Rimini , sabato, 23. agosto, 2025 14:00 (ACI Stampa).
“Per questa 46^ edizione è stato scelto il titolo: ‘Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi’. Una citazione che è anche una sfida, come tradizione per le giornate di Rimini. Abbiamo bisogno di costruttori di comunità. Costruttori di convivenza, di pace, di partecipazione, di solidarietà. Costruttori di una società capace di governare i mutamenti restando umana nelle fondamenta e nella civiltà. Non possiamo dare per scontate le conquiste che le precedenti generazioni ci hanno trasmesso. Libertà, democrazia, pace, modello sociale, vanno continuamente rigenerati nella fedeltà ai loro presupposti valoriali. Rigenerati e condivisi”.
Questo è stato il messaggio del presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, letto dal presidente della Fondazione del Meeting per l’Amicizia tra i Popoli, Bernhard Scholz, in apertura della kermesse riminese nel giorno in cui papa Leone XIV lo ha indetto per il digiuno e la preghiera. Ed anche se non tutti ha fatto digiuno la giornata è stata dedicata al dialogo ed al perdono con la testimonianza delle ‘Madri per la pace’, che hanno messo al centro il conflitto in Medio Oriente con il dialogo tra Layla al-Sheik, madre musulmana di Betlemme che ha perso un figlio piccolo, Qusay, nella Seconda Intifada; Elana Kaminka, israeliana, madre di Yannai, soldato ucciso il 7 ottobre 2023 e suor Azezet Habtezghi Kidane, religiosa comboniana eritrea, conosciuta anche come suor Aziza, che opera da anni in Israele e nei Territori Palestinesi, dopo esser stata missionaria in Sudan e in Eritrea.
Hanno raccontato un cammino lento e faticoso ma portatore di una speranza invincibile, in nome del futuro delle giovani generazioni israeliane e palestinesi: “Quando perdi un figlio, contestualmente, perdi anche la paura. Non temi più nulla”, ha detto Layla al-Sheikh, a cui ha fatto risonanza l’israeliana Elana Kaminka: “Bisogna immedesimarsi con l’avversario, cosa sei disposto a fare se raggiungi il culmine della disperazione? Che tipo di adulto puoi diventare se vivi soprusi continui, come succede ai bambini palestinesi? Ecco perché nessuno deve permettersi di uccidere nel nome di mio figlio”.
Elana (colpita negli affetti più cari, in un attacco ad opera di Hamas, ma non accecata per questo da odio etnico) è un’attivista impegnata nella promozione della pace e nella costruzione di ponti tra le comunità israeliane e palestinesi. E’ membro attivo di ‘Tag Me’ir’, organizzazione che offre supporto alle vittime di violenza razzista in Israele e volontaria con ‘Humans Without Borders’, collabora a un’opera assistenza umanitaria a bambini palestinesi malati, aiutandoli a raggiungere ospedali israeliani per cure mediche urgenti.
Ugualmente nello stesso lavoro è impegnata a fare Layla, sul fronte mussulmano, perché la pace, oltre ad auspicarla e a pregare per essa, va costruita, coltivando il metodo del dialogo, della comprensione della solidarietà fra vittime sui diversi fronti. In questo lavoro di mediazione è impegnata la terza testimone dell’incontro, suor Aziza Kidane, da 12 anni in Terrasanta al servizio dei più poveri, infaticabile costruttrice di ponti tra israeliani e palestinesi.





