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Papa Francesco, grazie per i profughi dell'Ucraina ma non dimentichiamo gli altri

Il messaggio del Papa ai partecipanti al Consiglio Plenario della Commissione Internazionale Cattolica per le Migrazione.

Profughi ucraini  |  | ICMC Profughi ucraini | | ICMC

"Vi ringrazio, in particolare, per l’impegno profuso ad aiutare le Chiese a rispondere alle sfide legate al massiccio sfollamento provocato dal conflitto in Ucraina. Si tratta del più grande movimento di profughi verificatosi in Europa dopo la seconda guerra mondiale". Papa Francesco lo ha scritto nel messaggio  ai partecipanti al Consiglio Plenario della Commissione Internazionale Cattolica per le Migrazione. 

Tre i compiti ricordati dal Papa: "eleggere il nuovo quadro direttivo della Commissione, approvare i nuovi statuti e determinare le linee operative per i prossimi anni".

Francesco ha ricordato che la Commissione è stata fondata dal Venerabile Papa Pio XII, nel 1951, "per formare, tra le Conferenze Episcopali nel mondo intero, una rete che potesse assisterle nel loro servizio pastorale a favore dei migranti e dei rifugiati". Si tratta quindi di una "espressione collegiale dell’azione pastorale, in ambito migratorio, dei vescovi che, in comunione con il Papa, partecipano della sua 'sollecitudine per la Chiesa Universale in un vincolo di pace, di amore e di unità'. Per questo, nella Costituzione apostolica Praedicate Evangelium, essa è menzionata e collocata tra le competenze del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, così che la sua natura e la sua missione siano salvaguardate in accordo con i principi originari". 

Due le missioni: offrire un’assistenza qualificata alle Conferenze Episcopali e alle Diocesi che si trovano a dover rispondere alle tante e complesse sfide migratorie del tempo presente e  rispondere alle sfide globali e alle emergenze migratorie con programmi mirati, sempre in comunione con le Chiese locali.

La attività di advocacy e di sensibilizzazione internazionale per il rispetto dei diritti umani e la promozione della dignità delle persone secondo gli orientamenti della dottrina sociale della Chiesa sono il cuore del lavoro della Commissione. 

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E conclude il Papa : "Non possiamo dimenticare i milioni di richiedenti asilo, rifugiati e sfollati in altre parti del mondo, che hanno un disperato bisogno di essere accolti, protetti e amati. Come Chiesa vogliamo servire tutti e lavorare alacremente per l’edificazione di un futuro di pace. Voi avete la possibilità di dare un volto alla carità operosa della Chiesa nei loro confronti!".