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Australia, dopo un anno e mezzo Papa Francesco nomina l’arcivescovo di Adelaide

L’arcidiocesi australiana era stata finora gestita da un amministratore apostolico, dopo che il Papa aveva accettato la rinuncia del predecessore Wilson, condannato per aver coperto abusi

Vescovo O'Regan | Il vescovo Patrick O'Regan, nominato oggi arcivescovo di Adelaide | YouTube Vescovo O'Regan | Il vescovo Patrick O'Regan, nominato oggi arcivescovo di Adelaide | YouTube

Papa Francesco ha nominato il vescovo Patrick Michael O’Regan di Sale come nuovo arcivescovo di Adelaide. La sua nomina chiude una lunga transizione per l’arcidiocesi australiana, che era senza arcivescovo dal 30 luglio 2018.

Di fatto già dal 3 giugno 2018 l’arcivescovo Philip Wilson non esercitava più, perché Papa Papa Francesco aveva nominato il vescovo Gregory O’Kelly di Port Pirie, gesuita, come amministratore apostolico “sede plena” dell’arcidiocesi. Sull’arcivescovo Wilson, infatti, pesava una condanna a 12 mesi di reclusione per aver coperto un sacerdote pedofilo. L'arcivescovo Wilson, dopo aver passato quattro mesi di detenzione, era stato comunque assolto in appello, perché erano stati trovati "ragionevoli dubbi" sulla sua colpevolezza. 

Classe 1958, sacerdote dal 1983, il vescovo O’Regan ha studiato a Sydney e poi all’Institut Catholicque di Parigi, dove ha studiato Liturgia e Teologia Sacramentale.

Nel 2008 è stato eletto amministratore diocesano della diocesi di Bathurst, da dove proviene, quindi è stato nominato cancelliere di Bathurst nel 2009, decano della cattedrale nel 2010 e vicario generale della stessa diocesi.

Tra i suoi incarichi, quello di coordinatore diocesano della formazione permanente del clero e del Ministry to Priests e responsabile per il diaconato permanente. Il 4 dicembre 2014 è stato nominato Vescovo di Sale. È Presidente della Commissione Liturgica della Conferenza Episcopale Australiana e, dal 2018, Membro del Comitato Permanente della medesima.

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Prende in mano una diocesi scossa dalla condanna dell’arcivescovo Philip Edward Wilson a 12 mesi di reclusione per aver coperto abusi: è l’ecclesiastico più alto in rango ad aver subito una simile condanna.

La vicenda risale agli Anni Settanta, quando Wilson, non acora vescovo, non avrebbe informato la polizia australiana degli abusi perpetrati dal sacerdote Jim Fletcher, morto in carcere nel 2006.

La condanna di Wilson era arrivata in un momento particolarmente difficile per la Chiesa australiana, dove le raccomandazioni della Royal Commission per contrastare gli abusi erano arrivati a chiedere di abolire il segreto della confessione.

La Chiesa Cattolica australiana ha già fatto sapere che non romperà il segreto della confessione, accettando le raccomandazioni della Royal Commission, una inchiesta governativa di cinque anni che ha ascoltato8 mila testimonianze su fatti che sarebbero accaduti tra il 1950 e il 2010 – inchiesta che ha portato a 230 processi, l’accusa di molestie al 7 per cento dei sacerdoti australiani e possibili risarcimenti da trasferire a 60 mila persone. La commissione aveva stilato una serie di raccomandazioni per la lotta agli abusi, che la Conferenza Episcopale Australiana ha analizzato passo dopo passo in un documento di 57 pagine, pubblicato il 31 agosto. Quasi tutte le raccomandazioni erano state accettate. Tranne la richiesta di rompere il sigillo sacramentale.

Parlando con ACI Stampa a margine dell’ad limina dei vescovi australiani del luglio 2019, l’arcivescovo Peter Comensoli di Melbourne aveva parlato di una Chiesa che si sentiva sotto assedio perché “sono decenni che vengono fuori realtà terribili, e siamo da tempo in questo percorso. C’è shock da parte delle persone, ci si chiede come questi abusi possano essere stati fatti da uomini di Dio”.

È questo il clima generale in cui il nuovo arcivescovo di Adelaide è chiamato a portare l’arcidiocesi verso una nuova fase.

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