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La Santa Sede all'ONU rinnova l'impegno ecologico

Palazzo di Vetro, Nazioni Unite, New York | Palazzo di Vetro, sede delle Nazioni Unite, New York | da educationaltravel.com Palazzo di Vetro, Nazioni Unite, New York | Palazzo di Vetro, sede delle Nazioni Unite, New York | da educationaltravel.com

Cambiare l’impatto delle politiche ambientali, in tre mosse: un accordo soddisfacente al summit sul clima di Parigi del prossimo dicembre; una maggiore distribuzione di risorse per affrontare il cambiamento climatico; e lo sviluppo dell’accesso alle energie rinnovabili. È la ‘road map’ proposta dalla Santa Sede in un recente incontro alle Nazioni Unite.

La road map è stata presentata dall’Arcivescovo Bernardito Auza, Osservatore Permanente della Santa Sede presso la sede delle Nazioni di New York. L’arcivescovo parlava al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, nel dibattito aperto organizzato lo scorso 31 luglio su “Sfide di pace e di Sicurezza affrontate dagli Stati in via di Sviluppo delle Isole-Nazione.”

Per queste isole-nazione, il primo problema è quello del clima. Lo sa bene Anote Tong, presidente del Kiribati, una nazione micronesiana che consiste di più di 30 atolli. Lo scorso 5 febbraio, Tong è stato in visita ufficiale da Papa Francesco, e gli ha espresso preoccupazione per il futuro della sua nazione, che diventa sempre più inabitabile a causa della mancanza di acqua potabile e della scomparsa delle terre, dovuta al cambiamento climatico che innalza il livello del mare. E le stesse preoccupazioni, Tong ha portato agli officiali della Segreteria di Stato.

Era il periodo in cui ancora era in lavorazione l’enciclica “Laudato Si,” e tutti in qualche modo cercavano il supporto del Papa, anche a livello politico, semplicemente per dire che le loro politiche dell’ambiente erano buone e opportune. Oggi, ad enciclica pubblicata, mentre il governo Obama annuncia un piano per il taglio dell’emissione del carbone, l’arcivescovo Auza ha basi solide su cui fondare la loro preoccupazione ecologica.

“Tra le minacce che le piccole isole-nazioni devono affrontare ci sono quelle riguardanti il cambiamento climatico. Secondo il Panel intergovernativo sul cambiamento climatico, alcune delle più significanti minacce alle piccole isole includono la crescita del livello del mare, i cicloni tropicali ed extra tropicali, l’aumento della temperatura di superficie del mare, e il cambiamento della distribuzione delle piogge,” dice il nunzio.

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Per questo, se si punta alla sicurezza delle isole nazioni, “si deve prima di tutto affrontare il cambiamento climatico,” e questo necessita un “nuovo approccio allo sviluppo” muovendosi “dai carburanti fossili a uno sviluppo più sostenibile, che renda prioritarii le persone e il pianeta.” Un approccio che ha però “bisogno di un supporto globale.”

Ed ecco che il nunzio descrive la road map ecologica. Prima di tutto, punta lo sguardo sulla conferenza di Parigi sul cambiamento climatico, anche perché “Papa Francesco continua a sfidare i leader politici globali ad essere coraggiosi e muoversi oltre la prospettiva di raggiungere risultati a breve termine che domina l’economia e la politica di oggi”.

Secondo punto, lo spostamento di risorse verso quella che viene chiamata “la finanza del clima,” che è “una parte essenziale per pagare il debito ecologico ed è vitale per costruire la fiducia verso un accordo di successo sul clima a Parigi.” L’arcivescovo raccomanda che ci siano abbastanza risorse per le nazioni più povere.

Terzo punto, un maggiore accesso alle energie rinnovabili, perché “miliardi di persone hanno bisogno di questo accesso per superare la loro povertà,” sono sempre miliardi (soprattutto donne e bambini) che soffrono gli impatti sulla salute nel cucinare con carburanti inquinati, e molti di loro vivono “in aree isolate.” Per questo, le nazioni più ricche “devono aiutare le nazioni più povere a sviluppare forme meno inquinanti di produzione di energia dando loro maggiore accesso” alle tecnologie rinnovabili.

Il tutto si inserisce nel credo della Santa Sede, che ritiene “la preoccupazione per il cambiamento climatico inseparabile dalla preoccupazione per lo sviluppo umano. La cura per l’ambiente e l’alleviamento della povertà non sono sfide separate, ma parte della stessa sfida di creare un autentico sviluppo umano.”