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Papa Francesco, il Circolo San Pietro “il volto di una Chiesa che va ai confini”

Papa Francesco in Sala Clementina | Papa Francesco durante un passato incontro in Sala Clementina, dove ha incontrato oggi circa 300 membri del Circolo di San Pietro  | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco in Sala Clementina | Papa Francesco durante un passato incontro in Sala Clementina, dove ha incontrato oggi circa 300 membri del Circolo di San Pietro | Vatican Media / ACI Group

L’invito è quello di non avere “vergogna della carne ferita del fratello”, ma piuttosto di “scorgere” in ogni persona sofferente e bisognosa il volto di Cristo. L’esortazione ad essere “missionari coraggiosi della carità cristiana”. Il ringraziamento per il lavoro di quella che definisce “una bella realtà di assistenza e aiuto ai poveri”.

Papa Francesco incontra il Circolo San Pietro, che da 149 anni è il “braccio della carità del Papa”, e l’udienza di oggi è l’occasione annuale di consegnare al Papa l’Obolo di San Pietro, cui il Circolo sovrintende sin dalle origini.

Incontrando oltre 300 membri del Circolo, il Papa lo definisce “un tralcio della ricca e feconda ‘vite’ della carità, espressione della ‘vigna’ ecclesiale di Roma”.

“Voi – sottolinea Papa Francesco - vi sforzate di essere il volto di una Chiesa che si spinge ai confini, che non è mai ferma, ma cammina per andare incontro ai fratelli e alle sorelle che hanno fame e sete di ascolto, di condivisione, di prossimità, di solidarietà”.

Da qui, l’esortazione a non avere “vergogna della carne ferita del fratello”, di diventare “strumenti di consolazione per tante persone fragili e disperate”, di lasciarsi stimolare non solo dai tanti Santi della carità già beatificati e canonizzati, ma anche dai santi della vita quotidiana, anche perché “il vostro apostolato costituisce un’occasione e uno strumento per corrispondere alla chiamata alla santità che il Signore fa a ciascuno di noi”.

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“Attraverso le opere di carità – conclude Papa Francesco - voi permettete alla grazia ricevuta nel Battesimo di fruttificare in un cammino di santità, che è il frutto dell’azione dello Spirito Santo nella nostra vita".

Papa Francesco infine ringrazia "per l’Obolo di San Pietro, che raccogliete in tutte le chiese come segno della vostra partecipazione alla sollecitudine del Vescovo di Roma per le povertà di questa città".

L’Obolo – che due anni fa ha aperto un sito internet in cui trovare tutte le informazioni su progetti e attività finanziate – è l’aiuto economico che i fedeli offrono al Santo Padre, come segno di adesione alla sollecitudine del Successore di Pietro per le molteplici necessità della Chiesa universale e per le opere di carità in favore dei più bisognosi.

Il Circolo San Pietro è nato il 28 aprile 1869, nella Roma Pontificia, fondato dal principe Filipppo Lancellotti e dal Cardinale Domenico Jacobini con tre sacerdoti e sette laici, tra i quali il giornalista Paolo Mencacci. Pio IX diede la sua benedizione, e nel 1870 invitò il Circolo ad aprire alcune cucine a beneficio dei poveri con la Commissione cucine economiche”.

L’associazione è attiva sin dalla fondazione in opere di carità e assistenza nel nome del Papa, tra i quali il “Fondo Cronicismo” o la “Primaria Associazione Cattolica Artistica ed Operaia di Carità reciproca”, e sovrintende fin dalle origini alla raccolta dell’Obolo di San Pietro con la Commissione per la Carità Pontificia.

La pratica dell’Obolo ha origini antiche, perché sin dall’inizio i cristiani hanno sostenuto le opere degli Apostoli.

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Alla fine del secolo VIII, gli anglosassoni, dopo la loro conversione, si sentirono tanto legati al Vescovo di Roma, al punto decisero di inviare in maniera stabile un contributo annuale al Santo Padre. L’iniziativa prese il nome di “Denarius Sancti Petri” (Elemosina a San Pietro), e ben presto si diffuse nei Paesi europei. Papa Pio IX, con l’Enciclica Saepe venerabilis del 5 agosto 1871, istituzionalizzò la pratica.