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Abusi, Papa Francesco ribadisce la linea: "Tolleranza zero"

Papa Francesco stamane ha ricevuto in udienza i partecipanti ai Capitoli generali dell’Ordine della Madre di Dio, dell’Ordine Basiliano di San Giosafat e della Congregazione della Missione.

Papa Francesco  |  | Daniel Ibanez CNA Papa Francesco | | Daniel Ibanez CNA

Papa Francesco stamane ha ricevuto in udienza i partecipanti ai Capitoli generali dell’Ordine della Madre di Dio, dell’Ordine Basiliano di San Giosafat e della Congregazione della Missione.

“Desidero prima di tutto – ha esordito Francesco - dirvi la gratitudine della Chiesa per la testimonianza che date come consacrati e per l’attività apostolica che portate avanti là dove siete presenti”.

Lo stop agli incontri in presenza seguito alla pandemia – ha aggiunto – “dovrebbe anche aiutare a non dare per scontato il fatto di potersi incontrare, di confrontarsi guardandosi negli occhi, e soprattutto di pregare insieme, di ascoltare insieme la Parola e condividere l’Eucaristia”.

“Il Capitolo – ha ricordato ancora il Papa - è il momento del discernimento comunitario. Non è dare idee, no, è discernere, con un discernimento comunitario: con l’aiuto dello Spirito Santo si cerca di vedere se e in che misura siamo stati fedeli al carisma, in che cosa lo Spirito ci spinge ad andare avanti e che cosa invece ci chiede di cambiare. Se non c’è lo Spirito in un Capitolo, chiudete le porte e tornate in casa! Dev’essere quasi il protagonista di un Capitolo. Questa è una delle esperienze più belle e più fortemente ecclesiali che ci è dato di fare: mettersi insieme in ascolto dello Spirito presentandogli le situazioni concrete, le questioni, i problemi”.

Nel discernimento – ha ribadito il Pontefice – è fondamentale “il criterio dell’evangelizzazione. Sappiamo che per loro natura i carismi sono differenti e che sempre lo Spirito Santo li crea e li distribuisce con fantasia e varietà. Ma una cosa è certa: i carismi, come insegna San Paolo, sono tutti per l’edificazione della Chiesa, e poiché la Chiesa non è fine a sé stessa ma il suo fine è evangelizzare, ne consegue che ogni carisma, nessuno escluso, può e deve cooperare all’evangelizzazione. La vocazione della Chiesa è evangelizzare, la gioia della Chiesa è evangelizzare”.

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“In quanto religiosi – ha detto ancora Papa Francesco - voi siete chiamati a evangelizzare, oltre che sul piano personale, come ogni battezzato, anche in forma comunitaria, con la vita fraterna. Questa è la via maestra per mostrare l’appartenenza a Cristo, è nel crogiolo delle relazioni, che viene vagliato il nostro cuore e che, con l’impegno di ciascuno, può prendere forma una bella testimonianza di fratelli. Non una cosa sdolcinata, non una concordia di facciata” ma “una fraternità libera, con il gusto delle diversità e nella ricerca di un’armonia sempre più evangelica.

Dopo aver ribadito il no al chiacchiericcio anche e soprattutto nella vita comunitaria, il Papa ha parlato ancora della guerra in Ucraina manifestando vicinanza ai Basiliani ucraini “in questo momento di dolore, in questo momento di martirio della vostra patria. Vorrei dirvi che vi sono vicino, tutta la Chiesa è vicina, tutta. Vi accompagniamo come possiamo nel vostro dolore. Io tante volte penso che uno dei pericoli più grandi adesso è dimenticare il dramma dell’Ucraina”.  

Infine un passaggio sulla questione degli abusi. Ricordate “bene questo: tolleranza zero sugli abusi sui minori o le persone incapaci, tolleranza zero. Per favore non nascondere questa realtà. Noi siamo religiosi, siamo sacerdoti per portare la gente a Gesù, non per mangiare la gente con la nostra concupiscenza. E l’abusatore distrugge, “on abbiate vergogna di denunciare”.