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Frassati e Acutis sono Santi! “Tutti e due innamorati di Gesù e pronti a donare tutto per Lui”

Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati sono Santi

Il Papa oggi 7 settembre a San Pietro |  | Vatican Media / EWTN Il Papa oggi 7 settembre a San Pietro | | Vatican Media / EWTN

Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati sono Santi. In una Piazza San Pietro, densa, assolata e commossa, Papa Leone XIV ha dichiarato santi il millennial Acutis e il giovane di Torino Frassati. Tutti e due caratterizzati dall’amore totale verso Gesù e verso i poveri. Ricordando ad ognuno di noi che si può essere santi anche conducendo vite semplici, come quella di un adolescente e di un giovane ragazzo.

Papa Francesco aveva approvato i loro miracoli e ci teneva a dichiararli santi durante questo Giubileo 2025. E oggi tutto questo è successo. Tantissimi le persone già in fila per assistere alla celebrazione fin dalle prime ore dell’alba. In questi giorni si è parlato tantissimo di loro, delle loro opere, della loro vita da “santi della porta accanto”.

Papa Leone, sul Sagrato della Basilica di San Pietro, presiede la Celebrazione Eucaristica e il Rito della Canonizzazione di questi due giovani santi per la Chiesa tutta. Sono anche “i suoi primi santi”. Sono presenti le Delegazioni Ufficiali dall’Italia, dalla Gran Bretagna, dalla Polonia e dall’Ordine di Malta. Tanta la commozione, anche dopo la formula di canonizzazione.

Prima della Messa il Papa a sorpresa ha anche salutato la folla. “Oggi è una festa bellissima, un giorno di gioia. Volevo salutare i giovani ragazzi che sono venuti per questa santa Messa. Voi siete venuti da diversi paesi, un dono di fede che vogliamo condividere”. Il Papa ha salutato anche i famigliari dei due nuovi santi presenti in Piazza.

Dopo la Messa il Papa promette di salutare i fedeli in Piazza.

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Il Pontefice nella sua omelia ricorda che Gesù ci chiama indistintamente. “A buttarci senza esitazioni nell’avventura che Lui ci propone, con l’intelligenza e la forza che vengono dal suo Spirito e che possiamo accogliere nella misura in cui ci spogliamo di noi stessi, delle cose e delle idee a cui siamo attaccati, per metterci in ascolto della sua parola”.

“Tanti giovani, nel corso dei secoli, hanno dovuto affrontare questo bivio nella vita. Pensiamo a San Francesco d’Assisi: come Salomone, anche lui era giovane e ricco, assetato di gloria e di fama. Per questo era partito per la guerra, sperando di essere investito cavaliere e di coprirsi di onori. Ma Gesù gli era apparso lungo il cammino e lo aveva fatto riflettere su ciò che stava facendo”, dice Papa Leone XIV.

“E quanti altri santi e sante potremmo ricordare! A volte noi li raffiguriamo come grandi personaggi, dimenticando che per loro tutto è cominciato quando, ancora giovani, hanno risposto “sì” a Dio e si sono donati a Lui pienamente, senza tenere nulla per sé”, continua il Pontefice nella sua omelia.

In questa cornice, oggi guardiamo a San Pier Giorgio Frassati e a San Carlo Acutis: un giovane dell’inizio del Novecento e un adolescente dei nostri giorni, tutti e due innamorati di Gesù e pronti a donare tutto per Lui”, ricorda Leone che poi inizia a raccontare le qualità uniche di ognuno di loro.

“Pier Giorgio ha incontrato il Signore attraverso la scuola e i gruppi ecclesiali – l’Azione Cattolica, le Conferenze di San Vincenzo, la FUCI, il Terz’Ordine domenicano – e lo ha testimoniato con la sua gioia di vivere e di essere cristiano nella preghiera, nell’amicizia, nella carità. Al punto che, a forza di vederlo girare per le strade di Torino con carretti pieni di aiuti per i poveri, gli amici lo avevano ribattezzato “Frassati Impresa Trasporti”! Anche oggi, la vita di Pier Giorgio rappresenta una luce per la spiritualità laicale. Per lui la fede non è stata una devozione privata: spinto dalla forza del Vangelo e dall’appartenenza alle associazioni ecclesiali, si è impegnato generosamente nella società, ha dato il suo contributo alla vita politica, si è speso con ardore al servizio dei poveri”, sottolinea Papa Leone XIV.

“Carlo, da parte sua, ha incontrato Gesù in famiglia, grazie ai suoi genitori, Andrea e Antonia – presenti qui oggi con i due fratelli, Francesca e Michele – e poi a scuola, anche lui, e soprattutto nei Sacramenti, celebrati nella comunità parrocchiale. È cresciuto, così, integrando naturalmente nelle sue giornate di bambino e di ragazzo preghiera, sport, studio e carità”, continua il Papa.

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“Entrambi, Pier Giorgio e Carlo, hanno coltivato l’amore per Dio e per i fratelli attraverso mezzi semplici, alla portata di tutti: la santa Messa quotidiana, la preghiera, specialmente l’Adorazione eucaristica”, ne è convinto Papa Leone.

“Un’altra cosa essenziale per loro era la Confessione frequente. Carlo ha scritto: L’unica cosa che dobbiamo temere veramente è il peccato»; e si meravigliava perché – sono sempre parole sue – «gli uomini si preoccupano tanto della bellezza del proprio corpo e non si preoccupano della bellezza della propria anima. Tutti e due, infine, avevano una grande devozione per i Santi e per la Vergine Maria, e praticavano generosamente la carità”, continua il Papa nella omelia.

Poi la morte, arrivata troppo presto. “Perfino quando la malattia li ha colpiti e ha stroncato le loro giovani vite, nemmeno questo li ha fermati e ha impedito loro di amare, di offrirsi a Dio, di benedirlo e di pregarlo per sé e per tutti. Un giorno Pier Giorgio disse: «Il giorno della morte sarà il più bel giorno della mia vita»;e sull’ultima foto, che lo ritrae mentre scala una montagna della Val di Lanzo, col volto rivolto alla meta, aveva scritto: «Verso l’alto».Del resto, ancora più giovane, Carlo amava dire che il Cielo ci aspetta da sempre, e che amare il domani è dare oggi il meglio del nostro frutto”.

“Carissimi, i santi Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis sono un invito rivolto a tutti noi, soprattutto ai giovani, a non sciupare la vita, ma a orientarla verso l’alto e a farne un capolavoro. Ci incoraggiano con le loro parole: “Non io, ma Dio”, diceva Carlo. E Pier Giorgio: “Se avrai Dio per centro di ogni tua azione, allora arriverai fino alla fine”. Questa è la formula semplice, ma vincente, della loro santità. Ed è pure la testimonianza che siamo chiamati a seguire, per gustare la vita fino in fondo e andare incontro al Signore nella festa del Cielo”, conclude così Papa Leone la sua omelia di questa domenica che è già storia.

 

 

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