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Il Papa: "Seguiamo Gesù, il suo Vangelo, il suo invito all’unità"

Francesco presiede la celebrazione dei Secondi Vespri della solennità della Conversione di San Paolo Apostolo, a conclusione della 55.ma Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani

Il Papa Celebrazione dei Secondi Vespri della Solennità della Conversione di San Paolo Apostolo |  | Daniel Ibanez / EWTN News/ Vatican Pool
Il Papa Celebrazione dei Secondi Vespri della Solennità della Conversione di San Paolo Apostolo | | Daniel Ibanez / EWTN News/ Vatican Pool
Il Papa Celebrazione dei Secondi Vespri della Solennità della Conversione di San Paolo Apostolo |  | Vatican Media / ACI Group
Il Papa Celebrazione dei Secondi Vespri della Solennità della Conversione di San Paolo Apostolo | | Vatican Media / ACI Group

Papa Francesco torna a presiedere la celebrazione dei Secondi Vespri della solennità della Conversione di San Paolo Apostolo, a conclusione della 55.ma Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani. Lo scorso anno si era assentato a causa della sciatalgia che ogni tanto lo affligge. Quest'anno, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, il Papa parla del tema voluto per la Settimana: "In Oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo".

Nella basilica di San Paolo la celebrazione inizia con l’omaggio dei rappresentanti delle diverse tradizioni cristiane alla Tomba dell’ Apostolo. Nel corso dell'omelia il Papa ringrazia i presenti: il Metropolita Polykarpos, rappresentante del Patriarcato Ecumenico, Sua Grazia Ian Ernest, rappresentante personale dell’Arcivescovo di Canterbury a Roma. Poi ancora gli studenti dell’Ecumenical Institute of Bossey, che approfondiscono la conoscenza della Chiesa Cattolica; quelli anglicani del Nashotah College negli Stati Uniti d’America; quelli ortodossi e ortodossi orientali che studiano con la borsa di studio offerta dal Comitato di Collaborazione Culturale con le Chiese Ortodosse, attivo presso il Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

"Accogliamo l’accorato desiderio di Gesù, che ci vuole una sola cosa e, con la sua grazia, camminiamo verso la piena unità!", dice il Papa. "In questo cammino ci aiutano i Magi. Guardiamo stasera al loro itinerario, che ha tre tappe: comincia da oriente, passa attraverso Gerusalemme e infine raggiunge Betlemme".

"Questi sapienti non si accontentano delle loro conoscenze e delle loro tradizioni, ma desiderano di più. Perciò affrontano un viaggio rischioso, animati dall’inquietudine della ricerca di Dio. Cari fratelli e sorelle, seguiamo anche noi la stella di Gesù! Non lasciamoci distogliere dai bagliori del mondo, stelle luccicanti ma cadenti. Non seguiamo le mode del momento, meteore che si spengono; non inseguiamo la tentazione di brillare di luce propria, di chiuderci cioè nel nostro gruppo e di autoconservarci. Il nostro sguardo sia fisso in Cielo, sulla stella di Gesù. Seguiamo Lui, il suo Vangelo, il suo invito all’unità, senza preoccuparci di quanto lungo e faticoso sarà il viaggio per raggiungerla pienamente. Desideriamo e camminiamo insieme, sostenendoci a vicenda, com hanno fatto i Magi. La tradizione li ha spesso raffigurati con abiti variegati, a rappresentare popolazioni differenti. In loro possiamo vedere riflesse le nostre diversità, le varie tradizioni ed esperienze cristiane, ma anche la nostra unità, che nasce dallo stesso desiderio: guardare il Cielo e camminare insieme sulla terra", spiega così la prima tappa Francesco.

"L’oriente ci fa pensare anche ai cristiani che abitano diverse regioni falcidiate dalla guerra e dalla violenza. Proprio il Consiglio delle Chiese del Medio Oriente ha preparato i sussidi per questa Settimana di preghiera. Quei nostri fratelli e sorelle hanno tante sfide difficili da affrontare, eppure con la loro testimonianza ci danno speranza: ci ricordano che la stella di Cristo risplende nelle tenebre e non tramonta; che il Signore dall’alto accompagna e incoraggia i nostri passi", commenta il Pontefice.

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"Nella città santa i Magi, anziché veder riflessa la luce della stella, sperimentano la resistenza delle forze oscure del mondo. Non c’è solo Erode che si sente minacciato dalla novità di una regalità diversa da quella corrotta dal potere mondano, c’è tutta Gerusalemme che si turba all’annuncio dei Magi. Anche lungo il nostro cammino verso l’unità può accadere di arrestarci per lo stesso motivo che paralizzò quella gente: il turbamento, la paura - aggiunge ancora il Papa nell'omelia - È il timore della novità, che scuote le abitudini e le sicurezze acquisite; è la paura che l’altro destabilizzi le mie tradizioni e i miei schemi consolidati".

I Magi poi giungono all'ultima tappa, Betlemme. "Diventano così un segno profetico per noi, desiderosi del Signore, compagni di viaggio lungo le strade del mondo, cercatori attraverso la Sacra Scrittura dei segni di Dio nella storia. Anche per noi l’unità piena, nella stessa casa, non può che giungere attraverso l’adorazione del Signore - commenta il Papa - Quante volte l’orgoglio è stato il vero ostacolo alla comunione! I Magi hanno avuto il coraggio di lasciare a casa prestigio e reputazione, per abbassarsi nella povera casetta di Betlemme. Abbassarsi, lasciare, semplificare: chiediamo a Dio stasera questo coraggio, il coraggio dell’umiltà, unica via per arrivare ad adorare Dio nella stessa casa, attorno allo stesso altare", dice il Papa.

"Non stanchiamoci di pregare gli uni per gli altri e gli uni con gli altri", raccomanda il Papa. "Sì, come Saulo prima dell’incontro con Cristo, abbiamo bisogno di cambiare strada, di invertire la rotta delle nostre abitudini e delle nostre convenienze per trovare la via che il Signore ci mostra, la via dell’umiltà, della fraternità, dell’adorazione", conclude Papa Francesco.

Al termine dei Vespri, prima della benedizione apostolica, il Cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, rivolge al Papa un indirizzo di saluto. "Noi cristiani condividiamo e professiamo la fede comune nel fatto che la vera luce abbia brillato in Gesù Cristo. Il tema è stato scelto dal Consiglio delle Chiese del Medio Oriente, che sta attraversando anche oggi un tempo di grande oscurità. E queste parole illuminano noi cristiani anche sulla via dell’unità. I magi, adorando il bambino nella mangiatoia, hanno trovato la verità della propria vita. Così, anche noi cristiani ci avviciniamo alla verità della fede quando ci inginocchiamo davanti a Gesù Cristo e lo adoriamo. Solo una teologia capace di inginocchiarsi davanti al mistero ci avvicinerà all’unità. Dopo l’adorazione, i magi sono tornati a casa per un’altra strada. Allo stesso modo, noi cristiani ritroveremo l’unità solo se ci convertiremo insieme a Gesù Cristo, se ci lasceremo da lui illuminare e condurre all’interno della sua stessa preghiera per l’unità dei suoi discepoli", dice il Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

pezzo aggiornato alle ore 18.30

 

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