Beirut , lunedì, 1. dicembre, 2025 16:35 (ACI Stampa).
"Come le radici dei cedri e degli ulivi penetrano in profondità e si estendono ampiamente sulla terra, così anche il popolo libanese è sparso in tutto il mondo, ma unito dalla forza duratura e dal patrimonio senza tempo della vostra terra natale. La vostra presenza qui e nel mondo arricchisce la terra con il vostro patrimonio millenario, ma rappresenta anche una vocazione. In una globalità sempre più interconnessa, siete chiamati a essere costruttori di pace: a contrastare l’intolleranza, superare la violenza e bandire l’esclusione, illuminando il cammino verso la giustizia e la concordia per tutti, attraverso la testimonianza della vostra fede". Papa Leone XIV lo dice in Piazza dei Martiri a Beirut.
La piazza è un simbolo della resistenza libanese e che prende il suo nome nel 1931, con il ricordo dei patriotiche vennero impiccati durante la rivolta contro i turchi, nel periodo della Prima Guerra Mondiale. La statua della piazza porta ancora i segni dei proiettili della Guerra del Libano. Il monumento è dello scultore italiano Marino Mazzacurati inaugurato nel 1960.
Il Papa Riprende Ecclesia in Medio Oriente, che Benedetto XVI ha firmato proprio a Beirut, per parlare di dialogo "in questo luogo straordinario dove minareti e campanili stanno fianco a fianco, eppure entrambi si slanciano verso il cielo, testimonia la fede duratura di questa terra e la persistente dedizione del suo popolo all’unico Dio".
Una terra culla delle religioni abramitiche, e dove si è guardato all' "arduo cammino e la incessante ricerca del dono prezioso della pace. Talvolta l’umanità guarda al Medio Oriente con un senso di timore e scoraggiamento, di fronte a conflitti così complessi e di lunga data. Eppure, in mezzo a queste lotte, si può trovare speranza e incoraggiamento quando ci concentriamo su ciò che ci unisce: la nostra comune umanità e la nostra fede in un Dio di amore e misericordia". La missione del Libano è "testimoniare la verità duratura che cristiani, musulmani, drusi e innumerevoli altri possono vivere insieme, costruendo un paese unito dal rispetto e dal dialogo".
Il Papa ricorda i 60 anni della Dichiarazione Nostra Aetate, e le pagine del Vangelo che portano Gesù nella regione della Decapoli, a Tiro e Sidone. E il nucleo del dialogo interreligioso è "la scoperta della presenza di Dio al di là di ogni confine e l’invito a cercarlo insieme con riverenza e umiltà".










