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Zuppi: “La pace, unica vittoria”

L'appello alla pace dopo la recita dei Vespri nella basilica inferiore di San Francesco d'Assisi. La conferenza stampa, nel pomeriggio, a fine dei lavori dell'assemblea generale Cei

Il cardinal Zuppi durante la preghiera dei Vespri alla basilica inferiore di San Francesco d'Assisi | Il cardinal Zuppi durante la preghiera dei Vespri alla basilica inferiore di San Francesco d'Assisi | Credit Basilica di San Francesco d'Assisi
Il cardinal Zuppi durante la preghiera dei Vespri alla basilica inferiore di San Francesco d'Assisi | Il cardinal Zuppi durante la preghiera dei Vespri alla basilica inferiore di San Francesco d'Assisi | Credit Basilica di San Francesco d'Assisi
Un momento della conferenza stampa del pomeriggio | Un momento della conferenza stampa del pomeriggio | Credit Canale youtube Cei
Un momento della conferenza stampa del pomeriggio | Un momento della conferenza stampa del pomeriggio | Credit Canale youtube Cei

Si chiude la giornta di oggi dell'assemblea della Cei con un appello alla pace e la recita dei Vespri nella basilica inferiore di San Francesco d'Assisi: assemblea apertasi lunedì scorso, in attesa della chiusura con papa Leone XIV che arriverà domani nella città umbra. Un appello che sottolinea l'impegno della Chiesa italiana per la tanto sospirata pace: "Noi, Pastori della Chiesa italiana, riuniti nella città di san Francesco, uomo di pace, auspichiamo che all'umanità siano risparmiati ulteriori lutti e tragedie e sia evitata la spaventosa ipotesi di una catastrofe dalle conseguenze incalcolabili. Desideriamo rivolgerci, in particolare modo, a quanti hanno in mano le sorti dei popoli, sull'esempio del Santo di Assisi, che «a tutti i podestà e ai consoli, ai giudici e ai reggitori di ogni parte del mondo» scrisse una lettera ferma e franca, chiedendo di non «dimenticare il Signore né deviare dai suoi comandamenti»”. Con queste parole, il cardinale Zuppi, presidente della Cei e arcivescovo di Bologna, ha presieduto questa preghiera giunta dopo la recita dei Vespri. Nell'appello, poi, si fa riferimento al “tribunale di Cristo” per “rendere conto delle nostre azioni e quanto maggiori saranno state le responsabilità sulle spalle – lo diciamo con tremore, pensando alle nostre – tanto maggiore sarà il rischio nel giorno del giudizio”. Si ricorda l'impegno di san Paolo VI per la pace. Si fa riferimento al suo discorso all'Onu del 4 ottobre 1965: Zuppi ricorda il suo “monito pieno «di gravità e di solennità: non gli uni contro gli altri, non più, non mai!», ricordando che il fine della nobile Istituzione è quello di agire «contro la guerra e per la pace»”. E per poter avere la pace, affinché possa concretizzarsi “ieri come oggi, c'è bisogno di una conversione vera, di un cambiamento profondo di mentalità, che parte dalla convinzione che Dio ha dato a tutti, non solo ad alcuni, le ricchezze della terra”. Si fa riferimento alla penitenza, allora: tema caro a san Francesco. Bisogna “convertirsi realmente”, così afferma l'appello che “con voce accorata, in nome del principe della pace” diviene una supplica a “quanti governano i popoli” affinché possano mettere “al bando le armi, a cominciare dalle testate atomiche” e possano impiegare “ogni loro sforzo a servizio della pace ei mezzi a disposizione per combattere la fama che è nel mondo”. 

 

Parole che giungono dopo la recita dei Vespri nei quali c'è stato modo anche di ascoltare una meditazione del porporato: alla preghiera del salmista “Ascolta, Signore, la mia voce” e al grido “Abbi pietà di me! Rispondimi”, fa eco - per Zuppi - “il grido che facciamo nostro in questa veglia per la pace”. Una preghiera “di angoscia che sale da tutte le persone sprofondate in quell'inferno sulla terra che sono ogni pezzo dell'unica guerra mondiale”. Nella sua meditazione, inoltre, Zuppi ricorda il ruolo della Chiesa che "è una madre e non sarà mai neutrale, perché sceglierà sempre la pace. Non pregherà per la vittoria, ma per la pace, che è l'unica vittoria". Dopo aver ripetuto storicamente le due guerre mondiali, ribadisce che per trovare “la pace bisogna combattere la logica della forza con le armi dell'amore, le uniche capacità di sconfiggere il demone ei demoni che si impadroniscono del mondo”. E la pace richiama il messaggio sempre attuale del santo di Assisi, “un uomo di pace” che “la cercava per tutti”. E' la strada che indica a san Francesco d'Assisi la strada da percorrere per trovare la pace, secondo il cardinale arcivesvovo di Bologna e presidente della Cei. 

 

Giornata intensa quella di oggi. Sia per i vescovi impegnati nell'assemblea, sia - ovviamente - per il presidente della Cei che ha tenuto una conferenza stampa, a fine assemblea, alla Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli di Assisi nel pomeriggio. 45 minuti circa in cui si sono alternati diversi temi legati al cammino sinodale: “Continuare a camminare insieme, ricercando tempi e modi per dare concretezza agli orientamenti e alle proposte emersi in questi anni”, questo l'impegno della Chiesa italiana. L'impegno - lo ribadisce fortemente - è quello di “non disilludere l'attese che in tanti modi il cammino sinodale ha raccolto, ha suscitato”. Zuppi ricorda, poi, che lo stesso cammino sinodale "ha coinvolto più di 500 mila persone in tutte le comunità e non solo le comunità ad intra , ma anche tantissimi tavoli di lavoro ad extra ": "i professori, i giornalisti, i sindaci, moltissime esperienze proprio di ascolto e di confronto. L'impegno è proprio quello di vivere lo spirito e lo stile sinodale promuovendo strumenti per essere una Chiesa". Una Chiesa collegiale e sinodale quella che evidenzia Zuppi nella conferenza stampa che si è di oggi. L'assemblea ha prodotto quello che il porporato definisce “dibattito ricco, con tante diversità, con sfumature, ma con una consapevolezza, direi, una determinazione per me personalmente consolante, di tanta speranza”. Le difficoltà non mancano certamente ma rassicura Zuppi: “Le viviamo con molta collegialità”. Una collegialità che si sposa con la parola sinodalità: “Vanno insieme, ma direi che sono in buona salute tutti e due”. Tra le possibili priorità, il presidente della Cei ha elencato “la chiarezza di metodo, la costruzione della comunità in una Chiesa che cambia e si trasforma, il rapporto col territorio anche in tessuto sociale molto più isolato, dove c'è tanto individualismo, tanta sofferenza e patologie”. I temi sono molteplici, fino ad arrivare a quello del suicidio assististo. In merito, Zuppi non ha dubbi: “Ci preoccupa soprattutto l'autonomia differenziata sul suicidio assistito”.  E in merito alla visita di papa Leone XIV ad Assisi, evidenzia come questa sia espressione del "legame e affetto della Chiesa italiana verso il papa. E viceversa", precisa Zuppi.

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