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Il Papa: "Amare con tutto il cuore, non basta una fede moderata"

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Vivete sull’esempio di san Marone, guardando “a quella forma di vita che non si accontenta di una fede moderata e discreta, ma avverte il bisogno di andare oltre, di amare con tutto il cuore. Vite povere agli occhi del mondo, ma preziose per Dio e per gli altri. È attingendo a queste sorgenti pure che il vostro ministero sarà acqua buona per gli assetati di oggi”. Lo ha detto il Papa, ricevendo in udienza stamane la Comunità del Pontificio Collegio Maronita in Roma.

Gli anni di formazione a Roma - ha ammonito Francesco - “sono l’occasione per farsi gli anticorpi contro la mondanità e la mediocrità. Sono anni di esercizio nella palestra romana, dove con l’aiuto di Dio e di chi vi accompagna nel cammino potete rinsaldare le fondamenta: anzitutto quelle di una indispensabile disciplina spirituale, che si fonda sui pilastri della preghiera e del lavoro interiore. Una preghiera liturgica e personale a cui non bastino bei riti, ma che porti la vita davanti al Signore e il Signore dentro la vita. Un discernimento che riconosca le tentazioni e smascheri le falsità, per vivere il ministero nella più grande libertà, senza doppiezze, senza infingimenti”.

Qui a Roma vi formate in vista non tanto dello svolgimento di un incarico ma di una missione da vivere “senza risparmio, senza tanti calcoli, senza limiti di disponibilità”. Dovrete vivere “a stretto contatto col gregge, assaporerete la gioia più genuina quando vi chinerete su di loro, facendo vostre le loro gioie e le loro sofferenze, e quando, al termine della giornata, potrete raccontare al Signore l’amore che avrete ricevuto e donato”. Siate vicini al popolo, “pastori  

con la parola di Gesù sulle labbra, con le mani pronte ad asciugare le lacrime e ad accarezzare volti sofferenti; pastori dimentichi di sé e dei propri interessi; pastori che non si scoraggiano mai, perché traggono ogni giorno dal Pane Eucaristico la dolce forza dell’amore che sazia; pastori che non hanno paura di farsi mangiare dalla gente, come pani buoni offerti ai fratelli”.

Non dovrete cedere - ha spronato ancora il Papa - alla “tentazione di agire alla maniera del mondo, quando arriva questa tentazione, occorre tornare subito alle radici, a Gesù che rifiutò il successo, la gloria, il denaro, perché l’unico tesoro che orientava la sua vita era la volontà del Padre: annunciare la salvezza per tutti i popoli, proclamare con la vita la misericordia di Dio. Questo cambia la storia. E tutto comincia dal non perdere di vista Gesù”.

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Respingete “le tentazioni di carrierismo, potere, clericalismo. Il corso che onora la vita cristiana non è l’ascesa verso i premi e le sicurezze appaganti del mondo, ma la discesa umile nel servizio. È la strada di Gesù, non ce n’è un’altra”. 

Concludendo, Papa Francesco ha invocato la pace per il Libano, che ha in sé “una speciale vocazione di pace da compiere nel mondo”. Infine un pensiero speciale per i giovani che “sono la promessa dell’avvenire, il più serio investimento per il vostro ministero. A voi la missione di aiutarli ad aprire il cuore al bene, perché sperimentino la gioia di accogliere il Signore nella loro vita”.