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Abusi, il Cardinale Salazar: “È molto profondo il danno causato e il dolore inflitto”

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È il Cardinale Rubén Salazar Gómez, Arcivescovo di Bogotà e Presidente del Consiglio Episcopale Latinoamericano, a prendere la parola nella sessione pomeridiana dei lavori del primo giorno dell’Incontro in Vaticano sulla protezione dei minori della Chiesa.

Alla presenza di Papa Francesco e dei presidenti delle Conferenze Episcopali mondiali, il Cardinale Salazar propone una relazione sul tema: “La Chiesa trafitta. Affrontare i conflitti e agire con decisione”.

È proprio questo che ha chiesto oggi Papa Francesco nel discorso introduttivo, “il Santo Popolo di Dio ci guarda e attende da noi non semplici e scontate condanne, ma misure concrete ed efficaci da predisporre”. 

Il Cardinale Salazar ricalca questo concetto: “Il fatto che avvengano abusi in altre istituzioni e gruppi non giustifica mai la presenza di abusi nella Chiesa perché contraddice l'essenza stessa della comunità ecclesiale e costituisce un mostruoso travisamento del ministero sacerdotale che, per sua propria natura, deve cercare il bene delle anime come suo fine supremo. Non vi è alcuna giustificazione possibile per non denunciare, per non smascherare, per non affrontare con coraggio e fermezza qualsiasi abuso si presenti all’interno della nostra Chiesa.”

Dunque coraggio e denuncia. Questo chiede il Presidente del CELAM, il quale sottolinea: “Per poter comprendere questa responsabilità e assumerla, è indispensabile cercare di classificare, per quanto possibile, la natura della crisi. Una breve analisi di ciò che è accaduto ci permette di rilevare che non si tratta solo di deviazioni o patologie sessuali in coloro che commettono abusi, ma che c'è una radice più profonda che è il travisamento del significato del ministero convertito in mezzo per imporre la forza, per violare la coscienza e i corpi dei più deboli. Questo ha un nome: clericalismo". 

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“Questo non è facile – continua l’Arcivescovo di Bogotà - perché è una mentalità che ha permeato la nostra Chiesa negli anni e che, quasi sempre, non siamo consapevoli sia alla base del nostro modo di concepire il ministero e di agire nei momenti decisivi. Questa osservazione significa che si rende necessario smascherare il clericalismo di fondo e realizzare un cambiamento di mentalità che, espresso in termini più precisi, si chiama conversione".

“Come vescovi la nostra responsabilità inizia nell’accrescere costantemente la consapevolezza che, da soli, non siamo nulla - sottolinea nella relazione il Cardinale Gomez - non possiamo nulla, dal momento che non siamo noi che abbiamo scelto il ministero, ma il Signore che ci ha scelto". 

Poi, un appunto sul ruolo svolto dalla stampa che “ha aiutato ad affrontare la crisi”. “Voglio ringraziare i media che hanno smascherato questi lupi e hanno dato voce alle vittime”, dice il Presidente del CELAM.

“Molto profondo il danno causato e il dolore inflitto.La nostra responsabilità ci porta a lavorare ogni giorno affinché gli abusi non si presentino mai più nella Chiesa e affinchè quelli che alla fine si presentano ricevano la punizione e la riparazione richiesta", aggiunge il porporato. 

"Nel processo di conversazione da avviare, il vescovo non è solo, il suo ministero è un ministero collegiale – continua il Cardinale Salazar Gomez sul ruolo del vescovo - Offriamo ai vescovi un codice di condotta che dimostra come deve agire il vescovo. Il vescovo deve conoscere i propri sacerdoti e il dialogo con loro deve essere costante. Oggi sappiamo chiaramente che qualsiasi negligenza da parte può comportare pene canoniche o al carcere”.

Il Cardinale Gomez chiude la relazione: “Siamo obbligati ad offrire alle vittime ogni mezzo per un pieno recupero. La responsabilità del Vescovo è molto ampia e abbraccia molti campi”. Infine un richiamo alla santità: “ Con l'aiuto del Signore e con la nostra docilità alla sua grazia faremo in modo che questa crisi porti ad un profondo rinnovamento di tutta la Chiesa con vescovi più santi, più consapevoli della loro missione di pastori e padri del gregge; con sacerdoti e consacrati più santi, più consapevoli del loro servizio esemplare per il popolo di Dio; con un popolo di Dio più santo, più consapevole della sua corresponsabilità nel costruire permanentemente una Chiesa di comunione e partecipazione, dove i bambini e gli adolescenti, e tutte le persone, trovino sempre un luogo sicuro".

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