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Il Papa: "Lo Spirito è guida del cammino sulla via di Cristo, stupendo e faticoso"

Il Papa, continuando il ciclo di catechesi sulla Lettera ai Galati dell’Apostolo Paolo, incentra la sua meditazione sul tema: “Camminare secondo lo Spirito”.

Udienza Generale |  | Daniel Ibanez / ACI group Udienza Generale | | Daniel Ibanez / ACI group

Il Papa, continuando il ciclo di catechesi sulla Lettera ai Galati dell’Apostolo Paolo, incentra la sua meditazione sul tema: “Camminare secondo lo Spirito”. "In effetti, credere in Gesù significa seguirlo, andare dietro a Lui sulla sua strada, come hanno fatto i primi discepoli. Lo Spirito è la guida di questo cammino sulla via di Cristo, un cammino stupendo ma anche faticoso, che comincia nel Battesimo e dura per tutta la vita", dice subito il Pontefice dall'Aula Paolo VI.

"Mentre esorta i Galati a percorrere questa strada, l’Apostolo si mette sul loro piano - spiega il Papa - abbandona il verbo all’imperativo camminate e usa il noi all’indicativo: camminiamo secondo lo Spirito. Questa esortazione San Paolo la sente necessaria anche per sé".

"L’Apostolo non si mette al di sopra della sua comunità, ma si colloca in mezzo al cammino di tutti, per dare l’esempio concreto di quanto sia necessario obbedire a Dio, corrispondendo sempre più e sempre meglio alla guida dello Spirito. E che bello quando noi troviamo pastori che guidano con il suo popolo, è tanto bello questo, fa bene all'anima", sottolinea Papa Francesco.

Ma il Papa specifica: "Costruire la comunità seguendo la via indicata dall’Apostolo è entusiasmante, ma impegnativo. I “desideri della carne”, cioè le invidie, i pregiudizi, le ipocrisie, i rancori continuano a farsi sentire, e il ricorso a una rigidità precettistica può essere una facile tentazione, ma così facendo si uscirebbe dal sentiero della libertà e, invece di salire alla vetta, si tornerebbe verso il basso. Percorrere la via dello Spirito richiede in primo luogo di dare spazio alla grazia e alla carità".

Ed ecco il consiglio del Papa: "È bene domandarci che cosa ci spinge a correggere un fratello o una sorella, e se non siamo in qualche modo corresponsabili del suo sbaglio. Lo Spirito Santo, oltre a farci dono della mitezza, ci invita alla solidarietà, a portare i pesi degli altri. Quanti pesi sono presenti nella vita di una persona: la malattia, la mancanza di lavoro, la solitudine, il dolore...! E quante altre prove che richiedono la vicinanza e l’amore dei fratelli!".

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"La regola suprema della correzione fraterna è l’amore: volere il bene dei nostri fratelli e delle nostre sorelle", conclude infine Papa Francesco la sua catechesi.