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Papa Francesco in Bulgaria, un anno dopo. “Accolto il suo appello per la pace”

Il vescovo Hristo Proykov, eparca dell’Eparchia Giovanni XXIII e presidente della Conferenza Episcopale Bulgara, scrive a Papa Francesco a un anno dalla sua visita in Bulgaria

Papa Francesco a Sofia | Papa Francesco durante la Messa a Sofia, 5 maggio 2020  | AG / ACI Group Papa Francesco a Sofia | Papa Francesco durante la Messa a Sofia, 5 maggio 2020 | AG / ACI Group

La Chiesa di Bulgaria avrebbe restituito in questi giorni la visita a Papa Francesco. Non hanno potuto per via della pandemia. E allora il vescovo Hristo Proykov, eparca dell’eparchia San Giovanni XXIII e presidente della Conferenza Episcopale Bulgara, ha deciso di inviare a Papa Francesco una lettera.

Papa Francesco arrivava in Bulgaria il 5 maggio dello scorso anno, e vi restava fino al 6 maggio. Un viaggio rimasto impresso nella memoria dei bulgari, dall’incontro con il Patriarca della Chiesa ortodossa Bulgara Neofit alla preghiera per la pace, fino al passaggio in papamobile nel cosiddetto “quadrilatero” di Sofia, ai cui vertici ci sono la sinagoga, la moschea, la chiesa ortodossa dei Santi Cirillo e Metodio, la co-cattedrale cattolica di San Giuseppe.

Nella sua lettera, il vescovo Proykov scrive al Papa che i cattolici bulgari avrebbero “fortemente voluto” andare a Roma per “esprimere personalmente la profonda gratitudine di cattolici bulgari per la sua venuta da noi”, ma purtroppo “la pandemia ci ha impedito di farlo”.

Il vescovo Proykov garantisce al Papa che il suo viaggio in Bulgaria “ha lasciato una traccia duratura nelle anime e nei cuori dei cattolici bulgari e di tutto il popolo bulgaro”. Il presidente della Conferenza Episcopale Bulgara ricorda poi come il Papa sia stato accolto non solo dalla popolazione cattolica, ma anche dal presidente e dal governo, e “in spirito di carità cristiana “dal Patriarca Neoftit e il Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Bulgara”.

L’incontro con Neofit, vale la pena di ricordare, ha anche avuto uno “strascico” concreto: il dono, da parte di Papa Francesco, delle reliquie di San Potito e San Clemente al patriarca, consegnate lo scorso 27 febbraio proprio dal vescovo Proykov e dall’arcivescovo Anselmo Guido Pecorari, nunzio a Sofia.

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Continua il vescovo Proykov: “In Bulgaria, Santo Padre, L'hanno salutata con entusiasmo gioioso migliaia di donne e di uomini,• giovani e anziani, cattolici, ortodossi, musulmani, bulgari da tutte le confessioni religiose”.

Il motto del viaggio è stato Pacem In Terris, il titolo della famosa enciclica di San Giovanni XXIII che tutti considerano a Sofia “il Papa bulgaro”, dopo che Roncalli vi trascorse dieci intensi anni all’inizio della sua carriera diplomatica. Proprio sulla scorta di Giovanni XXIII, Papa Francesco ha voluto una “preghiera per la pace” durante il suo viaggio a Sofia, e “tutti – sottolinea il vescovo Proykov –hanno accolto con entusiasmo il suo appello forte per la pace e unione di tutte le persone di buona volontà”.