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Papa Francesco, attenzione a chi crea corruzione come prezzo per falsi aiuti

Il Papa nelle omelia della messa chiede di amare i nemici come ha fatto Gesù, concretamente

Papa Francesco celebra la messa a Maputo |  | Ed Pentin / EWTN
Papa Francesco celebra la messa a Maputo | | Ed Pentin / EWTN
Papa Francesco celebra la messa a Maputo |  | Ed Pentin / EWTN
Papa Francesco celebra la messa a Maputo | | Ed Pentin / EWTN
Papa Francesco celebra la messa a Maputo |  | Ed Pentin / EWTN
Papa Francesco celebra la messa a Maputo | | Ed Pentin / EWTN

E’ un discorso sulla riconciliazione quello del Papa alla messa nello stadio di Maputo sottop la pioggia. Un discorso che  cerca di indicare un cammino che in Mozambico sembra ancora lungo e che vede ancora la società divisa e straziata dalla povertà. I nemici ci sono, spiega il Papa, e Gesù lo sa, “perché Gesù non è un idealista, che ignora la realtà”.

Ma l’amore di cui parla Gesù non è “astratto, etereo o teorico, redatto su scrivanie per dei discorsi” è la strada che Lui ha percorso.

Certo ci sono ferite ancora aperte, ma “Gesù Cristo invita ad amare e a fare il bene, che “è molto di più che ignorare la persona che ci ha danneggiato o fare in modo che le nostre vite non si incrocino: è un mandato che mira a una benevolenza attiva, disinteressata e straordinaria verso coloro che ci hanno ferito”.

Il Papa alza il tono: “Non posso seguire Gesù se l’ordine che promuovo e vivo è questo: “occhio per occhio, dente per dente”. Nessuna famiglia, nessun gruppo di vicini, nessuna etnia e tanto meno un Paese ha futuro, se il motore che li unisce, li raduna e copre le differenze è la vendetta e l’odio. Non possiamo metterci d’accordo e unirci per vendicarci, per fare a chi è stato violento la stessa cosa che lui ha fatto a noi, per pianificare occasioni di ritorsione sotto forme apparentemente legali".

Allora“superare i tempi di divisione e violenza implica non solo un atto di riconciliazione o la pace intesa come assenza di conflitto, ma l’impegno quotidiano di ognuno di noi ad avere un sguardo attento e attivo che ci porta a trattare gli altri con quella misericordia e bontà con cui vogliamo essere trattati”.

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E si deve partire dalla risorse stesse del Mozambico ricco e pieno di poveri, dove la corruzione si maschera da aiuti. “Ed è triste - dice il Papa- quando ciò accade tra fratelli della stessa terra, che si lasciano corrompere; è molto pericoloso accettare che questo sia il prezzo che dobbiamo pagare per gli aiuti esterni”.

Allora serve “un’attenzione rivolta all’altro, riconoscendolo e apprezzandolo come fratello fino a sentire la sua vita e il suo dolore come la nostra vita e il nostro dolore. Questo è il miglior termometro per scoprire le ideologie di ogni genere che cercano di manipolare i poveri e le situazioni di ingiustizia al servizio di interessi politici o personali. Solo così potremo essere, dovunque ci troveremo, semi e strumenti di pace e riconciliazione”.

E “se Gesù sarà l’arbitro tra le emozioni contrastanti del nostro cuore, tra le complesse decisioni del nostro Paese, allora il Mozambico ha assicurato un futuro di speranza; allora il vostro Paese potrà cantare a Dio, con gratitudine e di tutto cuore, salmi, inni e canti ispirati”.