È la settimana delle Nazioni Unite, quella in cui si apre l’Assemblea Generale, e a cui la Santa Sede partecipa ai più alti livelli. In genere, si alterna la presenza del Segretario di Stato vaticano e quella del ministro vaticano per i Rapporti con gli Stati, e questo è l’anno in cui il secondo, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, è a New York, partecipando agli incontri di Alto Livello, pronunciando discorsi e anche celebrando una Messa alla chiesa della Holy Family a New York, la “parrocchia” delle Nazioni Unite, in un evento che a volte ha visto anche la partecipazione del Segretario generale.
soffriamo una carestia di fraternità
Non solo l’Ucraina, o gli scontati Palestina e Libano. La Santa Sede guarda con attenzione agli scenari in tutto il mondo, dalle persecuzioni della Chiesa in Nicaragua passando per la situazione in Yemen e Libia, senza mancare di denunciare la promozione di nuovi diritti.
In occasione del pre-vertice sui sistemi alimentari delle Nazioni Unite a Roma, Caritas Internationalis esorta i decisori politici a includere i diritti dei poveri in tutte le discussioni e ad assicurare una significativa partecipazione dei produttori e dei consumatori locali, in particolare delle donne, nella definizione e nell' attuazione delle politiche a livello locale.
È ancora ONU contro Santa Sede. L’ultimo attacco è venuto da un gruppo di esperti delle Nazioni Unite, che il 21 giugno, in concomitanza con l’inizio di una nuova sessione del Consiglio dei Diritti Umani, hanno reso pubblica una lettera di 11 pagine inviata in Vaticano lo scorso aprile. Nella lettera, si attacca la Santa Sede per la gestione dei casi di abuso, facendo una lista che arriva fino a casi degli Anni Novanta, e si arriva a chiedere che la Santa Sede ora implementi nel diritto canonico (non viene scritto esplicitamente, ma è la naturale conclusione del ragionamento) alcune normative civili, ponendo fine – si scrive – a un clima di “ostruzionismo” contro ogni processo o indagine di abuso.
Una risoluzione per “Promuovere una cultura di pace e tolleranza per salvaguardare i siti religiosi” è stata approvata lo scorso 21 gennaio dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La risoluzione chiede maggiori sforzi nella protezione dei siti religiosi da atti di terrorismo e chiede una conferenza globale sul tema.
La settimana di Alto Livello delle Nazioni Unite si è aperta con un intervento del Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, alla commemorazione dei 75 anni delle Nazioni Unite, e si è conclusa con un video messaggio di Papa Francesco il 25 settembre, che ha sostenuto ancora una volta l’idea di una agenda multilaterale.
La pandemia può essere una opportunità di conversione per ripensare il nostro modo di vivere e i nostri sistemi economici e sociali, che stanno allargando il divario tra ricchi e poveri, ma può anche essere una possibilità per una "ritirata difensiva" con caratteristiche individualiste ed elitarie.
Il Cardinale Parolin ne è certo: le Nazioni Unite sono necessarie “oggi più che mai”, anche se non sono perfette, hanno avuto i loro alti e bassi. Ma rappresentano comunque un punto di riferimento per tutti i popoli, che da sempre hanno guardato all’organizzazione come una risorsa di speranza per la pace nel mondo e l’armonia tra gli Stati.
Piccoli spostamenti in Segreteria di Stato, parte delle normali rotazioni dei diplomatici vaticani. Il primo ministro di Croazia ha ricevuto a Zagabria i vescovi della Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea, mentre in Spagna il nuovo governo non si mostra tenero con la Chiesa. Il Consiglio delle Chiese del Medio Oriente chiede che Gerusalemme Est sia proclamata capitale della Palestina indipendente. Sono questi i temi della diplomazia pontificia di questa settimana.
“Il Natale, nella sua genuina semplicità, ci ricorda che ciò che veramente conta nella vita è l’amore”. Si conclude così il videomessaggio che Papa Francesco ha filmato insieme al Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, che da parte sua ha ringraziato Papa Francesco per il suo essere un “messaggero di speranza”.
È la settimana di inaugurazione della 74esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, e la delegazione della Santa Sede è guidata dal Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, che generalmente va ogni due anni. Erano però tre anni che il Cardinale non era presente ai lavori che danno inizio all’anno delle Nazioni Unite.
La prima “Giornata Internazionale per la Commemorazione delle Vittime di Atti di Violenza basati sulla religione e il credo” si tiene oggi per la prima volta, ed è considerata una pietra miliare nella lotta alla persecuzione religiosa nel mondo. Anche perché la giornata può sensibilizzare al problema. Ma non basta. Perché dopo la sensibilizzazione c’è bisogno di azione.
Lo scorso 14 giugno, Federica Mogherini, Alto Rappresentante dell’Unione Europea per la politica estera, ha avuto in Vaticano il terzo incontro ministeriale con il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, e con l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, ministro per i Rapporti con gli Stati. Si è trattato di un punto della situazione, in vista del rinnovo del Parlamento e delle cariche.
Aiuto alla Chiesa che Soffre sarà insignita del Path to Peace Award. L’annuale riconoscimento conferito dalla Missione permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a New York e dalla Path to Peace Foundation è assegnato nel 2019 alla Fondazione pontifica "in riconoscimento del sostegno umanitario e pastorale offerto da ACS ai cristiani perseguitati in tutto il mondo".
Cosa fa la Santa Sede per i migranti? La risposta alla domanda è stata data agli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede in un briefing in Vaticano, nell’Aula Vecchia del Sinodo, guidato dall’arcivescovo Paul Richard Gallagher, ministro per i rapporti con gli Stati, e concluso dal Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano.
La visita alle Nazioni Unite dell’arcivescovo Paul Richard Gallagher, ministro vaticano per i Rapporti degli Stati, si è conclusa l’1 ottobre con un discorso in Assemblea Generale in cui ha chiesto all’ONU di dare importanza a tutte le nazioni. Ma il dibattito non è finito lì: nei giorni successivi, la Santa Sede ha pronunciato altri discorsi alle Nazioni Unite di New York, e ha preso la parola anche a Ginevra, di fronte all’Alto Commissario ONU per i Rifugiati.
Tre interventi alle Nazioni Unite di New York, in attesa dell’apertura della 73esima sessione generale in programma la prossima settimana; e l’arrivo di due nuovi ambasciatori presso la Santa Sede, mentre si congeda Imma Madigan, ambasciatore di Irlanda presso la Santa Sede sin dai tempi della riapertura dell’ambasciata residenziale a Roma. Con questa settimana, riprende in un certo senso l’attività diplomatica, dopo un rallentamento dovuto anche al periodo di vacanze.
La statua di Sant’Agnese è al centro di una mostra permanente sul disarmo. Quella di San Giorgio che sconfigge il drago all’ingresso, sulla sinistra. L’iscrizione del passo di Isaia 2,4 all’ingresso. Benvenuti all’edificio delle Nazioni Unite di New York, dove la diplomazia sembra sovrastare ogni fede. E, nonostante tutto, restano dei simboli cristiani, quasi nascosti, a testimoniare una vocazione per il bene comune che parte proprio dal cristianesimo.
Non ha potuto prendere parte al Concistoro, perché il suo viaggio in Montenegro e Serbia era già fissato da tempo. Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, è in questi giorni in Montenegro e Serbia, per una serie di incontri bilaterali che puntano a rafforzare il ruolo della Santa Sede nella Regione.