Roma , venerdì, 7. novembre, 2025 9:00 (ACI Stampa).
Non erano che rocce, o luoghi di cui si era dimenticata la storia, e ora sono di nuovo posti pieni di vita, dove si celebrano matrimoni, e dove la gente si riunisce. Sono 63 chiese del Libano, restaurate con un progetto che è iniziato nel 2018, finanziato dall’iniziativa Hungary Helps, e che ha visto la stretta collaborazione dell’Università Cattolica di Budapest Pázmány Péter e dell’Università dello Spirito Santo di Kaslik, in partenariato con la Direzione Generale delle Antichità del Ministero della Cultura del Libano.
Questa straordinaria esperienza di resurrezione è stata descritta in una mostra intitolata “Pilastri del Libano – Conservare per preservare”, presentata presso l’Accademia d’Ungheria a Roma lo scorso 4 novembre. Pannelli fotografici che dettagliano lo sforzo per riportare le chiese alla vita le distinguono per epoche storiche e ne mostrano la distribuzione sul territorio libanese, il “Paese messaggio” – copyright di Giovanni Paolo II – che, nel corso degli anni, ha dimostrato come le religioni possano convivere.
Come è successo alla chiesa di Mar Boula (San Paolo), un edificio, racconta l’ingegnere Rafid Sammour, che ha curato il progetto, che si trovava nel suo villaggio di Deir Billa e che lui stesso non avrebbe mai immaginato fosse una chiesa. “Invece era una chiesa, e si trovava, tra l’altro, nel quartiere musulmano”, racconta. Oggi, quella chiesa restaurata è segno di una comunità che vive in pace con i vicini musulmani, ed è diventata un segno particolare.
Zsolt Vágner, coordinatore del progetto, racconta come questo lavoro di restauro ha significato molto non solo per la popolazione, ma anche per la sua stessa esperienza cristiana. In un periodo di crisi politica ed economica prolungata, il Libano ha così potuto sperimentare una nuova luce nata dalle rovine delle chiese ricostruite.
Il progetto è stato sostenuto da Hungary Helps, ed è costato 3,5 milioni di euro. È una goccia nel mare del lavoro fatto a favore dei cristiani perseguitati da parte del sottosegretariato ad hoc voluto dal governo Orban. Il sottosegretario Tristan Azbej, nel suo indirizzo di saluto, ha ricordato che il programma Hungary Helps ha avviato circa 40 progetti in Libano, per un totale di 16,92 milioni di euro, nei campi dell’educazione, dell’eredità e della protezione storica e sociale.




