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Il Papa: “Se preghiamo è perché crediamo che Dio può trasformare la realtà”

Il Papa durante l'Udienza Generale |  | Lucia Ballester / ACI group Il Papa durante l'Udienza Generale | | Lucia Ballester / ACI group

“Sia fatta la tua volontà”. L’Udienza generale odierna di Papa Francesco in Piazza San Pietro è incentrata sulla terza invocazione della preghiera del Padre Nostro. “Prima della cura del mondo da parte dell’uomo, vi è la cura instancabile che Dio usa nei confronti dell’uomo e del mondo. Tutto il Vangelo riflette questa inversione di prospettiva”, inizia proprio così Francesco la sua catechesi.

Papa Francesco poi spiega: “Dio non è ambiguo, non si nasconde dietro ad enigmi, non ha pianificato l’avvenire del mondo in maniera indecifrabile. Se non comprendiamo questo, rischiamo di non capire il senso della terza espressione del Padre nostro. Infatti, la Bibbia è piena di espressioni che ci raccontano la volontà positiva di Dio nei confronti del mondo”.

“Quindi, pregando sia fatta la tua volontà – commenta ancora il Papa - non siamo invitati a piegare servilmente la testa. Il Padre nostro, infatti, è la preghiera dei figli, che conoscono il cuore del loro padre e sono certi del suo disegno di amore. Guai a noi se, pronunciando queste parole, alzassimo le spalle in segno di resa davanti a un destino che ci ripugna e che non riusciamo a cambiare. Al contrario, è una preghiera piena di ardente fiducia in Dio che vuole per noi il bene, la vita, la salvezza. Una preghiera coraggiosa, anche combattiva, perché nel mondo ci sono tante, troppe realtà che non sono secondo il piano di Dio”.

Per Francesco Il “Padre nostro” “è una preghiera che accende in noi lo stesso amore di Gesù per la volontà del Padre, una fiamma che spinge a trasformare il mondo con l’amore. Il cristiano non crede in un fato ineluttabile. Se preghiamo è perché crediamo che Dio può e vuole trasformare la realtà vincendo il male con il bene”.

Conclude Francesco la sua catechesi con un invito alla speranza: “Anche i martiri, nella loro prova, non ricercavano la morte ma la risurrezione. Dio, per amore, può portarci a camminare su sentieri difficili, a sperimentare ferite e spine dolorose, ma non ci abbandonerà mai. Per un credente questa, più che una speranza, è una certezza”.

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Infine il Papa chiede ai presenti di pregare il Padre Nostro in tutte le lingue.