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Dialogo tra le religioni, dopo il Papa a Sarajevo se ne discute a Strasburgo

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Sarajevo al centro dell’incontro tra culture, con uno sguardo speciale alle religioni. Il viaggio di Papa Francesco il prossimo 6 giugno sarà nel segno della pace e del dialogo interreligioso. Due giorni dopo, l’8 di giugno, la Missione Permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, sotto il patronato del Segretario Generale Thorbjørn Jagland organizzerà un dialogo di alto livello dal tema. “Costruire società inclusive insieme: contributi allo scambio di Sarajevo sulle dimensioni religiose del dialogo inteculturale.” Perché, dopo il viaggio del Papa, ci sarà un incontro di alto livello sul tema sempre a Sarajevo, l’8 e il 9 settembre.

Per questo, lo scopo del seminario dell’8 giugno è di fornire contributi e idee all’incontro annuale del Consiglio d’Europa sulle dimensioni religiose dello scambio interculturale del prossimo settembre. Un incontro che cade sotto la responsabilità del Comitato dei Ministri e dei suoi Gruppi di Relatori, in coordinamento con il Direttorato Generale della Democrazia.

Moderatore del seminario dell’8 giugno sarà Gabriella Battaini-Dragoni, vice segretario generale del Consiglio d’Europa. Parteciperà all’incontro l’arcivescovo Paul R. Gallagher, ‘ministro degli  Esteri’ vaticano, insieme a Heiner Bielefeldt, relatore speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di religione o credo, come oratori principali.

Un seminario organizzato sulla scorta dell’importanza che la Santa Sede ha sempre dato agli “Scambi riguardo la dimensione religiosa del dialogo interculturale,” un incontro annuale che si tiene dal 2008. Il tema era anche presente nel discorso di Papa Francesco al Consiglio d’Europa lo scorso 25 novembre, in cui il Papa ha definito gli Scambi come una “valida opportunità per uno scambio aperto, rispettoso e arricchente tra persone e gruppi di origini differenti e tradizioni linguistiche, etniche e religiose, in uno spirito di comprensione e mutuo rispetto.”

L’incontro di quest’anno è particolarmente significativo, perché ha luogo nel contesto di un piano che il Consiglio d’Europa intende implementare per combattere gli estremismi e le radicalizzazione che portano al terrorismo. Una delle caratteristiche di questo piano è la promozione di società inclusiva attraverso educazione e dialogo interculturale.

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