Circa i “matrimoni misti tra cattolici e ortodossi”,  “esistono sfide e problemi a causa delle diversità nel modo di concepire il matrimonio e la sua sacramentalità; ma bisogna accompagnare le coppie in un cammino di fede, perché le differenze non conducano a un relativismo e un’indifferenza religiosa”, anzi siano “un’autentica esperienza di dialogo ecumenico”. In discussione anche i temi dell’“economia globalizzata che non ha cura né attenzione per i poveri né per i giovani”, delle “migrazioni”, “una grande sfida” che esige attenzione e quelli legati alla “pastorale della famiglia, che non può essere una pastorale di massa ma piuttosto una pastorale di vicinanza e di contatti personali”.

Temi caldi per i vescovi del sud-est Europa che oggi hanno chiuso il loro incontro a Bucarest, in Romania, accolti dell’Arcivescovo Metropolita e Presidente della Conferenza Episcopale Romena, S.E. Mons. Ioan Robu. Lo scopo dell’incontro, che è durato quattro giorni, è stato quello di “rafforzare i rapporti di comunione ecclesiale condividendo le sfide pastorali comuni e approfondire alcune questioni riguardo al tema della famiglia in vista del prossimo Sinodo Ordinario dei Vescovi e alla luce del Sinodo Straordinario del 2014”.

Tra i temi affrontati, infatti, molto spazio è stato dato alla preparazione al matrimonio, che “deve essere in ogni caso molto seria e seguita in una logica pastorale di accoglienza, perché ciascuno si senta accolto e disponibile per un cammino di preparazione che sia anche un tempo d’incontro con Gesù e la fede”. Questa crea buoni risultati anche nella pastorale della famiglia, “che non può essere una pastorale di massa ma piuttosto una pastorale di vicinanza e di contatti personali”. Esempi positivi si sono sperimentati nei gruppi di famiglie, dove “i partecipanti hanno notato con soddisfazione e come motivo di speranza la presenza di gruppi di famiglie e di quei movimenti che hanno un carisma speciale dedicato alla famiglia e che costituiscono una risorsa fondamentale della pastorale della famiglia”.

I partecipanti all’assise, inoltre, hanno denunciato la “pericolosa costruzione illegale di un palazzo edificato accanto alla Cattedrale di San Giuseppe, dichiarata Monumento storico d’interesse nazionale e internazionale nel 1955” e “hanno firmato una dichiarazione, testimoniando la loro solidarietà con gli sforzi della Chiesa Cattolica di Bucarest per risolvere la questione. Auspicano che le Autorità Pubbliche rispettino le decisioni irrevocabili della Corte di Appello di Ploiesti e della Corte Suprema di riallestire il parco che esisteva previamente”.