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Continua l’eredità di Benedetto XVI: il Ratzinger Schuelerkreis si incontra per parlare di dignità umana

Benedetto XVI non aveva mai voluto creare una scuola. Ma i suoi allievi, attorno i quali si sono radunati gli studiosi della sua opera, continuano ad incontrarsi. E parleranno di inviolabilità della vita umana

Ratzinger Schuelerkreis | Organizzatori del Ratzinger Schuelerkreis | Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger Ratzinger Schuelerkreis | Organizzatori del Ratzinger Schuelerkreis | Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger

Cosa rende inviolabile la dignità umana? La teologia di Joseph Ratzinger come fonte di ispirazione duratura”. Il Ratzinger Schuelerkreis, il circolo di ex allievi di Benedetto XVI allargato poi a quanti ne hanno studiato l’opera nel corso degli anni, ha scelto questo come tema del suo simposio annuale, che si tiene dal 25 al 28 settembre a Roma, presso l’Augustinianum.

Parliamo di Ratzinger Schuelerkreis, ma questo comprende il circolo di ex allievi di Benedetto XVI e il cosiddetto Neuer Schülerkreis, giovani studiosi che non hanno lavorato direttamente sotto il professor Ratzinger, ma ne hanno apprezzato l’opera.

Da qualche anno, lo Schuelerkreis prevede anche una sessione pubblica. Questa si terrà il prossimo 27 settembre, presso l’Istituto Patristico Augustinianum, alle 15, e il tema sarà appunto la dignità umana.

Dopo l’introduzione del cardinale Kurt Koch, sono previsti gli interventi dei professori Stefanos Athanasiou (Dignità umana nel pensiero teologico di Joseph Ratzinger / Papa Benedetto XVI); Ralph Weimann (Concetto di umanità e sfide bioetiche); Vincent Twomey (Decisione di coscienza come espressione dell’essere creati a immagine di Dio); Hanna-Barbara Gerl-Falkovitz (Corpo ed esperienza di Dio: genere e sesso nella prospettiva di Joseph Ratzinger); Stephan Kampowski (Risposte al transumanesimo e all’intelligenza artificiale).

I lavori saranno coordinati da Christoph Ohly.

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Come è nato il Ratzinger Schuelerkreis? Benedetto XVI non ha mai voluto raccogliere una scuola teologica intorno a sé. Eppure, sin dagli anni di Regensburg, i suoi studenti si erano costituiti in un circolo, che poi si è incontrato ogni anno, anche quando divenne arcivescovo di Monaco, quando divenne prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede e infine quando divenne Papa.

Il Ratzinger Schuelerkreis, oramai una sorta di laboratorio ecumenico, con il tempo ha allargato gli orizzonti, ha incluso un secondo Circolo, il nuovo Schuelerkreis, composto non dagli studenti di Ratzinger ma da coloro che studiavano Ratzinger, e si era costituito in una struttura che organizza simposi in tutto il mondo.

Quando, poi Benedetto XVI, rinunciò al pontificato, gli incontri dello Schuelerkreis sono continuati, anche senza la presenza del maestro, che nei primi anni soleva incontrare i membri dell’incontro e celebrare Messa con loro.

Nel frattempo, si era creato un “Nuovo Schuelerkreis”, fatto non più dagli studenti di Benedetto XVI , ma da studenti che si erano formati sul pensiero di Benedetto XVI.

Sette anni fa, il vecchio e il nuovo Schuelerkreis hanno dato vita a un nuovo modo di incontrarsi: un simposio pubblico, da tenersi ogni anno, per rendere vivo e presente il pensiero del Maestro e diffonderlo anche nella società. Guida di questo nuovo gruppo è il Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

 

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Gli ex allievi di Benedetto XVI si riuniscono dal 1977, quando il professor Ratzinger fu nominato arcivescovo di Monaco e Frisinga. Gli incontri sono continuati anche quando il Cardinale Ratzinger fu nominato nel 1981 prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede e poi Papa. Molti dei membri storici non partecipano più agli incontri, anche data la loro età avanzata.

Tra quanti hanno partecipato, un solo italiano, padre Cornelio Zotto, che scrisse sotto la supervisione di Ratzinger una tesi sulla teologia dell’immagine di San Bonaventura. Monsignor Helmut Moll, che l'anno scorso fu chiamato anche come relatore.  E poi, il vescovo Barthelemy Adoukonou, segretario emerito del Pontificio Consiglio della Cultura; il vescovo Hans-Jochen Jaschke, emerito di Amburgo; il redentorista Real Trembaly, il moralista Vincent Twomey, e persino una coreana, Jung-Hi Victoria Kim, che fu autrice a Regensburg di una audace tesi sul confronto tra la “caritas” di Tommaso d’Aquino e lo yen del confucianesimo.

Sono sempre più le tesi di laurea e gli studi su Benedetto XVI. La Fondazione Ratzinger ha preso a radunare un gruppo di dottorandi che studiano il pensiero di Benedetto XVI e che si erano ritrovati nella Biblioteca Ratzinger, nel Campo Santo Teutonico, in Vaticano.

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