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Abusi, la risposta della Chiesa cattolica in Germania

L'immagine che la Conferenza episcopale tedesca ha scelto come simbolo del lavoro sulla questione degli abusi |  | www.dbk.de L'immagine che la Conferenza episcopale tedesca ha scelto come simbolo del lavoro sulla questione degli abusi | | www.dbk.de

“Dal 1946 al 2014 nelle diocesi tedesche un minorenne ogni settimana è stato vittima di aggressione sessuale da parte di sacerdoti, diaconi o religiosi. Dai 38.156 atti presi in considerazione compilati da 27 diocesi nei 68 anni oggetto dello Studio, commissionato dalla Conferenza episcopale tedesca a tre università tedesche (Mannheim, Heidelberg e Gießen), risulta che ben 3.677 minori sono stati vittime di abusi sessuali commessi da almeno 1.670 religiosi “accusati”.

Nel settembre scorso erano questi i dati che sono stati pubblicati dalla Chiesa cattolica in Germania.

E già un anno prima la Conferenza Episcopale tedesca aveva chiesto al governo un maggiore impegno sul fronte degli abusi sessuali, in tutti i settori della società. “È irrinunciabile avere sul piano nazionale una posizione indipendente nella battaglia contro la violenza sessuale, proseguire il confronto pubblico e coinvolgere tutti i diversi gruppi sociali negli sforzi per la prevenzione” aveva detto il Vescovo di Treviri, Stephan Ackermann, delegato alla questione degli abusi per la Conferenza episcopale tedesca.

In Germania le “linee guida” per la lotta agli abusi sono state adottate dal 2013 e mettono al centro la questione delle vittime: “Devono essere protette da ulteriori abusi sessuali. A loro e ai loro familiari va offerto accompagnamento e sostegno nel percorso di superamento del trauma subito”.

Arrivano poi i dettagli tecnici, come la necessità di nominare in ogni diocesi “persone competenti come incaricate a cui rivolgersi per indicazioni in casi di segni giustificati di un sospetto effettivo di abusi sessuali su minori e persone adulte sotto tutela da parte di chierici e personale laico della Chiesa.  Si raccomanda al riguardo di avere particolare attenzione a che vengano nominati una donna e un uomo”.

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E ancora un impegno perché “Tutti coloro che lavorano nella Chiesa sono tenuti a segnalare quanto prima al diretto superiore della istituzione presso la quale sono impiegati fatti e circostanze in merito di cui vengono a conoscenza”.

Accertato il fatto tramite colloqui con ambo le parti “Non appena emergono veri e propri elementi che convalidano il sospetto di un reato... un responsabile delegato dall’Ordinario comunica le informazioni acquisite all’autorità giudiziaria statale”.

E viene anche indicato il caso di false accuse: “Nel caso di infondatezza di un’accusa o di un sospetto, l’Ordinario deve provvedere ad annotarlo nel decreto conclusivo degli atti dell’indagine previa.... È compito dell’Ordinario ristabilire attraverso delle misure adeguate la buona reputazione della persona ingiustamente accusata o sospettata”.

Le linee guide che seguono le indicazioni arrivate da Roma nel 2011, indicano anche la cura delle vittime e delle famiglie e “l’offerta degli aiuti resta valida anche quando il caso è andato in prescrizione o la persona accusata è deceduta “.

E infine la persona colpevole non verrà inserita nel lavoro con bambini, adolescenti e persone adulte sotto tutela in ambito ecclesiale”. E “Il ritorno di un chierico al servizio pastorale - considerando le pene comminate nei suoi confronti - va escluso se il suo servizio può rappresentare una minaccia per minorenni e persone adulte sotto tutela o essere di scandalo”.  E  per la prevenzione “In caso di fondato timore che una persona dimostri delle tendenze verso un comportamento sessuale fuorviato viene vivamente consigliato di ordinare una perizia psichiatrica forense”.

Il testo vale per 5 anni e semmai poteva essere rivisto ma di fatto è ancora valido.

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Il 30 gennaio scorso il Consiglio permanente della Conferenza Episcopale  ha comunicato che sono stati adottati progetti in collaborazione con il Governo federale. Molte le delibere e divise in argomenti per i quali si formano gruppi di lavoro, anche con la partecipazione del Comitato centrale dei cattolici tedeschi, come detto a Fulda a settembre scorso : “ Ci impegneremo ancora di più nell’ incontro con le vittime. Per capire ed affrontare i problemi del passato nelle diocesi, avremo bisogno dell’aiuto delle vittime e di esperti esterni...Verrà attivato un monitoraggio nazionale vincolante per i settori intervento e prevenzione... In un trasparente processo di dialoghi discuteremo con la partecipazione di esperti di diverse discipline sulle specifiche problematiche della Chiesa cattolica, cioè la questione della vita nel celibato dei sacerdoti o altri aspetti diversi della morale sessuale cattolica. Informeremo costantemente sul andamento del nostro progetto. Il percorso successivo avrà luogo espressamente insieme alle vittime dell’abuso sessuale, con esperti esterni e con rappresentanti degli organi laici, in particolare con rappresentanti del Comitato Centrale dei Cattolici tedeschi (ZdK)”.