire la conoscenza di temi di cui in realtà poco si conosce. Si può cominciare da un saggio che si legge come un romanzo, dal titolo Santi, martiri e samurai di Gabriele Di Comite (San Paolo) in cui naturalmente irrompe anche il tragico destino Nagasaki e della sua comunità cristiana, decimata dall’atomica, da affiancare con la lettura del celebre saggio del Nobel Kenzaburo Oe Note su Hiroshima.
E poi naturalmente i libri di Takashi Paolo Nagai, medico e scrittore giapponese, convertito al cristianesimo, autore di romanzi che colpiscono al cuore. Come quello pubblicato dalle Edizioni San Paolo, dal titolo “Il passo della Vergine. Storia dei Martiri cristiani di Tsuwano”. Come recita il sottotitolo si tratta appunto del racconto appassionato delle vicende di un gruppo di cristiani perseguitati. Lo scrittore infatti è molto legato alla storia delle persecuzioni anticattoliche in Giappone, in particolare l’ultima ondata tra il 1865 e il 1875. Una pagina di storia ben poco conosciuta, ed è stata anche l’opera di Nagai che ha contribuito a far luce su di essa, insieme al grandioso romanzo di Shusaku Endo, “Silenzio”, da cui è stato tratto l’intenso film di Martin Scorsese, un progetto inseguito per molti anni e finalmente realizzato nel 2016.
La storia al centro dell’opera di Nagai è quella della crudele persecuzione praticata dalle autorità giapponesi nei confronti degli abitanti di un gruppo di villaggi di Urakami, a nord di Nagasaski, persone che si erano convertiti in massa nella seconda metà del Cinquecento. Per rimanere fedeli alla propria fede, contro il tentativo di abiura, che si voleva estorcere nei confronti di una religione portata da stranieri e dunque f bollata come falsa e antipatriottica, furono deportati,, detenuti in condizioni disumane, torturati e sottoposti a estenuanti sedute di indottrinamento allo shintoismo.





